Ieri sera, 17 settembre, la Wembley Arena di Londra ha ospitato un concerto che entrerà probabilmente nella storia. Curato da Brian Eno con l’attore/attivista Khalid Abdalla, Khaled Ziada (fondatore di Marsm) e la producer Tracey Seaward, Together for Palestine è stato organizzato per raccogliere fondi e sensibilizzare l’opinione pubblica su quello che sta succedendo al popolo palestinese.
Dopo un discorso di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati sanzinata dal governo americano, sono saliti sul palco 69 tra cantanti, attori, attivisti, personalità pubbliche, per un totale di quattro ore di evento con una ventina di performance musicali trasmesso anche in diretta su YouTube.
Damon Albarn’s and Gorillaz performances for Together for Palestine live pic.twitter.com/eun8Znw1NY
— sky 🎸 (@invislovebot) September 17, 2025
I Gorillaz hanno presentato la nuova Damascus, la canzone inedita con Yasiin Bey e Omar Souleyman che sarà inclusa nell’album The Mountain che uscirà a marzo. Alle loro spalle, l’immagine dei personaggi animati che alzano la bandiera palestinese. Si sono visti e ascoltati James Blake, King Krule, Jamie XX, Paul Weller, Paloma Faith, Hot Chip, Nadine Shah, PinkPantheress e molti altri. Damon Albarn si è anche esibito con la London Arab Orchestra e lo Juzour Dance Collective.
Non sono mancati anche musicisti palestinesi come Faraj Suleiman, Saint Levant e Nai Barghouti, oltre agli attori Richard Gere, Florence Pugh, Guy Pearce, Benedict Cumberbatch, sportivi e il sopravvissuto allla Shoah Stephen Kapos.
«Dopo l’invasione dell’Ucraina, FIFA e la UEFA hanno sospeso la Russia», ha detto Eric Cantona. «Sono passati 716 giorni da quando Amnesty International ha definito genocidio quello che sta succedendo, eppure Israele ha ancora il diritto di partecipare. Perché questo doppio standard?».
In un video pre-registrato i Portishead, riunitisi per l’occasione, hanno eseguito Roads. Anche Annie Lennon ha inviato una versione per piano e voce della sua Why?.
La giornalista Yara Eid ha parlato dei reporter uccisi a Gaza, Neneh Cherry ha fatto Seven Seconds con Greentea Peng. «It’s genocide!», ha urlato il giornalista e documentarista Louis Theroux. Fuori dal palazzetto, riporta il Guardian, una dozzina di persone ha manifestato con bandiere israeliane.
Alle 22 Jameela Jamil ha annunciato che era già stati raccolti un milione e mezzo di sterline che vanno sommate al mezzo milione circa derivante dai 12 mila biglietti venduti in meno di due ore dall’annuncio. Il ricavato sarà donato ad associazioni palestinesi come Taawon, Palestine Children’s Relief Fund e Palestine Medical Relief Society.
In un articolo scritto per il Guardian, Eno ha spiegato che l’idea di Together for Palestine è ispirata al concerto del 1988 organizzato al Wembley Stadium, proprio di fianco all’Arena, in occasione dei 70 anni di Nelson Mandela.
Mandela era ancora in prigione e il concerto a Wembley, con popstar e rocksar dell’epoca, da Sting ai Simple Minds, dai Dire Straits con Eric Clapton agli Eurythmics e Peter Gabriel, ha sensibilizzato l’opinione pubblica riguardo all’apartheid in Sudafrica. Eno si augura che accada qualcosa di simile con Together for Palestine.
«Abbiamo lavorato per un anno per realizzare il concerto», scrive Eno sul Guardian. «Anche trovare una sede è stato difficile: la sola menzione della parola Palestina era quasi sinonimo di rifiuto (mi chiedo quale sarebbe stata la reazione se si fosse chiamato Together for Ukraine). Ma a un certo punto, negli ultimi mesi, qualcosa è cambiato. Wembley ha firmato un contratto, YouTube ha finalmente acconsentito a trasmettere l’evento in streaming e, cosa più importante, gli artisti hanno accettato di partecipare».
Si può ancora donare oppure comprare il merchandise sul sito di Together for Palestine. Il 17 ottobre di terrà un concerto più piccolo al Troxy di Londra chiamato Gig for Gaza e organizzato da Paul Weller, a cui parteciperanno tra gli altri Primal Scream e Inhaler.
Prima del concerto a Wembley, decine di celebrità, da Billie Eilish a Cillian Murphy, da Peter Gabriel a Joaquin Phoenix, hanno partecipato a un video in cui chiedevano di «dire la verità per il popolo palestinese».
«Il ruolo dell’artista nella società» dice nel video la fotografa americana Nan Goldin «è sempre stato quello di esprimersi liberamente, di rischiare di dire la verità a chi ha il potere».
