Cos'è Soundreef, l'alternativa alla SIAE scelta da Fedez | Rolling Stone Italia
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Cos’è Soundreef, l’alternativa alla SIAE scelta da Fedez

Il rapper ha firmato un accordo con la startup italiana di base a Londra: «Voglio sostenere chi fa della trasparenza uno dei valori fondamentali»

Fedez in concerto a Milano per il Pop-Hoolista Tour - Foto di Ikka Mirabelli

Fedez in concerto a Milano per il Pop-Hoolista Tour - Foto di Ikka Mirabelli

Sono passati più di due anni dall’approvazione da parte del Parlamento Europeo della direttiva 26/2014, meglio conosciuta come Direttiva Barnier, che permette di ottenere le licenze d’uso per la musica in più Paesi europei. Per farla semplice, grazie a questo provvedimento, il mercato della gestione dei diritti d’autore è diventato libero. Ma, mentre in molti paesi ci sono già più società a farsi concorrenza, in Italia è tutto diverso. In primis perché il nostro paese è l’unico dove il monopolio della SIAE è sancito da una legge (del 1941) e in secondo luogo perché il recepimento di questa direttiva (che doveva avvenire in teoria entro il 10 aprile 2016) è ancora all’inizio dell’esame parlamentare.

Nel 2011 però, due italiani hanno deciso di fondare una startup, Soundreef, un ente di gestione alternativo che autorizza le imprese a utilizzare e diffondere musica in esercizi commerciali ed eventi live, e che raccoglie e distribuisce compensi per conto di autori, editori, etichette discografiche e artisti. La società, con base a Londra e riconosciuta dal Governo UK, grazie alla direttiva europea di cui sopra può operare anche in Italia – lo ha chiarito anche il Tribunale di Milano del 2014. E i primi artisti italiani stanno ora per abbandonare la SIAE per usufruire dei servizi offerti da queste collecting societies.
Uno di questi è Fedez, che ha spiegato il perché di questa scelta in una conferenza stampa: «Gli ultimi rendiconti SIAE mi sono arrivati un mese fa ed erano del 2013. Ho iniziato a cercare un’alternativa su internet e ho scoperto Soundreef. Ho scelto di affidarmi a loro per la raccolta dei miei diritti d’autore perché voglio sostenere chi fa della trasparenza uno dei valori fondamentali. L’abbattimento di un monopolio può solo far bene alla discografia». Fedez ha poi aggiunto: «Non ho nulla contro Filippo Sugar, ma il suo ruolo di editore (è presidente della Sugar Music, nda) e Presidente SIAE sinceramente stride».

Ma quali sono le differenze tra la startup e la Società Italiana Autori Ed Editori? Davide D’Atri, fondatore e socio di Soundreef, le riassume così: Soundreef rendiconta le utilizzazioni entro 7 giorni dal concerto e paga le royalty entro 90 giorni dal concerto, sia per il nazionale che per l’internazionale. La nostra rendicontazione è analitica e tracciabile al 100%. Ciò che viene suonato viene pagato e gli utenti attraverso l’account online possono verificare in tempo reale come e quanto hanno guadagnato». D’Atri ha poi aggiunto: «Quella di Federico è una scelta coraggiosa e innovativa, dettata dalla voglia di cambiare il sistema che garantisce i più forti. La rivoluzione digitale non poteva che travolgere i monopoli che ancora resistono nel nostro Paese. Presto assisteremo a un effetto domino».

Negli ultimi giorni, intanto, molti musicisti stanno chiedendo al Ministro dei Beni culturali di ritrattare le sue dichiarazioni riguardanti la SIAE attraverso l’hashtag #FranceschiniRipensaci: «Ero partito da una propensione verso la liberalizzazione, ma poi ho verificato che Paesi importanti guardano con una certa invidia al fatto che abbiamo un’unica società che si occupa del diritto autore, mentre dove ci sono più società, come in Francia, c’è una divisione verticale che comporta una serie di difficoltà operative».

Dopo le dichiarazioni di Fedez, sul sito della SIAE è stata pubblicata una dichiarazione:

“Abbiamo saputo e preso atto della scelta di Fedez e certamente ci dispiace perdere uno dei nostri 80.000 associati.
Continuiamo a stimare ed apprezzare Fedez come autore e come artista e tuttavia riteniamo che talune sue dichiarazioni siano frutto di una non corretta informazione.
Dal canto nostro, siamo invece contenti di annunciare che dal 1 gennaio 2015 a fine marzo 2016 circa 6.000 nuovi autori under 31 si sono iscritti a SIAE.
Un boom di adesioni che ci inorgoglisce e ci conferma che gli sforzi che la Società sta facendo per migliorare i servizi per i propri associati – digitalizzando l’offerta, pubblicando online bilancio e relazione di trasparenza, azzerando la quota d’iscrizione per giovani e start up editoriali e abbassando la nostra provvigione, che oggi in media è sotto al 16% – stanno andando nella giusta direzione.
La Società Italiana degli Autori ed Editori tutela in tutto 45 milioni di opere in virtù di 270 accordi di rappresentanza con società di collecting estere. Realizziamo circa 1,2 milioni di licenze all’anno e serviamo oltre 500mila utilizzatori sul territorio, senza gravare in alcun modo sulle casse dello Stato e senza dover fare utili nell’intermediazione del diritto d’autore.
Questi dati dimostrano che abbiamo un peso e una massa critica che ci consentono di tutelare al meglio gli interessi dei nostri associati, anche nei tavoli di negoziazione con grandi player internazionali.
Faremo sempre meglio per continuare a guadagnarci la fiducia dei nostri iscritti.”

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