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Corey Taylor degli Slipknot sul problema del razzismo nel metal

La vicenda dei saluti romani e cori razzisti di Phil Anselmo dei Pantera ha giustamente sollevato un problema concreto che ritorna periodicamente nel metal
Taylor al St Regis Hotel lo scorso 3 dicembre a Città del Messico. (Photo by Victor Chavez/WireImage)

Taylor al St Regis Hotel lo scorso 3 dicembre a Città del Messico. (Photo by Victor Chavez/WireImage)

Phil Anselmo dei Pantera si è messo in un bel guaio facendosi beccare mentre, visibilmente alticcio, elargiva saluti nazisti e cori razzisti al pubblico del Dimebash 2016. La scena risale a qualche settimana fa e da allora un po’ tutti nel mondo del metal hanno condannato il gesto.

Prima Rob Flynn dei Machine Head, poi Scott Ian degli Anthrax e ora Corey Taylor degli Slipknot non hanno lasciato dubbi sul fatto che il razzismo è un problema ben più serio di ciò che si crede o si vuole fare credere. Anselmo per esempio si era inizialmente svincolato dalle accuse sostenendo che la scenetta fosse nient’altro che uno «scherzo, una barzelletta».

«Non ero lì, quindi non mi sono espresso più di tanto sull’accaduto», ha detto invece Corey Taylor al Guardian a proposito dell’incidente del Dimebash, «Però dirò questo: ciò che è successo quella sera fa parte di un problema ben più grande. Gli Slipknot si sono sempre battuti per tenere insieme la gente combattendo il razzismo. Non ho davvero tempo per le persone che giudicano in base al colore della pelle. Se qualcuno fra i nostri fan la pensasse così, beh, mi spiace, si sbaglierebbe.»

Anselmo non è nuovo a questo tipo di uscite, ma sembra che stavolta le cose si stiano mettendo peggio del solito. Il festiva metal Hellfest di Clisson (Francia) si è visto rimuovere i contributi statali per essersi rifiutato di annullare l’esibizione dei Down, l’attuale band di Phil Anselmo. È probabile che altri festival in paesi “civilizzati” non commettano lo stesso errore. Appuntamento con i Down fissato al Gods of Metal di Monza il prossimo 2 giugno.

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