«Comunista e castrista»: la protesta degli esuli cubani contro Laura Pausini | Rolling Stone Italia
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«Comunista e castrista»: la protesta degli esuli cubani contro Laura Pausini

Il collettivo anticastrista di Miami 'Vigilia Mambisa' ha accusato la cantante di filocomunismo a causa di una foto scattata nel 2018, che la ritrae in compagnia di alcuni membri del controspionaggio cubano. In segno di protesta, i suoi cd sono stati distrutti con un rullo compressore

«Comunista e castrista»: la protesta degli esuli cubani contro Laura Pausini

Gli esuli cubani a Miami utilizzano un rullo compressore per distruggere alcuni cd di Laura Pausini

«Al carajo Laura Pausini, los van van fuera de Miami»: questa la scritta campeggiante sugli striscioni della comunità cubana in esilio a Miami – dove, assieme ad altri colleghi, la presentatrice di Eurovision 2022 avrebbe dovuto esibirsi in occasione del concerto “Amor a la Música”, organizzato dalla stazione FM 107.5 nella capitale della Florida, salvo poi ritirarsi perché positiva al Covid. Da qualche giorno, infatti, il gruppo di dissidenti anti-castristi Vigilia Mambisa sta portando avanti un’accesa protesta contro la cantante italiana, giudicata una fiancheggiatrice del governo comunista di Miguel Díaz-Canel.

Per comprendere il retroterra che ha reso possibile trasformare l’autrice di Resta in ascolto nel bersaglio di un redivivo maccartismo, bisogna compiere un piccolo passo indietro: a scatenare la rabbia degli esuli cubani, infatti, è stata una foto scattata 4 anni fa che ritrae la cantante – in una posa «molto felice», come ha affermato Miguel Saavedra, portavoce del gruppo – assieme ad alcuni membri del controspionaggio cubano, le forze speciali fondate da Fidel Castro nel 1959 che, secondo le voci più critiche, verrebbero utilizzate dal governo per reprimere il dissenso della popolazione.

Originariamente la notizia – i fatti risalgono allo scorso 21 maggio ma sono diventati di pubblico dominio soltanto ieri, grazie alla segnalazione della pagina Instagram IconografieXXI – è stata divulgata dall’agenzia stampa spagnola EFE, che ha seguito la protesta organizzata da Virgilia Mombisa davanti al ristorante Versailles, situato nel quartiere Little Havana, abitato principalmente da cubani espatriati: i manifestanti hanno dato vita a un atto di contestazione eclatante, distruggendo i cd di Laura Pausini con l’ausilio di un rullo compressore e agitando cartelli su cui sono stati riportati messaggi come “Laura Pausini, castrista, comunista, amica di Díaz-Canel”.

 

 
 
 
 
 
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Come anticipato dal messaggio che abbiamo riportato in apertura, anche l’orchestra cubana Los Van Van – che lo scorso venerdì si è esibita in un teatro di Pembroke Pines, a nord-ovest di Miami – è stata oggetto di dure polemiche da parte dei cubani in esilio in Florida. Qualche giorno prima, il gruppo Actions 4 Freedom ha presentato una petizione sulla piattaforma Change.org per chiedere all’amministrazione di Pembroke Pines di annullare l’evento – «Los Van Van è un gruppo musicale che storicamente ha sostenuto la dittatura cubana e collaborato con il governo; il loro sostegno incondizionato al Partito Comunista di Cuba ha fatto sì che la loro presenza non fosse ben accolta nel sud della Florida», hanno scritto i firmatari. Queste proteste non sono una novità: i membri dei Los Van Van, una delle orchestre più popolari di Cuba, sono stati spesso considerati come fiancheggiatori della “dittatura castrista”.

Nel caso di Laura Pausini, con ogni probabilità la politica c’entra poco: da tempi non sospetti, per la cantante italiana Cuba – come, del resto, l’intera America Latina – rappresenta un mercato di importanza cruciale tanto che, allo stato attuale, la sua produzione in spagnolo supera di gran lunga quella in italiano. Tanto per rendere conto della fama di cui Pausini gode nel subcontinente, è sufficiente menzionare un dato: ha vinto 4 Latin Grammy – nel 2005, nel 2007, nel 2009 e, quasi dieci anni dopo, nel 2018 –, i riconoscimenti più importanti dell’industria musicale latina. Più che uno schierarsi con il castrismo, insomma, l’impressione è che Pausini si limiti a intrattenere delle buone relazioni con un Paese in cui, al netto di ogni ragione politica, è considerata una superstar in piena regola.

Riportiamo la risposta dell’ufficio stampa di Laura Pausini:

Smentiamo categoricamente quanto apparso in alcuni articoli apparsi nelle scorse ore.
Gli articoli si riferiscono al concerto a Cuba del 2018.
Laura ospite del concerto dei Gente de zona, aveva cantato davanti a 250 mila persone ed era stato un vero trionfo. Incomprensibile però come a margine del concerto sia potuta emergere una sua posizione politica, inventata di sana pianta e come oggi a 4 anni di distanza sia tornata alla ribalta per uno sparuto gruppo di male informati . Laura non è Mai stata a favore di nessuna dittatura come dice e come canta da 30 anni e le foto che la ritraggono sono come le migliaia di foto che Laura non rifiuta mai a chi gliele chiede in occasioni pubbliche.