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Club To Club 2019, si è chiusa l’edizione più interculturale di sempre

Arrivato alla sua diciannovesima edizione, il festival torinese si conferma il riferimento nella musica più all'avanguardia, segnando un record sul fronte dell’interculturalità

Club To Club 2019, si è chiusa l’edizione più interculturale di sempre

I Chromatics durante il loro live al Club To Club

Andrea Macchia

Si chiude la diciannovesima edizione di Club To Club, con il festival che quest’anno ha registrato circa 30mila presenze tra più di 50 show, 16 esclusive e 11 debutti italiani, con quasi 100 artisti provenienti da 5 continenti per una stagione all’insegna dell’interculturalità.

Infatti, il 15% del pubblico è arrivato dall’estero, da Svizzera, Francia, USA, Germania, UK, Spagna, Belgio, Russia, Olanda, Israele, Lettonia, Polonia, Austria, Portogallo, Australia , Bielorussia, Ungheria, Turchia, Canada, Croazia, Finlandia, Grecia, Malta, Repubblica Ceca, Svezia, Slovenia, Romania, Danimarca, Lussemburgo, San Marino, Serbia, Slovacchia, Messico, Bulgaria, Lituania, Cile, Norvegia, Hong Kong.

Come sempre, inoltre, Club To Club ha confermato una lineup d’avanguardia, trasformando i padiglioni post industriali del Lingotto nel palco perfetto per godere della musica di alcuni dei nomi più ricercati della scena contemporanea: dai big James Blake e Flume fino al ritorno dei Chromatics o al jazz cosmico The Comet Is Coming. O ancora, la pop star del futuro Sophie, la nuova voce made in UK di Slowthai, l’intelligenza artificiale Holly Herndon, il math-rock Battles o l’elettronica a 360° di Floating Points. E ancora, Black Midi, Helado Negro, Kelsey Lu, Nu Guinea, Romy dei The xx nella sua prima italiana, il ritorno di Skee Mask con i live visuals di Weirdcore (visual artist di Aphex Twin e autore della campagna grafica del festival), il gigante Kode9 ritornato con lo show Hyperdub 15.

Da sottolineare, inoltre, gli ospiti non europei passati quest’anno da C2C, realtà nata a Torino ma sempre più globale: il marocchino ISSAM, la palestinese SAMA’, il keniota Slikback, i giapponesi Yoshio Ojima & Satsuki Shibano insieme agli statunitensi Visible Cloaks.