C'è musica a Barcellona oltre il Primavera Sound e il Sónar | Rolling Stone Italia
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C’è musica a Barcellona (oltre il Primavera e il Sónar)

Venti gruppi per raccontare una città che non dorme mai e una scena fra le più importanti in Europa, a prescindere dai festival

C’è musica a Barcellona (oltre il Primavera e il Sónar)

Barcellona è la città ideale per vivere un festival: vista l’offerta, la città ha in serbo per tutti un festival perfetto, diventando così la meta di pellegrinaggi di musicofili più o meno devoti. Si è concluso da poco il Primavera Sound, oggi parte il Sonar e tra tutti gli altri festival estivi ricordiamo anche il Cruïlla e il Jardins de Pedralbes, da tenere decisamente sott’occhio, ma la vera domanda rimane: cosa suona a Barcellona durante tutto il resto dell’anno, quando i festival sono un bel ricordo o il motivo di un countdown?

Barcellona è una città estremamente attenta alle problematiche della musica dal vivo ed è una delle città dove si possono trovare quanti più concerti possibili e immaginabili: dai piccoli pub in centro o in periferia, alle sale da concerto “storiche”, per arrivare al palazzetto e allo stadio. Per scoprire quali siano gli artisti più ascoltati nella capitale catalana ci siamo affidati alla playlist di Spotify legata agli ascolti geolocalizzati in città (la trovate a questo link) e abbiamo selezionato venti gruppi per darvi una panoramica della situazione musicale di una delle città dal fascino più internazionale di tutta Europa.

Ovviamente il catalano la fa da padrone: il sentimento di appartenenza e l’amore per la propria cultura regionale vanno ben oltre qualsiasi questione di indipendenza e qualsivoglia legame politico, basta parlare con un paio di catalani non indipendentisti per capirlo. Chiudete gli occhi, lasciatevi trasportare dalla musica e con un po’ di fantasia potreste ritrovarvi a spasso nel Born, diretti verso la Barceloneta, per ballare in spiaggia al ritmo del “sound Barcelona” senza passare per “guiri” (termine spagnolo con cui si prendono amabilmente in giro i turisti legati ai cliché, ndr.), ma per qualcuno che ne sa da “insider”.

Txarango

Sono la band catalana che sta riscuotendo maggior successo in questi ultimi anni, in patria e all’estero. Per loro fare musica equivale a cambiare il mondo, nota dopo nota. Un esempio? La metà dei proventi derivati dai diritti delle 14 tracce del loro ultimo disco andrà a favore di associazioni impegnate a migliorare, nei modi più disparati, la vita di chi è in difficoltà.

Els Amics De Les Arts

Come la maggior parte dei gruppi più ascoltati a Barcellona il loro genere è un “pop d’autore” mescolato al folk, sono nati 12 anni fa e hanno all’attivo cinque album, grazie ai quali hanno ricevuto numerosissimi premi e si sono fatti amare anche dal grande pubblico.

Els Catarres

Il successo arriva nell’estate del 2011, con Jenifer e da lì non si sono più fermati: questo trio proveniente da due paesini della Catalunya ha fatto letteralmente impazzire migliaia di persone, affascinate dalle loro sonorità pop folk d’impatto e coinvolgenti al punto di sfociare nel rock, diventate colonne sonore di numerose storie d’amore… e non solo.

Blaumut

“Cantautorato pop folk di un certo livello”: ascoltando i Blaumut si potrebbe pensare a questa etichetta, specie andando a leggere bene anche i testi, mai banali e con una certa dietrologia. Le loro produzioni sono ricche di arrangiamenti con strumenti classici e si rifanno in larga parte alla musica classica, pur interpretandola in chiave “pop” nella sua chiave quanto più elevata possibile.

Mishima

Dal 1999 ad oggi i cambi di formazione sono stati parecchi: al momento sono in cinque e hanno fatto parte, volenti o nolenti, dell’infanzia e adolescenza di buona parte dei millennials catalani, per i quali sono ormai “un pezzo di storia”. Gli album all’attivo sono nove, i premi raccolti in quasi vent’anni di carriera sono decisamente numerosi, ma nonostante il trascorrere del tempo il loro “graffio” rimane sempre vigoroso come i primi tempi.

Ramon Mirabet

Canta in inglese, è diventato famoso in Francia ed è tornato in Catalunya dove sta riscuotendo successi a destra e a manca. Ascoltandolo cantare si potrebbe pensare a un Jack Savoretti catalano e in effetti le somiglianze non mancano. Ramon Mirabet ha all’attivo due dischi, ma è continuamente in tour, seguito dai suoi accanitissimi fan, che si spostano per tutto il Paese pur di non perdersi un suo live.

Manel

Quest’anno festeggiano il decennale della loro nascita come gruppo tra i banchi del liceo: il loro pop/folk si inserisce nella corrente dell’allora “nuovo sound Barcelona”, che ha ormai decisamente fatto scuola. Insieme agli Els Amics dels Arts sono diventati veri e propri fenomeni sociologici riconosciuti a livello non solo regionale ma nazionale.

Cybee

Hanno iniziato a farsi conoscere nell’estate del 2012 e del 2013, quando hanno girato i paesi di mezza Catalogna in acustico, in modalità “busker”, per poi incidere il loro primo disco alla fine del 2013, quando hanno iniziato a farsi apprezzare non solo per le loro cover.

Buhos

I Buhos sono uno dei gruppi catalani rivelazione dell’ultimo anno, anche se esistono dal 2005. Il video della loro Barcelona s’il.lumina è davvero uno spot meraviglioso per la città di Barcellona e il testo, a tratti critico, racconta una città che non tutti possono vedere. Molto legati alla dimensione live non si fermano quasi mai e girano per tutta la Spagna (ma non solo) in tour.

Sopa De Cabra

Se parliamo dei Sopa De Cabra parliamo di una delle pietre miliari del cosiddetto rock catalano: attivi dal 1986 al 2001, hanno ripreso a suonare nel 2015, dopo un tour di reunion nel 2011. Originari di Girona, hanno iniziato a suonare insieme nel 1979 come capita a moltissimi, iniziando tra i banchi di scuola e il nome è la traduzione catalana di Goats Head Soup dei Rolling Stones.

Itaca Band

Dal 2008 gli Itaca girano la Catalogna (ma non solo) in lungo e in largo conquistando il proprio pubblico con il loro mix di ska, reggae, punk con una spolverata di musica latinoamericana.

Lax’n’Busto

Trent’anni di carriera per un altro dei gruppi che sono fondamentali per il cosiddetto “rock catalano”: i Lax’n’Busto continuano il loro percorso anche dopo l’abbandono del front man nel 2006 e hanno all’attivo quasi venti album, oltre che aver collezionato un’infinità di premi.

Cesk Freixas

Dal 2004 a oggi Francesc Freixas i Morros (da qui il suo nome d’arte) continua il suo cammino artistico politicamente molto impegnato: sei dischi all’attivo e un lavoro di recupero della canzone d’autore di protesta dei Paesi Catalani, oltre a numerosi tour e conferenze di sensibilizzazione sociale e politica.

Animal

Lo scorso anno gli Animal hanno fatto il loro ingresso sulla scena indipendente catalana e hanno già conquistato i favori dei fan che li hanno ripagati con sold out, premi del pubblico (oltre che quelli della critica) e un affetto che aumenta giorno dopo giorno. Nel video di Només Amb Tu hanno giocato di furbizia: le persone che appaiono insieme a Goku fanno parte delle band catalane “sulla cresta dell’onda” del momento (si riconoscono i nomi dei gruppi sulla t shirt del cantante che cambia di accompagnatore in accompagnatore)… la musica unisce e incrementa il passaparola, no?

Silvia Pérez Cruz

Jazz, musica classica e flamenco: chi l’ha detto che ai catalani piace solo la musica patchanka su cui scatenarsi? Silvia Pérez Cruz ha iniziato il suo percorso artistico molto presto (è anche figlia d’arte da entrambi i genitori) ed è stata parte del quartetto femminile di “nuovo flamenco” delle Las Migas, amatissime dal pubblico e dalla critica.

Doctor Prats

Questi sette ragazzi hanno formato questo gruppo con l’intenzione di rimanere una “band virtuale”, ma poi si sono fatti prendere la mano e hanno conquistato dal vivo i propri fan, con due album che li hanno fatti affermare nel panorama musicale indipendente catalano, mescolando elettronica, swing, rumba, ska e rock.

La Pegatina

Nel 2003 si chiamavano “Pegatina Sound System”, poi hanno cambiato nome, ma probabilmente li avete già sentiti nominare: sono venuti anche in Italia e in questi 14 anni di attività si sono fatti conoscere in tutto il mondo, mescolando non solo catalano, castigliano e gallego, ma collaborando anche con artisti di tutte le nazionalità e portando il loro sound (prevalentemente rumba catalana e ska/reggae) ben oltre i confini nazionali.

Luthea Salom

Catalana d’origine, cresciuta in Canada e adesso abitante di New York: Luthea Salom è l’autrice di Blank Piece Of Paper, sigla della fortunata serie di TV3, “Cites” (trasposizione in chiave catalana di “Dates” della BBC) che ha davvero spopolato non solo in Catalogna, ma anche sul mercato spagnolo, per il quale è stata doppiata in castigliano.

Oques Grasses

Sette ragazzi che da sette anni si sono imposti sulla scena musicale indipendente catalana con la loro “musica porno” (si sono auto definiti così perché suonano sempre senza maglia): nelle canzoni, in pieno stile reggae/pop, raccontano quello che vivono come se parlassero a un amico e durante i loro live hanno un rapporto con il pubblico che più diretto non si può.

Teràpia de Shock

Forse non tutti sanno che “Braccialetti Rossi” è un fenomeno nato in Catalogna: qui si chiama “Pulseres Vermelles” e nel 2006 i Teràpia de Shock diventano famosi in tutto il Paese perché la loro Sense Tu è parte della colonna sonora. Fanno pop rock da allora e continuano a usare il catalano per le loro canzoni, pur alternando, a volte, anche il castigliano e l’inglese (Sense Tu la cantano anche come Sin Ti e Without You).