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Caso Marilyn Manson, Ashley Morgan Smithline ritratta: non ha subito violenza

La donna, una delle tante che hanno parlato pubblicamente degli abusi del cantante, afferma di avere «ceduto alle pressioni affinché muovessi accuse infondate di stupro e aggressione». L'avvocato di Manson: «Non ha ricevuto alcun compenso» per ritirare l'accusa
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Foto: Nolwen Cifuentes per Rolling Stone US

Ashley Morgan Smithline, che aveva denunciato Marilyn Manson per violenza sessuale, ha ritirato l’accusa. Afferma d’essere stata «manipolata» tra gli altri da un’altra accusatrice del cantante, Evan Rachel Wood.

Il dietrofront è contenuto in una dichiarazione presentata dall’avvocato di Manson, Howard King, nel contesto di una causa che il musicista ha intentato contro Wood e la di lei amica Illma Gore. «Ho ceduto alle pressioni di Evan Rachel Wood e del suo gruppo per muovere accuse non fondate di stupro e aggressione contro Mr. Warner», sostiene Smithline (Brian Warner è il vero nome del rocker).

La causa risale al 2021. La modella accusava Manson di averla attirata e violentata nella sua casa di Los Angeles. Sarebbero seguite altre sevizie tra il 2010 e il 2013, accuse che il cantante aveva sempre respinto e che erano cadute poco più di un mese fa giacché Ashley Morgan Smithline non aveva indciato un avvocato entro i termini di legge.

Nella nuova dichiarazione, Smithline afferma d’essere stata contattata nel 2020 dall’ex assistente del cantante Ashley Walters (una delle accusatrici) o da Gore e invitata a unirsi alle altre donne a esprimersi pubblicamente sulla sua relazione con Manson. Smithline ha anche preso parte a un incontro delle accusatrici filmato per il documentario Phoenix Rising.

«Ricordo che [Wood] m’ha chiesto se fossi mai stata frustata, incatenata, legata, tagliata, aggredita mentre dormivo, picchiata o violentata», sostiene ora Smithline. «Quando le ho detto che a me non era accaduto, Wood ha replicato che solo perché non lo ricordavo non voleva necessariamente dire che non era successo».

Alla fine, suggestionata dalle parole di Wood e delle altre accusatrici, Smithline si sarebbe convinta di avere rimosso i fatti. «Ho iniziato a credere che quel che era successo a Wood e Bianco (Esmé Bianco, un’altra accusatrice di Manson con cui il cantante ha raggiunto un accordo extragiudiziale, ndr) era accaduto anche a me».

Secondo Smithline, in vista del giorno in cui Wood avrebbe accusato pubblicamente il rocker, Illma Gore le avrebbe proposto di fare altrettanto. Anzi, sarebbe stata Gore a «scrivere la mia dichiarazione e a postarla nel mio account, dopo che le ho dato la password». Ora Smithline nega anche che Manson le avrebbe inciso le iniziali MM sulla pelle, nonostante abbia mostrato a People un anno e mezzo delle cicatrici dicendo che erano il risultato delle sevizie del rocker.

Un portavoce di Wood smentisce la versione di Smithline: «Evan non ha mai fatto pressione, né manipolato Ashley. È stata Ashley a contattare Evan a proposito degli abusi che aveva subito. È un vero peccato che, a quanto pare, le molestie e le minacce ricevute da Ashley dopo aver fatto causa l’abbiano spinta a cambiare versione».

Secondo Smithline, Ellwanger, l’avvocato che la rappresentava nella causa contro Manson, non le ha permesso di ritrattare le accuse prima di depositarle. «Ellwanger mi ha fatto pressione affinché facessi delle interviste, tra cui quella con The View e quella col servizio fotografico di People». Contattato, Ellwanger dice di non potere rilasciare dichiarazioni a causa del rapporto confidenziale che lo lega ai clienti, anche se ex. «Quel che posso dire è che le accuse che mi riguardano mosse da Smithline sono false».

A questo punto, Smithline non intende intentare alcuna nuova causa civile né penale contro Warner. «Col senno di poi, sento di essere stata manipolata da Wood, Gore, Bianco ed Ellwanger per muovere false accuse contro Mr. Warner», dice. Secondo il New York Post, l’avvocato del cantante Howard King sostiene che la donna non «ha ricevuto alcun compenso per esprimersi a favore del mio cliente e contro Wood».

«Come abbiamo sempre detto, la campagna coordinata di menzogne #MeToo contro Brian Warner passerà alla storia come una delle più grandi bufale di tutti i tempi», afferma King in un comunicato. «Donne vulnerabili sono state manipolate da individui privi di scrupoli per dare risalto pubblico al proprio nome e portare a termine vendette. Questa testimonianza giurata lo dimostra».

Da Rolling Stone US.

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