Una delle cose notevoli, ma non impreviste accadute all’Eurovision Song Contest 2025 è stata la vittoria schiacciante della rappresentante di Israele, Yuval Raphael, al televoto, vittoria che le ha permesso di arrivare al secondo posto in classifica. Ne abbiamo scritto qui.
La BBC riporta che le radiotelevisioni pubbliche di Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Islanda e Finlandia, che fanno parte dell’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU) che organizza la manifestazione, hanno sollevato la questione del televoto.
Gli spagnoli di RTVE e gli irlandesi di RTE hanno sollecitato una verifica della correttezza del voto. «Chiederemo all’EBU se è il momento di aggiornare le regole o almeno di capire se quelle attuali consentono abusi», hanno detto i finlandesi. Una parlamentare belga, Katia Segers, ha puntato il dito in particolare contro la possibilità per i telespettatori di esprimere fino a 20 voti, cosa che aumenterebbe la possibilità di manipolazione o comunque darebbe troppo potere in mano ai votanti più determinati e organizzati, come nel caso di Israele. Sotto accusa anche la possibilità (lecita) di fare pubblicità a pagamento per il proprio cantante.
Una risposta è arrivata da Martin Green. Il direttore dell’Eurovision Song Contest ha detto che le preoccupazioni delle emittenti partecipanti vengono prese in seria considerazione, ha confermato di aver parlato con loro delle procedure di voto dopo la finale, ha promesso una «ampia discussione». Ma ha anche detto che «le operazioni di voto per l’Eurovision Song Contest sono le più avanzate al mondo e i risultati di ogni Paese vengono controllati e verificati da una grande squadra di persone al fine di escludere modalità di voto sospette o irregolari».
L’organo indipendente che ha esaminato i dati della giuria e del televoto del 2025 «ha confermato che il voto è stato valido in tutti i Paesi partecipanti alla Grande Final di quest’anno e nel resto del mondo», che com’è noto vale ai fini del voto come un Paese. Né viola le regole usare gli account social di Stato e pagare della pubblicità per incoraggiare a votare il proprio concorrente come ha fatto quest’anno Israele.
Intanto, intervistato da El País JJ, il vincitore austriaco di questa edizione, ha detto che vorrebbe «che il prossimo Eurovision si svolgesse senza Israele, ma la decisione spetta all’EBU. Noi artisti possiamo solo esprimere la nostra opinione». Dopo le prevedibili reazioni alle sue parole, ha detto: «Mi dispiace se le mie parole sono state fraintese. Sebbene critichi il governo israeliano, condanno ogni forma di violenza contro i civili, ovunque, che siano israeliani o palestinesi. Su questo tema non mi esprimerò ulteriormente».
L’emittente nazionale austriaca ORF ha chiarito che «le affermazioni di JJ sono la sua opinione personale e non riflettono la posizione dell’ORF. Per noi all’Eurovision contano la musica e le performance. L’EBU ha regole chiare che separano politica e intrattenimento».