Cardi B vince ancora in tribunale. A tre mesi dal verdetto che l’aveva scagionata dall’accusa di aver graffiato una guardia di sicurezza nel 2018, il giudice della contea di Los Angeles, Ian Fusselman, ha respinto la richiesta di nuovo processo presentata dalla querelante, Emani Ellis, come scrive Rolling Stone Us. Nessuna irregolarità, nessuna intimidazione alla giuria: il caso resta chiuso.
Al centro del ricorso c’era anche l’ormai virale “pen-gate”: il momento in cui la rapper, all’epoca segretamente incinta, ha lanciato una penna a terra fuori dal tribunale dopo una domanda invadente di un vlogger. Ellis sosteneva che il gesto potesse aver influenzato i giurati, ma il giudice ha liquidato l’argomento come «mera speculazione», ricordando che il verdetto era arrivato in appena un’ora e basato esclusivamente sulle prove processuali.
Il giudice ha confermato anche la validità dei due testimoni oculari della difesa, il ginecologo e la receptionist presenti nel corridoio durante il litigio del 2018, che avevano descritto Ellis come l’aggressore, ma non Cardi B. Secondo la rapper, quel giorno stava semplicemente cercando di proteggere la propria privacy: era incinta del suo primo figlio e non voleva che la notizia trapelasse.
La giornata in aula si è chiusa con un’ulteriore tegola per l’avvocato di Ellis, Ron Rosen Janfaza. Il giudice ha infatti annunciato sanzioni nei suoi confronti per aver ripetutamente suggerito alla giuria l’esistenza di una presunta terapia psicologica della sua assistita, mai provata in sede processuale.
Per Cardi B, nata Belcalis Almánzar, è l’ennesima vittoria legale dopo i casi vinti contro la vlogger Tasha K, una causa per diffamazione a New York e il processo federale sul tatuaggio usato nella copertina del mixtape Gangsta Bitch Music Vol. 1. A settembre, per celebrare il verdetto, aveva perfino pubblicato una speciale “Courtroom Edition” delle copertine del suo album Am I the Drama?.













