«Vi dico un piccolo segreto». Inizia con queste parole il testo postato da Britney Spears dopo la sconvolgente testimonianza in tribunale resa due giorni fa.
Apparsa via Zoom davanti al giudice, la popstar si espressa per la prima volta in una sede istituzionale a proposito della conservatorship raccontando della vita che le è stata sottratta, del fatto che le sia stato persino impedito di fare figli, della volontà in definitiva di liberarsi dalla tutela del padre e da una conservatorship «abusiva».
Nel post pubblicato stanotte (ora italiana) Spears racconta qual è la verità dietro l’immagine che ha proiettato all’esterno negli ultimi due anni. Toglie la maschera di donna felice.
«Vogliamo tutti una vita come quelle delle favole e da certi miei post la mia vita sembra così», scrive. «È ciò a cui aspiriamo. Era uno dei migliori tratti caratteriali di mia madre: anche se le cose andavano male, per il bene mio e dei miei fratelli faceva finta che fosse tutto ok».
«Lo dico perché non voglio che la gente pensi che la mia vita sia perfetta: NON LO È AFFATTO. Se avete letto le notizie su di me questa settimana, sapete bene che non lo è. Chiedo scusa per avere fatto finta di essere stata felice negli ultimi due anni. L’ho fatto per una questione di orgoglio e perché m’imbarazzava mostrare a tutti quel che mi stava accadendo. E del resto, chi non vuole proiettare un’immagine divertente di sé su Instagram?».
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«Potete crederci o meno, ma fingere che le cose andassero bene è stato d’aiuto. Perciò ho deciso di scrivere queste righe perché magari state attraversando l’inferno e sento che Instagram mi ha aiutata ad avere uno sfogo e a condividere la mia esistenza, a sentirmi importante nonostante quello che stavo passando. E, ehi, ha funzionato… quindi ho deciso di iniziare a leggere più favole».
Il post è accompagnato dall’immagine di una bambina di spalle, con in mano un orsacchiotto, e da una frase attribuita a Albert Einstein: «Se vuoi che i tuoi figli siano intelligenti, leggi loro delle favole. Se vuoi che siano ancora più intelligenti, leggi loro più favole».