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“Boy”, il primo album degli U2, in edicola: la recensione di Rolling Stone

Un cofanetto raccoglie tutti i dischi della band di Bono e soci, e da oggi è possibile acquistare l'album del 1981, da dove tutto è iniziato
Un dettaglio della copertina di Boy

Un dettaglio della copertina di Boy

Dal 26 agosto con Tv Sorrisi e Canzoni, in collaborazione di Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport, arriva in edicola l’intera opera degli U2 all’interno di un cofanetto che comprende tutti gli album in studio, un cd live e 4 dvd live, in edizione digipack. Oggi esce in edicola l’album d’esordio della band di Bono, Boy, e questa è la recensione apparsa su Rolling Stone US nel 1981.

I Will Follow, calcio d’inizio dell’album di debutto dei ragazzi prodigio irlandesi U2, è un singolo pungente, accattivante e perfetto. Grazie a un beat pulsante, a percussioni metalliche e un ritornello d’amore caparbio che si ripete come un mantra (“If you walkaway, walkaway/I walkaway, walkaway/ I will follow”), la traccia è già pronta per sbaragliare il dance floor.

Sfortunatamente, la maggior parte degli altri brani che compongono Boy non equivale questa prima dimostrazione di precocità. Gli U2 suonano un pop cupo ma furbo, spinto dalla voce sincera ed emotiva di Bono e illuminato dagli accenti squillanti del chitarrista versatile che si fa chiamare The Edge. Tuttavia le loro canzoni – per lo più cronache del disagio adolescenziale – sono fiacche e abbastanza incostanti. Out Of Control possiede lo stesso boato di I Will Follow, mentre Stories for Boys è degna di nota per il giro di chitarra in salsa B-movie e per il crescendo di armonie piene di giovinezza. Gli altri brani, purtroppo, sono meno convincenti; An Cat Dubh sembra non finire mai, Shadows and Tall Trees sembra uno sproloquio senza fine, incapace di ritrovarsi in un riff riconoscibile né di raggiungere le sedicenti atmosfere alla Echo and the Bunnymen, tanto per fare un nome.

Si spera che gli U2 riescano a giustificare le aspettative che tutta Irlanda ha riposto sulle loro spalle. Con l’aiuto dell’abile producer Steve Lillywhite, la band ha già raggiunto una risonanza tale da eguagliare la maggior parte delle band britanniche grazie a un sound vivace e relativamente commerciale. E, al contrario dei veri innovatori, hanno già un tour alle spalle. Gli U2 sono talentuosi, affascinanti e potenzialmente straordinari – non dimentichiamoci che sono tutti sotto i 21 anni. Tuttavia per essere la nuova Next Big Thing, sono soltanto la cosa migliore per qualcosa di veramente nuovo.

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