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Billy Corgan paragona i “giustizieri da social” al Ku Klux Klan

«Limitano la libertà di parola e inventano storie false». Ecco cosa ha detto il musicista in un'intervista con Alex Jones
Billy Corgan, foto Facebook

Billy Corgan, foto Facebook

Billy Corgan ha espresso il suo parere sulla hashtag generation e sui “giustizieri da social” che ha paragonato ai maoisti e al KKK, in una recente intervista col conduttore radiofonico Alex Jones.

Sia Billy che Alex hanno dichiarato che le campagne dei giustizieri da tastiera sono spesso minacce alla libertà di parola. Jones ha poi chiesto a Corgan se queste campagne possano essere fermate: «Sono maoisti, non possono essere fermati. Hanno il libretto rosso in mano. L’unica cosa che possa regolare la loro fissazione ideologica è la realtà».

Corgan ha poi aggiunto: «Sono inorridito in quanto artista e persona che crede nella libertà di parola perché queste persone possono venire anche da me. Potrebbe non essere domani, ma succederà prima o poi. Per esempio perché ho detto la cosa sbagliata un giorno in cui ero stanco o perché non ho fatto quello che qualcuno si aspettava che io facessi. viviamo in un mondo in cui ogni parola è una mina vagante. E io sinceramente non voglio vivere in un mondo così». «La mancanza di tolleranza verso le altre idee e gli altri punti di vista è il grande tallone d’Achille di questi movimenti. Che inoltre inventano storie non vere e le utilizzano per odiare e zittire chiunque non la pensi come loro».

«Esattamente come un membro del KKK che uccide una persona solo perché nera». ha aggiunto Jones. E Corgan, riprendendo l’analogia ha aggiunto: «Pensate a quando il razzismo era accattato nel nostro paese. Immaginate di tornare indietro al 1932, con un membro del Klan che sputa in faccia a un ragazzo di colore. All’epoca forse avreste pensato che quell’uomo aveva ragione. Qual è la differenza con quello che succede oggi?»

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