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Billie Eilish, Pearl Jam e Robert Smith hanno firmato una lettera contro l’uso «predatorio» dell’IA nella musica

Sono alcuni dei 200 firmatari di 'Stop Devaluing Music' che chiede a sviluppatori e compagnie di non utilizzare i propri lavori senza permessi o retribuzioni: «Questo assalto alla creatività umana deve essere fermato»

Foto: Mason Poole

Billie Eilish, Pearl Jam, Elvis Costello. E ancora Nicki Minaj, Katy Perry e Robert Smith dei Cure. Sono questi alcuni dei 200 e più firmatari di una lettera aperta firmata dall’organizzazione non-profit Artist Rights Alliance per chiedere alle compagnie e agli sviluppatori che lavorano con l’IA di smettere di utilizzare «il nostro lavoro per addestrare i modelli delle IA».

La lettera, titolata Basta svalutare la musica, si costruisce attorno a questo messaggio/richiesta: «Chiediamo a sviluppatori, compagnia tecnologiche, piattaforme e servizi di musica digitale di giurare che non svilupperanno o distribuiranno tecnologie di generazione di musica con l’IA, contenuti o strumenti che minano e sostituiscono l’artisticità umana di autori e artisti o che negato il giusto compenso per il nostro lavoro».

Le motivazioni di questa richiesta sono varie, si parla di «sabotaggio della creatività», dei rischi legati alla «protezione della nostra privacy, delle nostre identità e della nostra musica», di «sostituzione del lavoro di artisti umani con una quantità imponente di suoni e immagini generate da IA che diluiscono i guadagnai sulle royalty degli artisti. «Per molti artisti questo potrebbe essere catastrofico. Questo assalto alla creatività umana deve essere fermato».

La lettera aperta, firmata inoltre da J Balvin, Camilla Cabello e Metro Boomin, ci tiene però a precisare che questi artisti non sono contro le IA – «che hanno un enorme potenziale per far progredire la creatività umana» – ma contro il suo uso e sviluppo «predatorio» e «irresponsabile»

Qui la lettera.

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