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Bad Bunny è stato denunciato dalla sua ex per una registrazione vocale. La richiesta? 40 milioni di dollari

L'artista portoricano avrebbe utilizzato la registrazione senza i dovuti permessi all'interno del brano 'Dos Mil 16', contenuto in 'Un Verano Sin Ti'. L'avvocato: «Questo ha causato, e sta ancora causando, uno stato di forte preoccupazione, angoscia e ansia alla mia cliente»

Foto: Kevin Winter/Getty Images

Mai come ora tutti vogliono un pezzo di Bad Bunny. In particolare la sua ex ragazza, Carliz De la Cruz Hernández che lo ha appena denunciato per una cifra interno ai 40 milioni di dollari. Il motivo? Bad Bunny avrebbe utilizzato una registrazione della voce della ragazza senza permesso.

La registrazione in questione è composta solo da tre parole “Bad Bunny, baby” che l’artista portoricano ha utilizzato due volte in carriera come sound tag (una sorta di intro che annuncia l’artista), nel 2016 – quando la coppia stava ancora assieme – per il singolo Pa Ti, e una seconda volta lo scorso anno per Dos Mil 16, brano contenuto nell’album dei record, Un Verano Sin Ti.

«Migliaia di persone sui social media di Carliz, o quando la incontrano di persona, le commentano quel suo “Bad Bunny, baby”. Questo le ha causato, e sta ancora causando, uno stato di forte preoccupazione, angoscia e ansia» si può leggere nella trascrizione della causa. Oltre a Bad Bunny è stato denunciato anche il suo manager, Noah Kamil Assad Byrne.

De la Cruz sostiene che un rappresentate di Bad Bunny l’abbia contattata lo scorso maggio per chiedere il permesso di utilizzare la registrazione vocale nel brano, proponendole in cambio duemila dollari. Le due parti si sarebbero incontrate e De la Cruz, dopo aver sentito la traccia, ne avrebbe negato l’uso. Sempre secondo quanto riportato nella causa, il giorno prima dell’uscita di Un Verano Sin Ti due rappresentati di Bad Bunny l’avrebbero contattata inviandole due differenti contratti per dare il suo benestare alla pubblicazione di Dos Mil 16. La donna avrebbe però rifiutato entrambe le proposte sentendosi ingannata.

«Visto che De la Cruz ha chiaramente negato l’utilizzo della registrazione vocale, la sua pubblicazione costituisce un atto di negligenza, malafede, o peggio, un attacco alla privacy, alla morale e alla dignità visto che tutte le parti erano a conoscenza dei fatti e nonostante questo abbiano deciso di agire contro la legge».

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