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Anche Joni Mitchell vuole lasciare Spotify: «Sto dalla parte di Neil Young»

«Persone irresponsabili diffondono bugie che mettono in pericolo la vita delle persone», ha scritto la Mitchell. «Sono solidale con Neil Young e con la comunità scientifica»

Anche Joni Mitchell vuole lasciare Spotify: «Sto dalla parte di Neil Young»

Joni Mitchell

Foto: Gijsbert Hanekroot/Redferns

Neil Young ha un nuovo alleato nella sua battaglia contro Spotify: Joni Mitchell.

Venerdì, la cantautrice ha pubblicato una dichiarazione intitolata “I Stand With Neil Young!”, sul suo sito web:
«Ho deciso di rimuovere tutta la mia musica da Spotify. Persone irresponsabili stanno diffondendo bugie che mettono in pericolo la vita alle persone», ha scritto la Mitchell. «Sono solidale con Neil Young e con la comunità scientifica e medica su questo tema».

Che Joni Mitchell sostenga apertamente la posizione di Young contro il gigante dello streaming non dovrebbe sorprendere; i cantanti, che hanno entrambi iniziato sulla scena folk canadese, sono amici da quasi sei decenni.

La comunicazione arriva solo diversi giorni dopo che Young ha chiesto per la prima volta a Spotify di ritirare il suo catalogo per sostenere che l’azienda stava attivamente promuovendo la diffusione di disinformazione sui vaccini e sulla pandemia da Covid-19 – in particolare attraverso il podcast The Joe Rogan Experience. Spotify, che vanta la più grande quota di mercato mondiale per le piattaforme di streaming musicale a pagamento, ha acquistato i diritti per il podcast di Rogan l’anno scorso in un affare da 100 milioni di dollari.

«Sto facendo questo perché Spotify sta diffondendo informazioni false sui vaccini – causando potenzialmente la morte di coloro che ci credono», ha scritto Young lunedì in un post cancellato sul suo sito web. «Possono avere [Joe] Rogan o Young. Non entrambi».

Quasi 48 ore dopo la musica di Young è stata rimossa dalla piattaforma.

«Vogliamo che tutta la musica e i contenuti audio del mondo siano disponibili per gli utenti di Spotify», ha detto la società in un comunicato. «Con questo arriva una grande responsabilità nel bilanciare sia la sicurezza per gli ascoltatori che la libertà per i creator. Abbiamo politiche di contenuto dettagliate e abbiamo rimosso oltre 20.000 episodi di podcast relativi al Covid-19 dall’inizio della pandemia. Ci dispiace che Neil abbia deciso di rimuovere la sua musica da Spotify, ma speriamo di riaccoglierlo presto».

In una nuova lettera pubblicata venerdì su The Neil Young Archives, Young ha affrontato le recenti critiche alla sua mossa di togliere la sua musica dalle piattaforme di Spotify. «Io sostengo la libertà di parola, non sono mai stato a favore della censura. Le aziende private hanno il diritto di scegliere da cosa trarre profitto, così come io posso scegliere di non far supportare la mia musica da una piattaforma che diffonde informazioni dannose».

La bagarre di Young con Spotify arriva sulla scia di una lettera firmata da centinaia di professionisti medici che chiedono che Spotify faccia di più per affrontare la disinformazione sulla sua piattaforma. La lettera evidenzia il podcast di Rogan come tra i trasgressori abituali nella diffusione false informazioni e teorie riguardanti i vaccini e la pandemia.

Altre piattaforme musicali hanno risposto agli eventi della settimana, come Apple Music, che sui social si dichiara “la casa di Neil Young”.

«Amazon, Apple Music e Qobuz forniscono fino al 100% della musica oggi e suonano molto meglio del suono merdoso, degradato e castrato di Spotify», ha scritto Young. «Se sostenete Spotify, state distruggendo una forma d’arte».

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