Alice Cooper teme che la transizione di genere sia «una moda passeggera» | Rolling Stone Italia
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Alice Cooper teme che la transizione di genere sia «una moda passeggera»

«Un bambino di 6 anni non sa nulla. Vuol solo giocare e tu lo confondi dicendogli: “Sei maschio, ma se vuoi puoi essere femmina”. E poi, chi decide che non si può più usare la parola “mamma”? La cosa sta diventando ridicola»

Alice Cooper teme che la transizione di genere sia «una moda passeggera»

Alice Cooper

Foto: Jenny Risher

Alice Cooper teme che la transizione di genere sia «una moda passeggera». Lo ha detto in un’intervista a Stereogum realizzata per l’uscita domani del nuovo album Road.

Negli ultimi mesi si sono espressi sull’argomento musicisti come Paul Stanley dei Kiss e Dee Snider dei Twisted Sister. Quando l’intervistatrice chiede un commento a Cooper, che negli anni ’70 parlava apertamente di bisessualità e pansessualità, il rocker risponde che «capisco che vi siano dei casi di transgenderismo, ma temo che sia anche un moda passeggera».

Cooper sembra preoccupato in particolare di quel che può accadere ai minori. «Un bambino di 6 anni non sa nulla. Vuol solo giocare, ma tu lo confondi dicendogli: “Sei maschio, ma volendo potresti essere femmina”».

In un’età in cui «stai ancora cercando di capire chi sei, c’è qualcuno che ti dice: “Puoi essere tutto quel che vuoi. Puoi essere un gatto, se ti va”». Morale: «Aspettiamo che i ragazzi siano sessualmente consapevoli della loro identità prima di cominciare a ragionare sul fatto che sono un ragazzo o una ragazza. Ragiono così, in modo logico: se hai quei genitali, sei un ragazzo; se hai quegli altri genitali, sei una ragazza. C’è una bella differenza tra pensare “sono un maschio che è un femmina” e desiderare di essere una femmina. Sei nato maschio, è un fatto. Vuoi diventare femmina? Bene, lo puoi fare, ma dopo una certa età. Ma in ogni caso non sei femmina dalla nascita».

Nella stessa intervista, Cooper critica la cosiddetta wokeness. «Chi detta le regole? C’è un posto a New York dove la gente prende decisioni tipo “d’ora in poi non potremo più usare la parola ‘madre’ ma ‘persona che partorisce’”? Chi decide queste cose? Non capisco. Non è che ragiono alla vecchia, sono solo logico».

«La cosa sta diventando ridicola. Se qualcuno voleva dimostrare qualcosa, è riuscito a trasformare tutto quanto in una commedia. Non conosco una sola persona che è d’accordo con la roba woke. Non una. Mi dicono tutti: “Non è una stupidaggine?”. Io rispetto la gente e la sua identità, ma non vado mica da un bimbo di 7 anni a digli: “Mettiti un vestitino perché magari sei una ragazza”».

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