Spagna, Irlanda, Paesi Bassi e Slovenia hanno annunciato ieri che non parteciperanno all’edizione 2026 dell’Eurovision Song Contest che si terrà a Vienna per via della presenza di Israele. Il motto della manifestazione “United by music” suona ora più che mai beffardo.
Da tempo alcuni Stati, o meglio le emittenti radiotelevisive che li rappresentano, chiedono l’esclusione di Israele dalla manifestazione, così come è stato fatto con la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Per cercare di placare gli animi, lo European Broadcasting Union che organizza Eurovision ha diffuso un paio di settimane fa il nuovo regolamento che penalizza Israele, che com’è noto riesce a mobilitare il voto popolare riuscendo a piazzarsi molto bene nella classifica finale, vedi i casi di Yuval Raphael nel 2025 e Eden Golan nel 2024.
La prospettiva di vedere Israele scendere di qualche posizione non è evidentemente bastata ai broadcaster dei quattro Paesi che per annunciare il boicottaggio hanno aspettato il voto che si è tenuto ieri in Svizzera e che si è chiuso con l’approvazione del regolamento. Non è stata invece messa ai voti la partecipazione di Israele come veniva chiesto da alcuni broadcaster nazionali.
I rappresentanti di RTÉ, la radiotelevisione di Stato irlandese, hanno dichiarato che partecipare sarebbe «inaccettabile alla luce delle vittime a Gaza e della crisi umanitaria». «La cultura unisce», ha detto Taco Zimmerman, amministratore delegato dell’olandese Avrotros, «ma non ad ogni costo».
Al fronte anti-Israele si oppongono Stati come Austria e Germania, il cui cancelliere federale Friedrich Merz ha detto che sarebbe stato scandaloso anche solo discutere dell’espulsione. Il presidente Isaac Herzog ha ringraziato su X chi si è battuto per il diritto di Israele a competere a Vienna e ha accolto la partecipazione di Israele come una «dimostrazione di solidarietà, amicizia e cooperazione che rafforza la vicinanza tra le nazioni tramite la cultura e la musica».
Non è ancora chiaro quali conseguenze avrà sulla solidità e credibilità della manifestazione il forfait di quattro Stati. La Spagna, tra l’altro, è uno dei cosiddetti Big 5, i Paesi che contribuiscono maggiormente a Eurovision e accedono quindi direttamente alla finale.













