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35 anni fa usciva ‘The Works’, la festa anni ’80 dei Queen

Festeggiamo l'anniversario dell'album di 'Radio Ga Ga' e 'I Want to Break Free' rileggendo la recensione originale di Rolling Stone, pubblicata nel 1984

La recensione che state per leggere è stata pubblicata su Rolling Stone ad aprile 1984.

Radio Ga Ga, il singolo che apre il nuovo album dei Queen, è l’ennesimo gioiello incastonato nella grandiosa corona della band. È un inno su un’icona fin troppo familiare, cantato e suonato in stile “Deutschland Uber Alles” da una band che ha contribuito a corrompere le frequenze radio degli anni ’70. Tolta quest’apertura così sfarzosa, il resto di The Works – sorpresa! – non è affatto male.

Se non consideriamo un best-of, una colonna sonora, il singolo con David Bowie e gli obbligatori progetti solisti, questa è la prima vera uscita ufficiale della band glitterata da molto tempo. E invece di abbandonarsi all’ennesima spirale di esagerazioni, i Queen hanno deciso di limitare molti degli eccessi del loro suono – soprattutto l’esagerato vibrato delle chitarre di Brian May e gli effetti vocali sulla voce di Freddie Mercury. Quello che resta è una band hard-rock, e The Works è il primo album a smentire la massima secondo cui le parole Queen e “ascoltabile” siano mutualmente esclusive.

Chiaro, i messaggi espressi nei pezzi sanno tutti di già sentito: love is all you need; let’s get physical, machines have feelings; be an individual; stand your ground. Ascoltare la musica, invece, è una rivelazione. Per i carnivori, meglio ascoltare le rumorose tirate in stile Led Zeppelin di Tear It Up e Hammer to Fall; I più scettici, invece, troveranno delle sorprese nel rock anni ’50 di Man on the Prowl. E fate suonare Is This the World We Created…? dallo stereo dei vostri amici atei: il brano è una meditazione acustica sulla fame, sulla rabbia e sulla responsabilità delle vecchie generazioni, cantata con convinzione da Mercury.

Questo umanesimo inaspettato rappresenta una perfetta nota di grazia rispetto al festival del trash che lo precede. The Works è una festa hard rock senza nessun retrogusto metallico; per quanto ne sappiamo potrebbe diventare il Led Zeppelin II degli anni ’80. Non è una prospettiva così deprimente.

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