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New Music Friday, le scelte di Rolling – 12 marzo 2021



Il rock multiforme dei Really From, la voce fuori dagli schemi di Valerie June, i singoli di Phoebe Bridgers per Spotify, l'album di Fulminacci: le uscite da non perdere secondo la redazione di Rolling Stone

Foto: Filiberto Signorello


Valerie June, “The Moon and Star: Prescription for Dreamers”

Sensualità R&B, tradizione folk e orchestrazioni con un tocco psichedelico: il nuovo album di Valerie June, cantautrice e polistrumentista con una voce particolarissima, si intitola The Moon and Star: Prescription for Dreamers e parla di perseveranza, sopravvivenza e accettazione di sé. «Con questo disco ho finalmente capito perché sogno di fare musica: non è per i premi o per l’amore degli altri, ma per continuare a imparare cosa posso condividere con il mondo».


Phoebe Bridgers, “Spotify Singles”

A poche settimane dalle polemiche sulla chitarra che ha sfasciato sul palco di Saturday Night Live, Phoebe Bridgers torna con due singoli: una nuova versione di Kyoto con Jackson Browne e una cover di John Prine, Summer’s End, insieme a Maria Taylor. Un bel modo per sentire uno dei brani di Punisher “in purezza”, com’è stata scritto, e per immaginare un punto d’incontro tra generazioni diverse di cantautori.


Pino Palladino & Blake Mills, “Notes with Attachments”

Un bassista e session man straordinario insieme a un grande produttore: sono questi gli ingredienti di Notes with Attachments, disco nato dalla collaborazione tra Pino Palladino e Blake Mills. Registrato nel corso di due anni e mezzo, è il frutto di un continuo scambio di idee e suggestioni musicali. Insieme ai due ci sono anche il batterista Chris Dave, tre sassofonisti (Sam Gendel, Marcus Strickland e Jacques Schwartz-Bart) e il tastierista Larry Goldings.


Really From, “Really From”

Una band multiculturale e multigenere, in equilibrio tra improvvisazione jazz, attitudine punk, minimalismo e indie rock. Si chiamano Really From – una sorta di provocazione per chi gli chiede sempre «ma da dove venite davvero?» (where are you really from? in inglese) –, arrivano da Boston e sono al terzo album, che racconta di crisi d’identità e di come vivere la contemporaneità.


Fulminacci, “Tante care cose”

Fulminacci se l’è cavata bene a Sanremo, e ora c’è parecchio interesse attorno al suo secondo disco. Si intitola Tante care cose, ovviamente contiene Santa Marinella, ma anche canzoni più oscure, diverse dal solito repertorio del cantautore. «È un disco musicalmente più vario, torbido ma spensierato, con un po’ di cazzeggio», ci ha detto.


Artisti Vari, “Bills & Aches & Blues EP 1”

Quarant’anni di 4AD, una delle etichette fondamentali della scena indipendente americana, raccontati attraverso un disco di cover. Si intitola Bills & Aches & Blues e uscirà sotto forma di quattro EP. Nel primo uscito oggi ci sono Where Is My Mind dei Pixies rifatta da Tkay Maidza, Junkyard dei Birthday Party nella versione di U.S. Girls, Revival dei Deerhunter interpretata da Aldous Harding, The Dirt Eaters degli His Name is Alive suonata dalle Breeders e Seabird degli Air Miami cantata da Maria Somerville. L’obiettivo del progetto è «unire il passato e il presente di un’etichetta».

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