Måneskin all’Eurovision: «Non succede, ma se succede…» | Rolling Stone Italia
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Måneskin all’Eurovision: «Non succede, ma se succede…»

'Zitti e Buoni' è il più ascoltato dei brani in gara. Damiano & co. sono sereni: «Manteniamo la concentrazione sull'esibizione, i giudizi li lasciamo agli altri»

Måneskin all’Eurovision: «Non succede, ma se succede…»

Måneskin. Foto: Gabriele Giussani

Il clima è quello delle grandi occasioni: manca pochissimo alla finale dell’Eurovision, domani sera, con i Måneskin a portare la nostra bandiera. Måneskin che hanno vinto anche Sanremo, aggiudicandosi quindi il diritto di partecipare. La loro canzone è tra le favorite, e negli ultimi giorni si sono presi pure i complimenti da Little Steven (cliccate qui per le nostre pagelle dei brani in gara).

Si presentano in video conferenza tutti e quattro: «Un onore rappresentare Italia su un palco così importante», dice Victoria. I bookmaker li danno tra i favoriti, loro sembrano sereni: «Non succede, ma se succede… Non ci pensiamo troppo. Cerchiamo di concentrarci su quello che possiamo controllare, la nostra performance. Manteniamo la concentrazione su quello e lasciamo i giudizi agli altri».

Dopo il secondo posto di Mahmood, nel 2019, le aspettative sono alte. Ma vincere non è così semplice: «In queste edizione ci sono voci pazzesche», dice Cristiano Malgioglio, che commenterà la messa in onda italiana insieme a Gabriele Corsi. Dovessero vincere i nostri, lui e Corsi promettono che si scambieranno i vestiti in diretta, il che diventa un altro motivo per sperare nella vittoria.

Måneskin - Zitti E Buoni - Italy 🇮🇹 - First Semi-Final - Eurovision 2021

Intanto Zitti e Buoni è il brano più ascoltato su Spotify tra quelli in gara: «Non abbiamo una ricetta, forse il nostro punto forte è che di base siamo quattro amici che suonano. Il progetto è autentico, ci rappresenta, ci diverte». Vediamo se convincerà gli altri paesi che dovranno assegnare il punteggio. Non succede, dicevamo prima, ma se succede l’anno prossimo l’Italia potrebbe essere la patria del contest: «L’anno in cui Gabbani era favorito, a Kiev, organizzammo un paio di riunioni. Parlammo di Torino, che allora era la migliore ipotesi».

In questo modo la Rai smentisce le voci che da girano da anni, che sostengono che la manifestazione avrebbe costi troppo elevati, e che quindi il servizio pubblico non avrebbe piacere a portarla nel nostro paese. Intanto, l’appuntamento è con la finale, domani sera. E Malgioglio, ricordando le tante canzoni che ha scritto aggiunge: «Avrei voluto portarci Giuni Russo su quel palco. Sarebbe stata come l’esplosione dell’Etna».

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