Thomas Raggi al Whisky a Go Go: il report, le foto | Rolling Stone Italia
C’è ancora hype

Thomas Raggi “benedetto” dai rocker americani al Whisky a Go Go

Il chitarrista dei Måneskin ha lanciato ‘Masquerade’ con un’esibizione a Los Angeles. Sul palco Tom Morello, tra il pubblico membri di Queens of the Stone Age, Smashing Pumpkins, Alice in Chains. Noi c’eravamo

Thomas Raggi “benedetto” dai rocker americani al Whisky a Go Go

Thomas Raggi con Tom Morello sul palco del Whisky a Go Go di Los Angeles

Foto: Enzo Mazzeo per Rolling Stone Italia

E alla fine, anche Thomas Raggi è uscito allo scoperto. Dopo lo straordinario successo dei Måneskin e l’avvio della carriera solista di Damiano David, solo la bassista Victoria De Angelis aveva continuato a far parlare di sé con alcune incursioni individuali: dalle apparizioni con Duran Duran e Halsey ai dj set nei club di mezzo mondo. Ora, però, è il momento del chitarrista, quello in cui diventa chiaro che l’anima più autenticamente rock del gruppo era lui.

Masquerade, uscito oggi, è il suo primo album solista e acquista un certo peso quando si scorre la lista degli ospiti coinvolti: Tom Morello dei Rage Against the Machine, anche produttore del disco, Matt Sorum (Guns N’ Roses, Velvet Revolver), Chad Smith (Red Hot Chili Peppers), Nic Cester (Jet), Luke Spiller (The Struts), Alex Kapranos (Franz Ferdinand), Sergio Pizzorno (Kasabian), Maxim (The Prodigy) e molti altri. Una line-up all-star.

Non stupisce, quindi, che Thomas abbia scelto di presentare il disco a Los Angeles, città in cui è stato registrato (presso gli Henson Studios, dove Rage Against the Machine e Audioslave, tra gli altri, erano di casa) e dove molti dei suoi collaboratori risiedono. Lo ha fatto in uno dei templi del rock, lo storico Whisky a Go Go. Si trova a due passi dal Roxy, altro punto di riferimento del Sunset Strip, dove poco più di quattro anni fa i Måneskin hanno tenuto il loro primo concerto californiano (che noi vi abbiamo raccontato).

Quando arrivo, ritrovo la stessa atmosfera di allora: una fila interminabile di persone di ogni età fuori dal locale e un livello di attesa palpabile. Insomma, c’è ancora hype, per usare un termine appropriato. All’interno il clima è ancora più elettrico: intravedo Jerry Cantrell (Alice in Chains), Billy Howerdel (A Perfect Circle), James Iha (Smashing Pumpkins), Arrow de Wilde (Starcrawler), diversi membri dei Queens of the Stone Age, oltre agli ospiti annunciati. Il locale è gremito come raramente accade, ci si muove a malapena, fa caldo, persino i camerini sono pieni.

Con Tom Morello. Foto: Enzo Mazzeo per Rolling Stone Italia

Con Nic Cester. Foto: Enzo Mazzeo per Rolling Stone Italia

Lo show parte con circa mezz’ora di ritardo. La band che accompagna Raggi è formata da Chris Reeve (Avril Lavigne) alla batteria, Sam “Bam” Koltun (Faster Pussycat) alla chitarra e Eliot Lorango (Jerry Cantrell, Corey Taylor) al basso. Il primo ospite a salire sul palco è Nic Cester dei Jet. L’apertura è affidata a Getcha, proprio come nel disco: l’introduzione richiama così tanto Good Times Bad Times dei Led Zeppelin da sembrare quasi una citazione. È un rock classico, sostenuto da un riff massiccio e da un falsetto che Cester interpreta con naturalezza. Non è dunque un caso che, pochi minuti dopo, il cantante australiano (da anni residente in Italia) torni sul palco per una cover di Whole Lotta Love, che un monumentale Matt Sorum trasforma in uno degli highlight dello show.

Sorum rientra alla batteria per Keep the Pack, insieme a Tom Morello alla chitarra: un brano costruito su un riff “morelliano” in piena regola, con una linea vocale eterea in cui Thomas si cimenta alla voce oltre che alla chitarra. Anche la ballad For Nothing vede Raggi al microfono, sostenuto sempre da Sorum alla batteria. Cat Got Your Tongue Lucy sono affidate alla voce e alla presenza scenica sensuale di Upsahl, giovane cantante proveniente da Phoenix, Arizona. Il primo è un brano diretto e incisivo, scritto da Sergio Pizzorno, con una linea vocale quasi rappata che colpisce immediatamente, mentre il secondo è un pop-rock interpretato da Upsahl anche nel disco.

Per la rivisitazione di You Spin Me Round (Like a Record) dei Dead or Alive, cantata da Alex Kapranos nel disco, al Whisky entra in scena Luke Spiller, che con il suo stile teatrale la trasforma nella perfetta party song. Gli ospiti si mettono al servizio di Thomas: gli lasciano il centro del palco, lo abbracciano, lo incitano, lo indicano in continuazione. Da parte sua, Raggi è un chitarrista solido ed espressivo: nelle movenze (e un po’ anche nel look) ricorda un giovane Jimmy Page. Nei brani ritmici sostiene la canzone con precisione, mentre negli assoli si lancia con grande trasporto emotivo. Molto meno convincente, invece, quando deve cantare o introdurre gli ospiti: la sua voce è flebile, timida, si fa fatica a sentirlo. Ma d’altronde è la chitarra il suo territorio naturale.

Con Luke Spiller. Foto: Enzo Mazzeo per Rolling Stone Italia

Con Upsahl. Foto: Enzo Mazzeo per Rolling Stone Italia

Nella parte finale, torna sul palco Upsahl per una cover di Call Me dei Blondie, riuscita solo in parte. Molto meglio Luke Spiller con The Ritz, brano veloce e trascinante. Tutti i brani di Masquerade, otto in totale, vengono eseguiti sul palco del Whisky e, considerando che li ascoltavamo per la prima volta, hanno funzionato sorprendentemente bene. Le cover sono dunque servite anche per dare respiro a una scaletta inevitabilmente breve. Per la chiusura, risale sul palco Tom Morello e parte una versione strumentale di Killing in the Name dei Rage Against the Machine. A cantare, questa volta, è il pubblico: ogni verso viene scandito a piena voce, trasformando la sala in un unico, gigantesco coro rock.

Dopo il concerto, all’uscita del locale, vedo comparire anche un altro Måneskin: Ethan Torchio. Si ferma con i fan, scatta selfie, firma autografi, scambia qualche parola. Sarà lui il prossimo membro della band a intraprendere un percorso solista?

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