Terzo appuntamento con i Parlotones, band di Johannesburg. Questa settimana ascoltate Goodbyes, brano profetico, visto che Rs Live @SAE va in vacanza… registrato sempre negli studi del SAE Institute. Arrivederci a settembre, dunque!
Terzo appuntamento con i Parlotones, band di Johannesburg. Questa settimana ascoltate Goodbyes, brano profetico, visto che Rs Live @SAE va in vacanza… registrato sempre negli studi del SAE Institute. Arrivederci a settembre, dunque!
Siamo stati all'Unsound di Cracovia, uno dei festival più stimolanti in Europa, dove avanguardia e sperimentazione passano anche attraverso lo scambio, il dialogo, la conversazione. Arrivi per ballare, torni a casa pieno di nuovi stimoli
Insieme al main sponsor dell'evento, siamo stati al 'Red Bull 64 Bars Live' per seguire il terzo episodio dello show dedicato al freestyle: sul palco Kid Yugi, Massimo Pericolo, Dat Boi Dee, Guè, Tony Effe. E il gran finale è tutto made in Napoli con Geolier
Ha 78 anni e fa ancora una musica spaccaorecchie con dentro la sua storia fatta anche di lutti e perdite. Pensieri attorno ai recenti concerti con la nuova band dei Chrome Hearts
Al Circo Massimo di Roma per vedere un musicista non più impeccabile, ma pur sempre straordinario e mai così umano. Ed è una cosa che vale quanto cento assoli finali di ‘Comfortably Numb’
All’Alexandra Palace di Londra per vedere in azione l’uomo di ‘In Waves’ e ‘In Colour’. Mette d’accordo tutti, il pubblico dei club e quello dei festival, i fanatici dell’elettronica e gli amanti dell’indie pop
Coi fondi pubblici dirottati altrove, il festival pescarese si è spostato all’interno del Padiglione Becci. Spirito indipendente, elettronica e sperimentazione, aria di militanza, le esibizioni di Lorenzo Senni, Mouse on Mars e altri. «Una parte della città ci considera un covo di sovversivi»
Tenere viva la città di Trento con un festival che quest’anno ha ospitato Yung Lean, Kid Yugi, Viagra Boys, I Hate My Village, Mount Kimbie. Con polemica politica e controllo a sorpresa delle forze dell’ordine
Siamo stati al festival norvegese dove la musica è centrale e non c’è alcuna distanza tra artisti e pubblico. Tre giorni che diventano una boccata d’ossigeno dall’industria musicale ammalata del mainstream
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