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’O core nun tene padrone: il racconto di Liberato al Circo Massimo

Cinquantamila anime sudate e saltanti, per festeggiare uno scudetto e una maschera che onestamente ha sorpassato Pulcinella per popolarità

’O core nun tene padrone: il racconto di Liberato al Circo Massimo

Liberato

Foto di Glauco Canalis

C’è fare il Circo Massimo e, come mi è stato spiegato, fare il Circo Massimo. Senza nulla togliere all’amico Tony Effe, il suo live del 6 luglio nel luogo sacro delle corse delle bighe comprenderà di fatto una porzione abbastanza esigua del mezzo chilometro di arena, che oggi come sappiamo è un parco ma duemila anni fa era l’orgoglio degli aediles di Cesare.

Ecco, Liberato, invece, ieri sera ha fatto il Circo Massimo: cinquantamila anime paganti, sudate e alla fine pienamente soddisfatte, a giudicare dai cori “ommammammammammamma sai perché mi batte il corazon” che partono dopo la combo finale TU T’E SCURDAT’ ‘E ME e ‘O CORE NUN TENE PADRONE.

Tra l’altro, la scelta di chiudere con il pezzone da brividi scritto a quattro mani con Robert “3D” Del Naja dei Massive Attack non è casuale. È una lettera d’amore al Napoli Calcio, di cui Del Naja è notoriamente supporter sfegatato, ed è anche una delle canzoni suonate col piano nel 2023 dal musicista mascherato allo stadio Maradona per festeggiare la vittoria dello scudetto.

foto di Glauco Canalis

All’epoca avevamo scritto che una congiunzione astrale aveva allineato i corpi celesti per coronare una nuova epoca d’oro partenope. Forse allora poteva sembrare azzardato dirlo, ma non oggi. Il Napoli ha vinto di nuovo lo scudetto («Aoh, l’Inter s’è preso pure 5 bombe dal PSG» urla qualcuno all’uscita, rincarando la dose).

Per Liberato l’occasione non poteva essere più ghiotta. Dopo il live di due ore abbondanti, con una produzione tra l’altro spaventosa che comprendeva Ed Warren e Weirdcore (il visual artist di Aphex Twin, per capirci) a curare le immagini sui ledwall, come ultimo frame appare una schermata nera: Stadio Maradona 5/06/2026. Sempre d’estate come quando è stata fondata la società calcistica, ma un secolo esatto dopo.

Stavolta però niente costumi dalla lore medieval-futuristica comunque. Semmai, delle vesti bianche con lunghi veli e hijab dai riferimenti palesemente arabi. Stesso vale per le coriste piazzate in alto sopra la band, praticamente delle vestali un po’ Dune, un po’ 300, rigorosamente misteriose e sensuali come del resto tutte le persone sul palco. Anche qualche piccolo intermezzo con attori aggiunge quel tocco di folklore napoletano a cui tiene così tanto una maschera che, onestamente, ha sorpassato abbondantemente Pulcinella per popolarità.

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