Non esiste un festival come l’Eolie Music Fest | Rolling Stone Italia
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Non esiste un festival come l’Eolie Music Fest

Concerti in barca e in spiaggia, musicisti che si confrontano, suonano assieme e compongono nuova musica in uno studio preparato per l'occasione. Un festival 'slow' a misura di pubblico e di musicisti

Non esiste un festival come l’Eolie Music Fest

Foto: Stefano Brovetto

Immaginatevi di essere su di una imbarcazione ancorata davanti alle spiagge nere di Vulcano dove, tra uno sbuffo e l’altro dello stesso vulcano, vi state godendo un concerto da un palco-caicco – una barca a vela turca di 27 metri – circondati da gente che balla e canta tra gommoni, vele e piattaforme galleggianti. E immaginatevi che i concerti siano quelli di artisti come Daniele Silvestri e Mannarino o, visto che avete gli occhi chiusi e potete fantasticare, magari una speciale performance collettiva inedita di Samuel dei Subsonica con Ensi, Gemitaiz e Bandakadabra. Ecco, questa è sola una delle tante particolarità che regala l’Eolie Music Fest, un festival davvero unico nel suo genere, e non solo per la localizzazione geografica. Mare, vulcani, buona musica, ovvero dimmi che sei all’Eolie Music Fest senza dirmi che sei all’Eolie Music Fest.

Siamo tornati – dopo esser rimasti piacevolmente colpiti dall’esordio dello scorso anno – in una delle manifestazioni più particolari dell’estate italiana. Sicuramente il punto forte di questo festival è il mood: per una settimana, con picco nel weekend, una ciurma di marinai del suono salpano tra i mari e le spiagge di Lipari, Vulcano, Stromboli e Salina, portando la propria musica in luoghi magnifici in cui eventi di tale portata sono di difficile realizzazione. Il festival, per geografie e scelte logistiche, non punta ai grandi numeri, all’effetto sardina di tanti concorrenti nazionali, ma investe le sue forze nel concetto di esperienza perché il punto focale non è il singolo artista o il dato concerto, ma vivere un momento di musica, condivisione e cultura nella magia delle Eolie.

Sbarcando sull’arcipelago è incredibile realizzare l’ambiente in cui si ritrova immersi, luoghi dove ogni sguardo finisce per entrare in contatto con il concetto aulico di Bellezza. Spesso, nella narrazione del nostro paese, abbiamo approfittato dell’aggettivo ‘bello’, in certi casi svalutandolo. Ma come si può parlare delle Eolie con altre parole? Che altro termine possiamo utilizzare per raccontare l’acqua trasparente del mare, la proposta culinaria e la vibrazione ultraterrena dei suoi vulcani?

Oltre a tutte queste magnificenze territoriali, però, c’è anche un festival con delle ambizioni musicali la cui direzione artistica è in mano a Samuel che – per l’occasione – ha pensato ad una line up variegata, divisa tra le performance di ‘mare’, dedicate alle performance dal caicco, e di ‘terra’, dove la vibrazione vulcanica gioca con la musica elettronica. Agli artisti già citati si uniscono infatti DrefGold, Populous, Montoya, Selton, Splendore, Enea Pascal, Filo Q, Lelio Morra, Corally, Fonti & Biviano, Adam Clay, Hannes Bieger e Lippolis. Tra spiagge, mari e barche, vedere queste isole animarsi di musica dal primo pomeriggio alla notte inoltrata resta un’esperienza affascinante ed unica.

Foto: Stefano Brovetto

Un festival odierno, e in particolare uno che si inserisce in un contesto ambientale e naturale così delicato, deve, come prima cosa, dedicare gran parte delle sue attenzioni alla sostenibilità. L’Eolie Music Fest si relazione a questo tema proponendo una fruizione slow e non aggressiva delle isole, dedicando inoltre due giornate all’ambiente con appuntamenti mirati, Isole Verdi E-Mobility e Eco-Islands, nonché con l’esibizione di Corally, la prima cantautrice italiana che dedica la sua musica alla tutale del mare, in collaborazione con Sea Shepard.

Un festival dovrebbe inoltre puntare a trascendere, culturalmente, artisticamente e umanamente, la propria durata, il proprio avvenimento, stimolando produzioni artistiche, incontri, progetti futuri con l’intenzione di creare e promuovere nuovi spazi, nuove possibilità, nuove armonie. Questo all’Eolie Music Fest riesce parecchio bene, ad esempio, grazie alla presenza di Stellare, factory sonora, collettivo e label che da poco ha rilasciato un album ispirato dai suoni subacquei, Wave, e che qui ha portato il primo studio di registrazione e produzione musicale di Lipari in cui nei giorni della manifestazione hanno fatto tappa diversi musicisti coinvolti nel festival come Montoya, Splendore, Enea Pascal che – tra un’esibizione e l’altra – si sono presi il tempo di lavorare assieme su del materiale inedito. Una residenza artistica collettiva, senza vincoli e regole, per raccogliere le ispirazioni paesaggistiche e naturali di mare e vulcani. Questo è forse ciò che più colpisce girovagando tra la manifestazione: il senso di condivisione di una vacanza musicale corale.

Con tremila presenze tra mare e terra, l’Eolie Music Fest è un boutique festival per chi vuole uscire dalla calca e godersi una combinazione artistico-ambientale rara, ma non muoverà invece il cuore di chi pensa ai concerti come momenti in cui disperdersi tra migliaia e migliaia di persone. Rimane comunque difficile spiegare cosa voglia dire stare per dei giorni alle Eolie, così circondati da concerti e natura. Ecco, facciamo ancora un giorno: immaginate ancora una cosa, immaginate che mentre guardate un concerto potete alzare gli occhi nel cielo notturno e vedere tutte le stelle possibili di tutte le galassie visibili. Questo è Eolie Music Fest.