Nel suo Unplugged, Miley Cyrus fa suonare nuova ogni cover | Rolling Stone Italia
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Nel suo Unplugged, Miley Cyrus fa suonare nuova ogni cover

A 28 anni sembra aver finalmente trovato un modo di far funzionare la sua natura ribelle a suo vantaggio, invece che farsi dominare da essa

Nel suo Unplugged, Miley Cyrus fa suonare nuova ogni cover

Vijat Mohindra*

Miley Cyrus sta vivendo un momento di celebrità diverso da quelli che ha vissuto in passato. Grazie alla serie di cover che ha cantato al Tonight Show, all’iHeartRadio Festival, al BBC Radio 1 lounge e in ogni altro programma dove è comparsa negli ultmi mesi, Cyrus ha attirato l’attenzione su di sè nel miglior modo possibile. Spaziando da Blondie a Billie Eilish, le cover di Cyrus hanno dimostrato qualcosa che sapevamo da tempo: è una voce fortissima, che domina un campionato in cui compete solo lei ben lontano dal livello a cui giocano i suoi contemporanei.

L’ultima volta che Cyrus aveva impressionato i fan – e gli scettici – con la sua versione a voce roca di brani classici era stato nel 2012 e poi ancora nel 2015 per le sue Backyard Sessions. Entrambe le serie erano nate per beneficienza per la sua Happy Hippie Foundation, e avevano coinvolto una serie di ospiti che andavano da Laura Jane Grace degli Against Me! ad Ariana Grande. Ora le Backyard Sessions sono tornate, questa volta parte del classico programma Unplugged di MTV, in cui Cyrus compare per la seconda volta. È qualcosa di perfetto per questi giorni di quarantena, visto che si tiene sotto le palme della California e Cyrus canta accompagnata dalla sua band, i Social Distancers, tutti provvisti di mascherina. 

In linea con il glam rock del suo nuovo singolo Midnight Sky, Cyrus dà il servizio completo alla produzione: mullet platinato, rossetto rosso e stampe di animali. Inizia lo show con la sua versione di Gimme More di Britney Spears, un rifacimento del classicone che suonerebbe strano fatto da chiunque altro a parte Cyrus, nota per essere una stan di Britney. Il resto del suo set da 30 minuti rende omaggio ai suoi eroi fuori dal pop. Dovendo scegliere un brano dei Pearl Jam va su una delle hit più recenti della band, la sognante e lenta Just Breathe, in cui inietta più vitalità di quanta sia riuscito a mettere Eddie Vedder nell’originale. Omaggia Lou Reed con Sweet Jane dei Cowboy Junkies, e i Cardigans con Communication

La fine dello show torna al 2020: sul palco con Miley sale sua sorella minore Noah Cyrus per cantare la ballad country di Noah I Got So High That I Saw Jesus. E tutto si conclude con Midnight Sky il singolo che campiona Stevie Nicks che è la vera ragione per cui Cyrus si è messa a fare questo giro di cover. L’unica cosa spiacevole dello show è che quando finisce ci lascia lì che vorremmo sentire qualcosa d’altro tra quello a cui sta lavorando adesso. Per sua fortuna, è l’esito migliore in cui poteva sperare.

Con le sue scelte Cyrus ci mostra non solo di essere in grado di far suonare nuovo qualsiasi brano di qualsiasi periodo, ma queste sembrano anche legate ad alcune delle profonde riflessioni che ha fatto in alcune interviste recenti, ad esempio sulla molto pubblica rottura del suo matrimonio con il suo fidanzato di quando era ragazzina e con il fatto di aver passato la maggior parte della sua vita sotto i riflettori. Quando canta Communication, che comincia con “For 27 years I’ve been trying / To believe and confide in / Different people I’ve found”, sembra parlare della sua vita di popstar già navigata a 28 anni. 

La cover più umile e più impressionante è anche quella che riprende il brano più vecchio: la versione di Nico del brano di Jackson Browne These Days. Cyrus suona come se avesse su di se la pesantezza del mondo che avevano Nico e Browne nel 1967, ma la smorfia che fa mentre canta “I won’t do too much scheming these days” ci fa capire che dentro di lei c’è molta meno tristezza di quanto ci si aspetterebbe. Di questi tempi, a quanto pare, ha finalmente trovato un modo di far funzionare la sua natura ribelle a suo vantaggio, invece che farsi dominare da essa.

Questo articolo è apparso originariamente su Rolling Stone US