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Metallica bagnati, Metallica ancora più incazzati

Fra Kirk che scivola sul pedale durante un assolo e James che scherza con un «Oh, finalmente posso farmi una doccia!», sicuramente ci ricorderemo per un po' il live sotto la pioggia all'Ippodromo di Milano

Foto: Michele Aldeghi

«Oh, finalmente mi posso fare la doccia!» scherza James Hetfield sulla grande co-protagonista del concerto dei Metallica all’Ippodromo del Galoppo Snai di San Siro: la pioggia. È da giorni che a Milano fa un tempo di merda, praticamente novembre ma con le foglie sugli alberi, e altrettanto da giorni si preparano tutti al peggio: k-way, stivali di gomma modello acqua alta a Venezia, orrendi poncho di plastica gialla messi in tasca per paura che all’ingresso ti requisiscano l’ombrello.

Ma al peggio non si è mai preparati. Tant’è che, quando a tre quarti della scaletta (una ventina di brani in tutto, principalmente da Hardwired… To Self-Destruct) partono sui megaschermi le animazioni dei soldati nella Prima Guerra Mondiale, sembra quasi di partecipare a una rievocazione storica. Poi spari, scoppi di bombe resi più realistici dalle fiammate che escono da un po’ ovunque sul palco e l’intro di chitarra di One può finalmente far esplodere in un boato le trincee di fan umidicci.



Concerti dei Metallica ne abbiamo visti tutti tanti, e chiunque fosse lì ieri sera converrà con me sul fatto che non è stato il più epico di sempre (non facile pogare immersi in 10 cm di fango), ma è stata forse la pioggia ad aver reso indimenticabili le due ore. Per i Metallica in primis, visto che Kirk Hammett poco dopo il concerto era già su Twitter a ridere coi fan del momento in cui scivola sul suo pedale wah wah nel bel mezzo di un assolo, perde l’equilibrio e finisce a pancia all’aria come una tartaruga sul carapace. “Pioveva così tanto che sembrava di suonare sotto la doccia” ha commentato nel post.

Foto: Michele Aldeghi



Immancabile anche il solito momento “Karaoke italiano con Trujillo”, introdotto da Papa Het (immancabile anche la toppa sulla giacca di pelle del cantante) con un: «E adesso mio fratello Roberto canterà un po’ di rock italiano». Sul momento pensi “Oddio, cosa farà ora, Vasco o Modugno?”, poi in realtà fa El Diablodei Litfiba. Onesto, per quanto surreale. Non ci farò mai l’abitudine.

Unica nota negativa, clima a parte, l’audio ha lasciato perplessi in molti. Se dal pit sotto il palco il suono non è esageratamente alto, oltre che non proprio mixato a regola d’arte, non oso immaginare da più dietro. Ordinanze comunali restrittive? Paura di danneggiare un impianto già messo a dura prova dall’acqua? Tutte ipotesi plausibili. Ma siamo metallari, diamine, dateci il nostro acufene.

Prima di Seek & Destroy James urla «Vi state divertendo?» alla folla sotto ai suoi piedi, che risponde con cori e applausi. «Beh, smettetela allora!» e giù tutti a ridere. Una situazione tragicomica, di quelle che puoi vivere solo se fai parte della Metallica Family che il cantante sbandiera sempre volentieri. La sacra trinità Lords of Summer, Nothing Else Matters e Enter Sandman chiude la messa più rumorosa che sia mai stata fatta. Poi un bel segno della croce (rovesciata) dei fedeli, scambio del segno di pace (birre e sigarette dai porcari all’uscita) e finalmente tutti a casa a fare la doccia. Calda, stavolta.

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