Ieri sera i Guns N’ Roses erano in palla: la recensione del concerto a Firenze Rocks 2025 | Rolling Stone Italia
Sì, reggono ancora

Lo scriviamo per chi non c’era: ieri sera i Guns N’ Roses erano in palla

Non hanno voluto giornalisti e fotografi al concerto a Firenze Rocks. Noi ci siamo andati lo stesso e abbiamo visto una band in forma e (forse) pacificata. Il nuovo batterista Isaac Carpenter è all’altezza, la voce di Axl ha retto quasi sempre

Lo scriviamo per chi non c’era: ieri sera i Guns N’ Roses erano in palla

Axl Rose e Slash dal vivo coi Guns N’ Roses

Foto: Kevin Mazur/Getty Images

Da diversi anni più che dall’attesa di assistere al concerto, gli show dei Guns N’ Roses sono preceduti da mesi di polemiche sulle condizioni fisiche e vocali di Axl Rose. Una diatriba che ha origini lontanissime e che ha decisamente stancato anche i più pazienti. Eppure anche per i più critici sarebbe difficile descrivere negativamente la serata alla Visarno Arena, alla fine della prima giornata di Firenze Rocks.

Erano anni che non assistevo a un concerto dei Guns, cerco di tenermi alla larga da reunion che, mascherate da ritrovate amicizie, nascondono svogliatezza e compitini utili solo a fare cassa. Per il concerto di ieri sera i Guns hanno scelto di non concedere accrediti a fotografi e giornalisti. Ma era giusto dare una chance a una band che, piaccia o non piaccia, nei primi anni ’90 rappresentava il più grande spettacolo live del mondo. Ho fatto bene.

Sono in palla e lo si capisce subito. Welcome to the Jungle è l’invito perfetto a una serata come questa: suoni già nitidissimi, Duff McKagan e Slash che al di là dei capelli tinti sembrano avere almeno dieci anni in meno e Axl che, asciutto e scattante, spinge subito fortissimo. A impressionare di più è il nuovo batterista Isaac Carpenter, che ha da poco sostituito Frank Ferrer: il suo stile si presta decisamente meglio al sound dei Guns e forse la sua giovane età aiuta il gruppo a rendere più delle proprie possibilità.

Il primo pensiero che viene in mente è quanto poco affidabili sono i video amatoriali a cui spesso ci affidiamo per decidere se vale la pena o meno assistere a un concerto. Vedendo un po’ di performance recenti su YouTube nei giorni scorsi mi ero quasi convinto che i Guns fossero ormai una corazzata con al comando un leader piegato dal tempo e dagli stravizi. Non è così. O comunque non è così tutte le sere, come peraltro accadeva ai tempi d’oro: se incappavi nel concerto sbagliato, Axl (e non solo lui) poteva essere pessimo anche nel 1992.

Se un tempo i tre membri originali sembravano perfettamente inseriti nel contesto street da cui provenivano (vestiti improbabili, colori sgargianti, pose), oggi basta guardare ognuno di loro per capirne le origini musicali: Duff è punk fino al midollo con maglia e fisico da Iggy Pop, Slash è ancora più bluesy, Axl sempre più vicino all’idolo Elton John. La scaletta è impressionante: 30 pezzi che spaziano tra tutti gli album del gruppo, Chinese Democracy e Spaghetti Incident compresi, per una serata quasi da E Street Band. Segno che pace è fatta non solo tra i membri della band, ma anche con le parti più controverse del catalogo. Certo, i 40 mila presenti se ne infischiano delle sottigliezze statistiche o delle chicche e si esaltano davvero per le solite Knockin’ on Heaven’s Door, It’s So Easy e November Rain su tutte, ma è bello sfogliare le set list delle settimane scorse e capire che i Guns hanno voglia di spiazzare ogni sera le aspettative dei fan.

A proposito di aspettative (basse), poco sopra scrivevo di Axl e della sua voce. A parte un paio di occasioni, in particolare una Estranged francamente impossibile da cantare dopo uno sforzo di tre ore, Rose è quasi commovente nel suo insistere a tenere certe tonalità fino alla fine. Si percepisce la voglia di restituire qualcosa a chi ha continuato a credere nel gruppo e lo ha amato nella buona e nella cattiva sorte.

Una piccola nota va infine dedicata ai “nuovi” pezzi del gruppo, finora tutti peraltro ripresi dalle session del tanto deriso Chinese Democracy. Funzionano, alcuni sono più classici (Hard Skool) e altri decisamente no (Absurd e The General), ma tutti lasciano ben sperare per l’ipotetico nuovo album annunciato ormai da un paio d’anni. Insomma, a volte le riunioni tra vecchi amici possono anche funzionare.