Il ritorno dei My Chemical Romance non è un'operazione nostalgia | Rolling Stone Italia
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La reunion dei My Chemical Romance non è un’operazione nostalgia

La band di Gerard Way è tornata dopo sette anni con un concerto a Los Angeles e, di fronte a un pubblico composto quasi interamente da nuovi fan, ha dimostrato che l’emo non è musica del passato

La reunion dei My Chemical Romance non è un’operazione nostalgia

Alla vigilia del concerto-reunion dei My Chemical Romance la temperatura è di nemmeno nove gradi – Los Angeles non diventa più fredda di così. Ma alle porte dello Shrine Expo, dove la band ha organizzato il primo concerto dopo sette anni, parecchi giorni fan sono raggruppati dietro ai carrelli del merchandising nella speranza di guardare da vicino i loro eroi mentre, presumibilmente, vanno via dal soundcheck. Mabel, una ragazza di San Paolo di 22 anni con i capelli blu, dice che ha usato tutte le sue miglia aeree per arrivare qui dal Brasile.

«I My Chemical Romance sono i veri salvatori di chi soffre», dice, citando il testo di Welcome to the Black Parade, la loro hit più memorabile. «È musica in cui i giovani che soffrono possono immedesimarsi, che li fa sentire parte di qualcosa. Mi hanno salvato la vita e ne sarò grata ogni giorno».

Un’ora prima del nostro incontro, la band ha fatto esattamente la stessa cosa – beh, più o meno. «Hai una coperta?», dice il cantante Gerard Way a Mabel in un video diventato virale, in cui anche il bassista Mikey Way e i chitarristi Ray Toro e Frank Yero consegnano coperte calde ai fan dei MCR. Globalmente riconoscibili grazie ai loro cappucci neri e l’eyeliner messo ad arte, i ragazzi e le ragazze della fanbase dei MCR sono forse il pubblico più devoto del rock. A giudicare dalla tenera scena delle coperte – e dal fatto che i concerti della reunion sono andati sold out in circa quattro minuti – i My Chemical Romance se lo meritano.

Fondata poco dopo l’attacco dell’11 settembre, la band di Newark era una sorta di anomalia nella scena pop-punk ed emo del New Jersey. Prendendo ispirazione dall’horror punk di Lodi e Misfits, nel loro primo album I Brought You My Bullets, You Brought Me Your Love i MCR hanno accentuato il loro stile apocalittico con la voce teatrale e stregata di Gerard.

Three Cheers for Sweet Revenge, il debutto con una major del 2004, è diventato subito un classico dell’emo, e la loro ascesa è continuata con la rock opera del 2006 The Black Parade. Sembrava che la band avesse iniziato bene il decennio con Danger Days: The True Lives of the Fabulous Killjoys, ma nel 2013 decisero di sciogliersi, così che ognuno di loro potesse dedicarsi ad altri progetti. «Il finale di Black Parade mi sembrava molto naturale. Andare oltre sarebbe stato come tradire un comandamento artistico che avevo dentro di me», ha detto Gerard a NME tre anni dopo.

Tuttavia, lo scioglimento del 2013 ha solo contribuito ad aumentare i fan del gruppo; a Los Angeles, tre quarti del pubblico alza la mano per indicare che quello è il loro primo concerto dei MCR. Ma prima di salire sul palco, la band è tornata alle radici presentando un’altra band del Jersey: i Thursday, l’opening act della serata. Dopo aver suonato i loro brani più famosi, come Understanding in a Car Crash e Signal Over the Air, il frontman Geoff Rickly ha chiesto a Chris Conley dei Saves the Day di salire sul palco per duettare Ever Fallen in Love? dei Buzzcocks. L’entrata sul palco dei My Chemical Romance fa sembrare la serata una specie di notte della Santissima Trinità dell’emo del New Jersey.

La band resta dietro un gigantesco sipario, nella sala risuona il dialogo d’apertura di I’m Not Okay (I Promise) e il pubblico sta già perdendo il controllo. “You can’t swim, you can’t dance, and you don’t know karate! Face it, you’re never gonna make it” urlano tutti I membri della Sweet Revenge generation. “I don’t wanna make it”, dice Gerard nella clip. “I just wanna –“ cala il sipario, e la band apre con un assalto punk-rock. Se c’è una cosa in cui i My Chemical Romance sono eccellenti, oltre ai riff, è il loro insuperato gusto per il drammatico.

Centinaia di fan sfoggiano il loro miglior cosplay di Gerard, tutti vestiti come l’androgino glam rocker all’epoca di Black Parade. Il frontman, invece, preferisce un sobrio outfit in stile militare – ma questo non significa che non metta tutto se stesso nella performance. Ci piace questo Gerard più rilassato, ma in House of the Wolves il cantante ritorna nel suo personaggio più vampiresco. “We will continue to punish you!”, dice.

Sara Taylor degli Youth Code appare sul palco per suonare lo swing-punk di You Know What They Do to Guys Like Us in Prison. Poi, durante Mama, i genitori dei fan ai lati della sala si scambiano un ghigno mentre Gerard canta: “Mama, we all go the hell / I’m writing this letter and wishing you well / Mama, we all go to hell!”. (La co-autrice Liza Minelli non è qui allo Shrine – probabilmente è a casa a leggere un bel libro bevendo un Chianti).

La band torna al XX secolo con le ballad come S/C/A/R/E/C/R/O/W e Famous Last Words; e, durante il bis, lasciano che il pubblico prenda il controllo in Helena e Welcome to the Black Parade. Certo, i fan del gruppo saranno pure dannati, sofferenti e feriti – ma sanno cantare.

Nell’ultimo decennio abbiamo visto dozzine di band emo tornare sulle scene e poi sparire, ma con questo concerto i MCR dimostrano che non sono più una band del passato, un nostalgia act, ma una band rock & roll senza tempo. Suoneranno altre cinque volte nel 2020, esclusivamente in Australia, Nuova Zelanda e Giappone. A tutti gli altri fan, per ora, non resta che aspettare.

Setlist:

“I’m Not Okay (I Promise)”
“Thank You For The Venom”
“Give ’Em Hell, Kid”
“House Of Wolves”
“Summertime”
“You Know What They Do to Guys Like Us in Prison” – with Sara Taylor of Youth Code
“Make Room!!!!”
“Our Lady of Sorrows”
“Na Na Na (Na Na Na Na Na Na Na Na Na)”
“Sleep”
“Mama”
“I Don’t Love You”
“DESTROYA”
“Teenagers”
“S/C/A/R/E/C/R/O/W”
“Famous Last Words”
“The Kids From Yesterday”

Encore:

“Vampire Money”
“Helena”
“Welcome To The Black Parade”

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