Rolling Stone Italia

La festa e i free drink di Frah Quintale

Un concerto in cui tutti sono amici di tutti, fatto esclusivamente per divertirsi
Frah Quintale

Foto di Fabio Mantegna

C’è un commento di una madre, sull’evento Facebook del concerto di Frah Quintale, che rischia di perdersi tra mille richieste di biglietti – speranze infrante.–: chiede se la figlia di 16 anni ha bisogno di un accompagnatore al concerto o se può entrare da sola.

Signora, non lo faccia.

Non lo faccia perché stasera sua figlia sarà in mezzo alla gente a cantare “sì, ah” (per due volte, visto il bis finale), avrà il cellulare alzato tutto il tempo, sarà lì a piangere pensando che le estati al mare sono lontane. E stia tranquilla, perché ci sarà un suo amico sul palco.

Frah Quintale è amico di tutti quelli dell’Alcatraz: non è contro niente e nessuno, ha gli stessi vizi nostri (“Dovremmo scendere a comprar le sigarette/O anche ordinare qualcosa da mangiare”, prima di Glovo, dopo Deliveroo) e si sta divertendo un sacco, è evidente. È l’amico dell’università che fa le feste, che organizza le uscite, che rinuncia a una ragazza per due bicchieri di vino in più, “Da sbronzo perdo anche il controllo del mio destino”. È quello che assieme agli accrediti, regala un Free Drink, meglio un Frah Drunk, per brindare con lui. Grazie.

È amico di Giorgio Poi, che sale sul palco per Missili, è amico di Ceri, che produce tutto quello che fa e a cui lascia spazio anche per il suo pezzo Bimba mia, è amico di Bassi Maestro, di Fritz da Cat, entrambi visti al concerto, è amico dei Coma_Cose e di Lodo Guenzi, appollaiato sul finale su un palchetto a farsi selfie.

Ha avuto le nostre stesse sfighe, le nostre stesse ragazze mollate, i nostri stessi legami con la provincia lombarda, che resta dentro, anche quando te ne vai via. È bello perché è autentico, si perscepisce. Ogni cosa che canta, quando si ferma a guardare la gente e si emoziona… Complice il palco un po’ spoglio, Frah e Ceri sono da soli di fronte alla gente. E sembra quasi uno scherzo sentirlo parlare di due anni fa, quando suonava nei circoli davanti a 150 persone distratte. Una crescita notevole, che l’ha portato pure a fare il giro, musicalmente parlando. Rap-Indie-Rap, grazie al duetto con Gué Pequeno (su 2%, traccia migliore di Sinatra, riproposta qui assieme a Chapeau, in un medley di featuring). Piccola nota un po’ così: gasato dall’autotune, si perde un po’ in mezzo alla sequenza di “skrrr” che il microfono lo spinge a fare, ma glielo si perdona facilmente.

Perché quello che mette in piedi è una festa per tutti. E chissà, magari si sarebbe divertita anche la mamma premurosa.

Perché la figlia, di sicuro l’ha fatto.

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