I Subsonica sono la migliore live band italiana, ancora | Rolling Stone Italia
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I Subsonica sono la migliore live band italiana, ancora

Il tour di "8" sta per terminare, eppure il clan dei Casasonica sembra più fresco di quando è partito. La cronaca del concerto al Mediolanum Forum di Assago

Foto di Daniele Baldi

Foto di Daniele Baldi

Samuel si aggira per i meandri del Mediolanum Forum di Assago in pantaloncini corti, maglietta e calzini. Niente scarpe, niente ciabatte. Va avanti e indietro nel lungo corridoio, vagando da un camerino all’altro noncurante del pavimento bagnato. Normalmente è la persona più calma ed educata di questo mondo, ma stavolta è ancora più calmo ed educato del solito, praticamente una versione giovane del Dalai Lama che gira in bermuda prima del suo concerto. «Mi hanno appena fatto un massaggio» mi racconta col sorriso gongolante. «Schiena e gambe, sono come nuovo.»

E non è un modo di dire. Mancano tre date esatte alla fine del tour di 8, eppure Samuel sta già saltando in giro come una molla al primo pezzo in scaletta, Bottiglie Rotte, come se per ogni data del tour la produzione gli avesse messo a disposizione un corpo da maltrattare e consumare, per poi buttarlo via e indossarne un altro per la tappa successiva. «Beh, vedo che vi siete tenuti in forma anche voi, bravi» dice ansimando al pubblico del Forum dopo aver imbroccato una sequenza di petardi potentissimi come Discolabirinto, Up Patriots To Arms e Nuova Ossessione.

Anche il resto della band sembra godersela, per quanto ognuno a suo modo. Vicio e le sue solite gambe piantate ma lievemente ondeggianti, Max e le sue mossette meccaniche un po’ new wave e le gambe ora strette tipo chitarrista dei Japan, ora divaricate al massimo in modalità hard rocker, Ninja chirurgico e virtuoso delle bacchette. E poi Boosta e i suoi balletti funky appeso alla tastiera più pesante e odiata da tutti i tecnici di palco che abbiano mai incrociato la strada dei Subsonica. In ogni caso la vita per Samuel è forse più agile, dovendo portarsi appresso un solo radiomicrofono (o meglio tre, al solito tenuti insieme dallo scotch), e potendo quindi correre attorno al palco a velocità di curvatura, che se lo legassimo a un alternatore potremmo quasi quasi alimentare l’intero Forum.

Foto di Daniele Baldi

Foto di Daniele Baldi


Poi l’apocalittica Punto Critico, Liberi Tutti, Perfezione con un inaspettato medley (quasi) acustico di Boys Don’t Cry dei Cure. Prima del concerto mi hanno inviato un file con la scaletta del concerto (in fondo a questo articolo). Trenta pezzi in tutto, inframezzati, ogni due o tre, da dei misteriosi “cambio palco” scritti in rosso. Sulle prime non capisco proprio. Che significa cambio palco? Mica potranno cambiare il palco ogni tre minuti, a meno che non abbiano assoldato un manipolo di umpa lumpa. E in ogni caso, per quanto spettacolare la vista di uno stuolo di umpa lumpa, il processo finirebbe per spezzare il ritmo del concerto. Come quando Rihanna ai suoi live si cambia d’abito ogni DUE canzoni.

Niente di tutto ciò. E a corredo della migliore live band di questo Paese, c’è infatti il più grandioso setup da palco che si sia mai visto da queste parti. Una simile coreografia di schermi LED appesi dal soffitto, liberi di assumere posizioni pazze grazie a carrucole motorizzare, si era già vista nell’ultimo tour dei Justice. Ma nemmeno i due parigini della cassa dritta avevano sotto i piedi dei moduli di palco in grado di spostarsi avanti e indietro indipendentemente l’uno dall’altro, cambiando così la geometria della scena. Su uno degli schermi LED appesi Samuel ci sale pure per cantare Respirare un po’ imbragato ma comunque spettacolare da vedere, come un Kanye dell’ultimo Saint Pablo Tour.

In tutto ciò, i Subsonica per tutto il tour hanno praticamente aggiunto un sesto membro alla formazione, Willie Peyote, che all’occorrenza apre il concerto oppure sale sul palco per aggiungere un po’ di rappato con una combo mortale di L’incubo, I cani e Radio Estensioni.

Le due ore sudatissime, che ripercorrono 8 album e un numero di concerti che probabilmente andrebbe riportato in notazione esponenziale, si concludono con i classici fuochi d’artificio finali del repertorio del clan dei Casasonica. L’odore, Tutti i miei sbagli (presentata da Samuel con una gag sanremese, ma vorrei ricordare che sono la prima e ultima band ad aver suonato in diretta su Rai 1 i bleep acidi di una 303). Arriviamo a Strade sfiniti e storditi da un concerto al solito incredibile, che non può essere merito dei soli massaggi.

SCALETTA:

0. INTRO (cambio palchi)
1. BOTTIGLIE ROTTE (cambio palchi)
2. DISCOLABIRINTO
3. UP PATRIOTS TO ARMS
4. NUOVA OSSESSIONE
5. JOLLY ROGER (cambio palchi)
6. FENICE
7. PUNTO CRITICO
8. LIBERI TUTTI
9. DILUVIO
10. PERFEZIONE (cambio palchi)
11. L’INCREDIBILE PERFORMANCE DI UN UOMO MORTO
*******************************************************************(cambio palchi)
12. RESPIRARE
13. CIELI IN FIAMME (cambio palchi)
14. L’INCUBO FEAT. WILLIE
15. I CANI FEAT. WILLIE
16. RADIO ESTENSIONI FEAT. WILLIE
17. GLACIAZIONE
18. NUVOLE RAPIDE
19. VELENO
20. AURORA SOGNA
21. DEPRE
22. LE ONDE (cambio palchi)
23. IL CIELO SU TORINO
24. L’ODORE
25. ABITUDINE
26. BENZINA OGOSHI
27. TUTTI I MIEI SBAGLI
28. STRADE

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