Ci si crede solo quando Liam e Noel Gallagher salgono assieme sul palco. Si tengono per mano e le sollevano in alto come fossero una sola. Di fronte a loro, gente che ha aspettato 16 anni per assistere a questa scena. «È bello essere tornati», dice Liam aprendo con Hello un concerto che molti credevano impossibile.
Nell’ultimo anno chiunque ha elaborato una sua spiegazione del perché gli Oasis si sono rimessi assieme: «Liam e Noel hanno finalmente fatto pace», «il cachet era troppo alto per rifiutare», «lo fanno per mamma». Uscendo dalla stazione centrale di Cardiff in questa afosa serata estiva, l’unica ragione plausibile sembra invece il desiderio di ritrovarsi con milioni di fan per i quali la band è parte integrante della vita. «È valsa le 40 mila sterline che avete speso per il biglietto?», scherza Liam a metà concerto, senza manco aspettare la risposta affermativa del pubblico.

Foto: Stuart Garneys for Rolling Stone UK
L’evento culturale dell’anno e forse anche del decennio non aveva bisogno di hype, ma l’idea di farlo al Principality Stadium di Cardiff di venerdì sera ha aiutato. Non fa parte del circuito degli stadi britannici, si trova nel centro della capitale gallese, a cinque minuti a piedi dalla stazione ferroviaria e circondata da decine di pub e bar.
«Cardiff è già in delirio», assicuravano i reporter 24 ore prima dello show. Le strade attorno allo stadio erano tutto un pullulare di negozi pop-up di merchandising, murales e altro. A giudicare dall’entusiasmo e dal casino che c’era in città, più che a un concerto pareva di stare a una finale di coppa. Il fatto che il Principality abbia un tetto retrattile che è stato chiuso ha reso l’atmosfera più simile a quella d’un concerto in un palasport che a quella di uno spettacolone gigantesco.
C’è insomma un’energia febbrile dentro lo stadio quando poco dopo le 20 gli Oasis salgono sul palco e attaccano il primo pezzo di (What’s the Story) Morning Glory?. Le domande sulla scaletta, gli interrogativi sulla formazione della band (il povero Zak Starkey, già licenziato due volte dagli Who, non c’è), le registrazioni fatte con gli iPhone fuori dalle prove a Londra e dintorni, ecco, tutto questo diventa insignificante non appena la gente comincia a urlare.
Il sound del gruppo è, per usare la frase preferita di Liam, biblical. Nel giro di mezz’ora si ascoltano Acquiesce, Morning Glory, Supersonic e Cigarettes & Alcohol a un volume assordante. Le hit generazionali degli Oasis sono tante, lo si sa, ma fa comunque effetto esserne travolti e sentirle una dopo l’altra per oltre due ore.
A metà concerto, una coppia di brani di Noel – Half the World Away e Little By Little – fa partire a sorpresa alcuni dei cori più potenti della serata, mentre Liam canta Slide Away e Whatever in modo particolarmente appassionato. C’è anche spazio per un pizzico di commozione quando durante le battute finali di Live Forever appare sullo schermo la maglia dell’attaccante del Liverpool Diogo Jota, morto ieri in un incidente stradale.

Foto: Stuart Garneys per Rolling Stone UK
La più grande sit-com della storia della musica britannica si era interrotta nel 2009, quando Noel ha lasciato la band poco prima del concerto al Rock en Seine di Parigi. Nei 16 anni successivi ci sono stati progetti solisti e voci di reunion, coi due che si sono costantemente (e in modo spassoso) insultati a vicenda. All’annuncio del tour, molti hanno pensato che le immagini stampa che li raffiguravano assieme fossero dei fotomontaggi e che Liam e Noel non si fossero mai incontrati di persona. La vendita dei biglietti ha scatenato un dibattito globale sul dynamic pricing finito sotto indagine da parte del governo britannico. Tutto molto drammatico. O come dice Liam prima di chiudere lo show con Champagne Supernova, «siamo una faticaccia, lo so».
Al contrario, il concerto è sorprendentemente privo di drammi. Suonano i classici in modo impeccabile, accompagnati da una band in stato di grazia, e con l’atteggiamento distaccato di chi sa di non dover dimostrare un bel niente. I due hanno ripreso i loro vecchi ruoli: Liam è il casinista che invita i fan a ballare il Poznan del suo amato Manchester City durante Cigarettes & Alcohol, Noel è quello più pacato. È come se non se ne fossero mai andati.

Foto: Stuart Garneys per Rolling Stone UK
Se all’inizio del concerto avevano alzato le mani in un gesto simbolico, prima di lasciare il palco i fratelli si abbracciano, accompagnati da un’ovazione mostruosa. Per buona parte del concerto lasciano che a parlare sia la musica ed è giusto così. Non sono gli scazzi e i litigi, gli High Flying Birds e i Beady Eye, sono queste canzoni generazionali a essere rimaste. E rimarranno molto tempo dopo questa serata, una delle più memorabili nella storia di Cardiff.
Set list:
Hello
Acquiesce
Morning Glory
Some Might Say
Bring It on Down
Cigarettes & Alcohol
Fade Away
Supersonic
Roll With It
Talk Tonight
Little by Little
Half the World Away
D’You Know What I Mean?
Stand By Me
Cast No Shadow”
Slide Away
Whatever
Live Forever
Rock‘n’Roll Star
Bis:
The Masterplan
Don’t Look Back In Anger
Wonderwall
Champagne Supernova