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Erano anni che non vedevo un concerto come quello di Iggy Pop

A 76 anni Iggy, affiancato da Duff McKagan dei Guns, Chad Smith dei Red Hot, Andrew Watt e Jamie Hince, ancora spacca. Report di una serata rock'n'roll indimenticabile che in Italia non vedremo

Foto: Barry Brecheisen/Getty Images

Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers e Duff McKagan dei Guns N’ Roses hanno suonato praticamente in ogni stadio del pianeta. Ieri sera si sono esibiti in un locale decisamente più piccolo, il Regent Theater di Los Angeles, un posto da 1100 posti. L’hanno fatto nel ruolo di batterista e bassista di Iggy Pop nel primo di cinque concerti previsti sulla West Coast.

Il supergruppo, che comprende anche Andrew Watt e Jamie Hince, s’è sparato 80 minuti di musica divisa tra pezzi dell’ultimo album di Iggy Every Loser e classici di una carriera che copre sei decenni. Erano anni che non vedevo un concerto rock come questo. È stato anche il giusto promemoria del fatto che Iggy, nonostante i suoi 76 anni, resta uno dei performer più eccitanti sulla terra.

Lo show ha preso il via con lo spoken The News for Andy, per poi passare a Neo Punk: “Ho una Rolls-Royce personalizzata, sono un neo punk. Le vecchie signore vengono quando mostro il pacco, sono neo neo punk fisicato, modello di Gucci”. Dopo Frenzy, sempre da Every Loser, si è tornati indietro nel tempo di mezzo secolo con un’interpretazione feroce di Raw Power che ha mandato la gente fuori di testa e ha ispirato un bel po’ di stage diving. Per McKagan, che ha suonato il pezzo in The Spaghetti Incident? e dal vivo coi Guns, è stata finalmente l’occasione per farlo con Iggy in persona. Ovvio che si è goduto ogni istante.

Si è passati dai pezzi di Every Loser ai classici degli Stooges (TV Eye, Loose, Search and Destroy), alle canzoni di Iggy solista (The Passenger, Sixteen, Lust for Life). È Watt, che è pure produttore dell’ultimo album, l’MVP della serata visto che s’è calato senza sforzo alcuno nei panni di Ron Asheton, James Williamson, Ricky Gardiner, Phil Palmer e degli grandi chitarristi che hanno affiancato Iggy in passato.

«Questo pezzo è incredibilmente vecchio, proprio come me», ha detto Iggy prima d’un formidabile Nightclubbing: “È ora di sniffare della droga, bere un po’ e darci dentro, baby”. Il set principale s’è chiuso con una versione primordiale di Search and Destroy in cui s’è rivisto il “ghepardo che cammina per strada” dei tempi degli Stooges.

La sorpresa a inizio bis: una versione morbida di Walk on the Wild Side, forse un omaggio a Lou Reed di cui ricorrerà quest’anno il decennale della morte. «Niente guerra del cazzo, niente politica, niente social, cammineremo sul lato selvaggio, baby», ha aggiunto nel finale. «Suonare per voi è stato divertente. Abbiamo fatto del nostro meglio. E ora una canzone su un cane davvero speciale». Non poteva che riferisi a I Want to Be Your Dog, in una versione feroce.

Mentre ancora risuonavano le ultime note, tra cui alcune battute di No Fun, pensavo che tutti i musicisti che hanno inciso la versione originale del pezzo sono morti, a parte Iggy ovviamente. Parliamo di una band che ha attraversato immani casini e sofferenze. Non c’è modo migliore di onorare i compagni caduti che mantenere viva la loro musica in questa maniera. Per gli altri membri di questa band è in fondo un’occasione per vivere le fantasie rock che avevano da ragazzi.

Sfortunatamente il tour finirà dopo soli altri quattro concerti, per via degli impegni dei musicisti. Chissà che trovino un modo per riportare questa roba su un palco in futuro. Che crudeltà sarebbe mettere insieme una tale magia e ripeterla solo cinque volte.

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