Tre mesi fa la sola idea di un concerto dei Radiohead nel 2025 – e non solo nel 2025 – sembrava semplicemente impossibile. Dopo aver chiuso nell’agosto 2018 il tour di A Moon Shaped Pool, i cinque si sono infatti dedicati ai loro tanti progetti paralleli: Thom Yorke e Jonny Greenwood hanno tirato fuori tre album con gli Smile; Greenwood ha composto varie colonne sonore, compresa quella recente per Una battaglia dopo l’altra di Paul Thomas Anderson; Yorke ha pubblicato un disco col produttore Mark Pritchard; anche Phil Selway e Ed O’Brien hanno fatto dischi solisti; Colin Greenwood ha dato alle stampe un magnifico libro fotografico sul gruppo. Insomma, dopo sette lunghi anni dall’ultimo concerto, la domanda era: li avremmo mai più rivisti assieme sul palco?
L’anno scorso hanno cominciato a girare le prime voci sulla reunion, voci che Yorke ha stroncato: «Non ne so nulla e non me ne frega un cazzo. Senza offesa per nessuno, e grazie comunque dell’interessamento». A noi invece fregava, eccome, ed è per questo che è sembrato d’assistere a un piccolo miracolo quando ieri sera le luci della Movistar Arena di Madrid si sono abbassate per l’inizio del tour europeo 2025 e i Radiohead sono saliti sul palco mettendo fine alla pausa più lunga della loro carriera.
È valsa la pena attendere. Hanno attaccato con Let Down ed è la prima volta che la scelgono come pezzo d’apertura dai tempi di Manchester 2017 (qualcosa come 28 anni dopo la pubblicazione, la canzone è entrata nella Hot 100 americana grazie a TikTok, forse perché i ragazzi di oggi si sentono come quelli di ieri, ovvero isterici e inutili). Si è avuta veramente l’impressione d’assistere all’inizio di una nuova era della band. La prima novità: sul palco con loro c’è il batterista e percussionista Chris Vatalaro. A quanto pare il musicista, che ha collaborato con Selway e suonato con Imogen Heap, Anohni and the Johnsons, Jarvis Cocker e altri, ha preso il posto di Clive Deamer dei Portishead, che affiancava la band in passato dal vivo. Ma soprattutto, per la prima volta i Radiohead si sono esibiti col palco al centro del palazzetto, con la gente attorno.
Per le prime canzoni sono rimasti dietro a una sorta di un videosipario semitrasparente che ha iniziato ad alzarsi parzialmente durante Bloom. Lo schermo è diviso in pannelli che si alzano e abbassano durante tutto il concerto, oscurando in parte la visuale del palco, anche se Yorke si muove di continuo per farsi vedere da ogni angolo del palazzetto. E con muoversi intendo ballare in quel suo modo adorabile e unico che conosciamo e amiamo. È stato bello rivederlo così dopo tanto tempo, come durante Ful Stop, quando ha ballato stringendo il synth, o The Gloaming, con le braccia che sembravano fendere onde invisibili e le sneaker che tremavano come quelle d’un bambino irrequieto e felice.
The Gloaming è una delle sei canzoni di Hail to the Thief che la band ha messo in scaletta. Un’altra è Sit Down Stand Up, che non si ascoltava dal 2004 e anche A Wolf at the Door si è sentita di rado in passato, con Yorke che ha recitato alla perfezione la favola sul capitalismo (“Investments and dealers! Investments and dealers!”), a dimostrazione di quanto duramente la band deve aver provato i pezzi. L’insistenza sull’album del 2003 non sorprende considerando che i Radiohead hanno appena pubblicato il disco dal vivo d’epoca Hail to the Thief (Live Recordings 2003-2009), che ha pezzi così forti da stupire persino Yorke. «Sono rimasto scioccato dall’energia con cui suonavamo», ha detto, «la cosa mi ha aiutato a trovare una nuova direzione» (come ha scritto il collega Rob Sheffield, «è una bella notizia vedere Thom Yorke che si ricorda all’improvviso che c’era un tempo una band chiamata Radiohead e che suonava incredibilmente bene»),
Weird Fishes/Arpeggi è e resterà per sempre uno dei picchi di qualsiasi concerto dei Radiohead, se non altro per vedere O’Brien dare il suo tocco nei cori. Il chitarrista è spesso sottovalutato, eppure basta guardarlo fare pezzi del genere per accorgersi della magia che ci mette. Un altro bel momento, questo tratto da In Rainbows, arriva quando i fratelli Greenwood suonano uno di fronte all’altro durante Bodysnatchers, con Colin raggiante, come se stesse dicendo: siamo tornati.
Yorke non è uno che ama chiacchierare col pubblico, mica è Bruce Springsteen che racconta aneddoti sulla sua infanzia. Quando la band torna sul palco per il bis, accolta da grandi applausi, il cantante dice due parole, giusto due, mentre prende la chitarra acustica, «Fair enough», per poi gettarsi in Fake Plastic Trees, l’unico pezzo da The Bends che si sente, coi cori del pubblico e le torce dei cellulari accese (a quel punto, lo schermo è completamente sollevato e lascia la visuale libera). Stesso discorso per Amnesiac, da cui si è sentita la sola You and Whose Army, che in compenso è stata devastante, con la videocamera puntata sul microfono di Yorke per catturarne espressioni e gesti delle mani.
In quanto agli altri bis, si va da una versione travolgente di There There al trip nel mondo di OK Computer con Subterranean Homesick Alien, Paranoid Android e Karma Police chiusura di rito. In mezzo, una struggente versione di How to Disappear Completely a ricordarci che sì, siamo qui, ed è tutto vero, sta succedendo.
È la prima volta che i Radiohead vanno in tour senza avere pubblicato un disco nuovo. Molte cose, dalla salute mentale alle tensioni interne legate al conflitto Israele-Hamas, ne hanno quasi impedito il ritorno. In un certo senso, quel «fair enough», quel «va bene» detto da Yorke è una specie di ammissione che i Radiohead sono ormai ufficialmente, inequivocabilmente una band classic rock. Pare che il cantante abbia inviato ai compagni una scaletta con 65 brani da provare e che intendano cambiarla ogni sera, una bella svolta rispetto alla ben nota riluttanza a suonare i classici. Sarebbe facile liquidarla come un’operazione commerciale, ma negli ultimi sette anni i Radiohead hanno dimostrato di non avere bisogno di fare questo tour. Lo fanno per i fan.
Set list
Let Down
2 + 2 = 5
Sit Down. Stand Up.
Bloom
Lucky
Ful Stop
The Gloaming
Myxomatosis
No Surprises
Videotape
Weird Fishes/Arpeggi
Everything in Its Right Place
15 Step
The National Anthem
Daydreaming
A Wolf at the Door
Bodysnatchers
Idioteque
Fake Plastic Trees
Subterranean Homesick Alien
Paranoid Android
How to Disappear Completely
You and Whose Army?
There There
Karma Police
