21 GIUGNO, ORE 21
La celebrazione inizia senza di lui. Centomila persone tra la via Emilia e Las Vegas stanno intonando Certe Notti come una preghiera collettiva – la preghiera di essere svegli, altrimenti non sarai sveglio mai. E Ligabue non c’è. È come se la sua canzone di 30 anni fa, quella che in teoria viene festeggiata stasera, fosse una star cui non vuole togliere spazio.
Arriva sul palco a canzone finita. Con la band. Attaccano un altro pezzo che compie 30 anni: I ragazzi sono in giro.
Sul pratone, iniziano a saltare i ragazzi di 30 anni, o di 60 anni, o di 20 anni: Campovolo è uno specchio in cui possono avere gli anni che vogliono.
20 GIUGNO, POMERIGGIO
“In un certo senso, Campovolo è qualcosa che abbiamo sempre rischiato di vederci sfuggire dalle mani, fin dall’inizio”, ha detto Luciano Ligabue il giorno prima del concerto, presentando la quinta edizione del megaconcerto dietro casa sua. “Nessuno avrebbe potuto immaginare che arrivasse così tanta gente. Ma da subito abbiamo avuto la sensazione di una festa che non si esauriva nel concerto”.
Il Campovolo 2025 prevede un luna park con toro meccanico e Ligaflipper personalizzati, Ligacalciobalilla e altri Ligagiochi, per grandi e piccini. Un Elvis gigante che veglia sulla Liga Street, sulla quale si affacciano bar, ristoranti, negozi che vendono merchandising di Ligabue, e un cinema all’aperto che proietta i film di Ligabue. Spazi per giocare a pallavolo, a basket, o per cantare tutti insieme in karaoke le canzoni di Ligabue. C’è un piccolo museo di Ligabue, con vestiti, strumenti e foto di Ligabue. C’è un palco per tribute band (di discreto livello, sinceramente) che cantano canzoni di Ligabue.
…Ok, scritto così sembra sarcastico. Invece, vedete, la gente si diverte, come spesso capita nei villaggi vacanze, e questo è frequentato da gente frequentabile, cosa che non si può dire di tutti i villaggi vacanze. Tutto è il più possibile eco-sostenibile e sensibile, sono presenti organizzazioni che sensibilizzano sui temi ambientali, i diritti umani, la parità di genere, la diversità, e non poteva essere esclusa l’inclusione. Ci sono le eccellenze gastronomiche del territorio, e c’è l’encomiabile PizzAut. E in questo LigaVillage ci sono centomila persone venute qui per augurare buon compleanno a Certe Notti. Ma è anche un buon compleanno per Buon Compleanno Elvis, ed è pure un buon 120° compleanno per Las Vegas, il cui immaginario iperbolico è sempre stato presente nella (Mondo)visione di Ligabue. E se ne riappropria in diversi modi.
Creare una strip in Vegas-style a ridosso della RCF Arena è anche il suo ennesimo tentativo di esorcizzare il proprio successo, per sentirsi sempre Seduto in riva al fosso. Ma Las Vegas torna più volte, come tema visivo, nello spettacolo. E si rivela utile anche come sfondo ineffabile per tornare a porsi l’iperbolica domanda: A che ora è la fine del mondo?
21 GIUGNO 2025: POLITICA
Lo show di quest’anno, che avrà un seguito a breve a Caserta (6 settembre) e il 20 giugno 2026 a San Siro (lo annuncia Liga medesimo dal palco) supera il livello di spettacolarizzazione dei precedenti. Ma è anche uno dei suoi concerti più politici. Nelle parole, e nei visual. Per introdurre Cosa Vuoi Che Sia dice al pubblico: “Ci dicono che in fondo, d’estate ha sempre fatto caldo, in autunno ha sempre piovuto. Che occuparsi del clima è un lusso, perché l’economia, perché il PIL… Cosa vuoi che sia se tutta quella gente che ha perso tutto per inondazioni o frane è stata lasciata sola. Questi qui, i capi del mondo, avranno pure dei figli e nipoti, ma cosa vuoi che sia”. Ora la Las Vegas che appare sullo schermo è in stato di abbandono dopo un disastro, forse atomico, forse climatico.
Durante il concerto, non fa Bar Mario. Non fa Una vita da mediano. Non fa L’odore del sesso. Non fa Ho messo via. Però fa Il Mio Nome È Mai Più, preceduta da una registrazione di Roberto Benigni durante Propaganda Live, un invito a fermare i massacri. Lo schermo specifica: Basta col massacro a Gaza. Basta col massacro in Sudan. Basta col massacro in Ucraina. Basta con i 56 massacri in corso nel mondo”.
Durante Happy Hour, immagini create con AI mostrano un’astronave che si allontana dalla Terra: a bordo, in una specie di variazione del film Don’t Look Up, ci sono le celebrities del potere, che brindano: Putin e Trump, Meloni e Musk, Bezos ed Erdogan, Joe Biden e Zelensky, Ursula Von Der Leyen ed Emmanuel Macron. C’è anche Mattarella – ha l’aria triste ma è lì nella lieta brigata.
Meloni non compare invece nel pantheon femminile che scorre mentre viene eseguita Le Donne Lo Sanno: ci sono volti un po’ prevedibili (come Levi Montalcini, Merini, Murgia, Anna Magnani, Cecilia Strada, Liliana Segre, Paola Egonu, Bebe Vio) e altri forse un po’ meno (Raffaella Carrà, Tina Pica, Geppi Cucciari, Sandra Mondaini, Milena Vukotic).
Quindi, ecco: c’è una rispettabile quota di impegno. Nella conferenza stampa della vigilia, aveva spiegato: Io sono stato adolescente negli anni ’70, quando c’era in qualche modo la convinzione che il mondo si potesse cambiare, che potesse essere reso un po’ più vivibile e un po’ più giusto. E sembrava che tutti andassero in quella direzione, non solo studenti e lavoratori ma anche diverse nazioni e diversi rappresentanti del capitalismo. Oggi si pensa esclusivamente in termini di riarmo e guerra”.
Ma una festa è una festa è una festa. E quindi.
21 GIUGNO 2025: LA FESTA
Difficile dire quali momenti abbiano emozionato più gli spettatori, anche perché la gente ricopre sempre di affetto e applausi i vecchi amici, che siano canzoni che cantano da decenni o i musicisti di tutte le band che hanno suonato con Ligabue, che si sono dati il cambio sul palco per accompagnare il capobanda. Ma con tutto il rispetto per le altre trovate a effetto, il pubblico visibilio si è chiaramente impennato per l’assurda Cadillac gigante, grande abbastanza per ospitare un palco (auto)mobile, sul quale sono state eseguite, Si Viene E Si Va e Il Meglio Deve Ancora Venire. Uno “stunt” un po’ alla U2, alla quale più tardi è stata contrapposta una trovata a chilometro zero: due immense bottiglie di Lambrusco stappate sul palco – mentre il pubblico viene inondato da due fontane d’acqua. “20 anni di Campovolo. 30 anni di Buon Compleanno Elvis. 35 anni con voi”, dice lo schermo. Fine.
BIS
Ovviamente, Urlando Contro Il Cielo. E poi, Certe Notti. Conclusa con fiammate dal palco. La festa è finita. Ma la festa si replica. A Caserta a settembre, a Milano il giugno prossimo, e chissà, forse anche altre volte, chi può escluderlo: Certe Notti sono un vizio che Ligabue non vuole smettere mai, e il suo pubblico nemmeno.