070 Shake, la vita in bilico | Rolling Stone Italia
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070 Shake, la vita in bilico

La pupilla di Kanye West sta cercando un fragile equilibrio tra un passato di dipendenze e un futuro da popstar. L'abbiamo vista alla Santeria di Milano: che carisma. È la versione piena di glamour e Auto-Tune dei nostri problemi

070 Shake, la vita in bilico

Foto: Arianna Carotta

Sarà il lungo capello riccio a mascherare il giovane ma vissuto volto magro, quel look – camicia, cravatta, giubotto di pelle – volutamente androgino (“Sono così androgina che continuo a confonderli”, come canta in Lose My Cool) o quei tossici sbalzi d’umore tra momenti a cuore aperto e altri di pura e rabbiosa follia, ma dal palco la somiglianza tra 070 Shake e Rue Bennett, il personaggio interpretato da Zendaya in Euphoria, rasenta il ridicolo.

070 Shake, il cui nome d’arte è formato dal codice postale del New Jersey e dal soprannome guadagnato sui campi da basket ai tempi della North Bergen High School, ha proprio quel fisico da ribelle che nelle high school può far impazzire tutti, ragazzi e ragazze, professori e professoresse, con quel carisma magnetico con cui, anche non facendo (e dal vivo capita spesso) niente, riesce a monopolizzare l’attenzione collettiva. Gli occhi dei presenti la divorano, e lei ha quella spavalderia per reggere e contraccambiare ogni singolo sguardo.

Sarà il peso delle esperienze della vita, le pose menefreghiste da chissenefrega del mondo o l’atteggiamento da bad girl dal cuore d’oro, ma 070 Shake ha qualcosa che molte artiste e molti artisti si sognano: la gravitas.

Devi avere una certa e innata gravitas per convincere, a soli 19 anni, Kanye West a farti firmare per la sua etichetta, la GOOD Music. E devi avere delle spalle belle larghe per partecipare, a 21 anni, alle Wyoming sessions dello stesso West e tirare fuori una doppia partecipazione nel suo disco, Ye, nei due brani meglio riusciti (Ghost Town, Violent Crimes), un pezzo (Santeria) nel disco di Pusha T e un’altra doppia partecipazione (Not for Radio e Everything) in Nasir, il disco di Nas prodotto da West. Ma 070 Shake ha il dono di rendersi credibile in ogni testo, in ogni melodia, nell’uso sfrenato dell’Auto-Tune come mezzo per sottolineare la gravità e l’imminenza del proprio canto, nonostante lavori con un genere – l’emo trap – che spesso rischia di perdersi nell’autocompiacimento estetico. Qui però non c’è bluff, non c’è posa, non c’è filtro. Facile capire perché Kanye West se ne sia artisticamente innamorato.

070 Shake - Medicine (Official Video)

Dai primi brani pubblicati su Soundcloud, passando per la strepitosa I Laugh When I’m With Friends But Sad When I’m Alone contenuta nell’EP del 2018 Glitter, ai due riuscitissimi dischi, Modus Vivendi del 2020 e You Can’t Kill Me del 2022, 070 Shake non ha mai avuto nessun timore a raccontare – con voce struggente che, passata attraverso l’Auto-Tune, acquista un ulteriore strato di sporco, stavolta digitale – i suoi rapporti con l’abuso di droghe, la sua sessualità e i problemi di autostima. In lei è tutto costantemente in bilico come il calice di vino rosso che impugna durante la performance e che sorvola la sua camicia bianca e le prime file con il rischio di rovesciarsi nel momento più inaspettato. Non a caso finirà in mille pezzi, sbattuto per terra dalla stessa artista in un momento di incontenibile eccitazione.

Ma è proprio a partire da questa fragilità che la ragazza ha costruito su di sé una corazza di specchi in cui il suo pubblico, che sia quello di ieri alla Santeria di Milano o quello che macina milioni di ascolti online, può rivedere le proprie debolezze e i propri dolori. Nella ipnotica sfacciataggine egotistica che domina la performance e l’estetica di 070 Shake, tutti noi presenti vorremo essere lei nello stesso modo per cui, tutti noi, segretamente, vorremo essere la Zendaya di Euphoria; un’adorata versione glamour e cinematografica delle nostre problematiche.

A 13 anni lottava contro una dipendenza da Adderall, a 25 è in un tour solista per l’Europa mentre si prende una pausa dal tour mondiale di Kid Cudi, di cui è uno degli opening: nel suo fragile equilibrio tra un passato di dipendenze e un futuro da popstar, 070 Shake è una luce che splende dalle rovine dell’adolescenza.

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