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L’Intelligenza Artificiale non ruberà il lavoro ai musicisti, ma può fare di peggio

La musicista d’avanguardia Holly Herndon si inserisce nella diatriba fra Grimes e Zola Jesus e porta il dibattito a un altro livello. «L’IA senziente è una fantasia che distrae dai risvolti politici e economici della tecnologia»

Foto: Boris Camaca

L’intelligenza artificiale non sostituirà i musicisti. Lasciata in mano alle cosiddette over-the-top, multinazionali tecnologiche che forniscono servizi e contenuti via internet, potrebbe però causare danni persino maggiori. È la tesi della musicista elettronica Holly Herndon che sta riflettendo da tempo sull’argomento e che si è inserita nella diatriba in corso fra Grimes e Zola Jesus, portando il dibattito a un altro livello.

È tutto cominciato quando, il 18 novembre, Grimes ha parlato di musica e intelligenza artificiale, ospite del podcast dello scienziato Sean Carroll Mindscape. “Stiamo vivendo gli ultimi giorni dell’arte prodotta dall’uomo”, ha detto Grimes. “Quando nascerà davvero l’Intelligenza Artificiale Generale (vale a dire, una intelligenza artificiale forte e in grado di replicare l’intelligenza dell’uomo, nda) farà arte meglio di noi. Nel giro di dieci, forse venti o trent’anni, l’Intelligenza Artificiale padroneggerà perfettamente arte e scienza”. La musicista, che in febbraio pubblicherà il concept sui cambiamenti climatici Miss Anthropocene, ha anche detto che “ben presto la musica dal vivo diventerà obsoleta”.

La musicista underground Zola Jesus ha reagito alla dichiarazione di Grimes definendola “la voce del privilegio fascista al silicio”. In una serie di tweet, la cantante americana d’origine russa ha scritto: “Non biasimo chi vive fuori dal mondo, ma parlare del futuro della musica e dell’arte con tanto cinismo è tipico di chi non ha nulla da perdere. La nuova canzone di Grimes è bella, ma gli artisti sono persone complicate. Il pericolo viene dalla ricchezza e dal potere senza controllo. Non mi sto lamentando. Sto solo cercando di rianimare il cadavere morente dell’unica cosa che dà gioia e senso alla vita”. E ancora: “l’ispirazione non può essere automatizzata”.

A sua volta, Grimes ha risposto che “la tecnologia cambia da sempre il nostro modo di fare/consumare musica e continuerà a farlo. In quale direzione potrebbe andare e quali sono i potenziali esiti positivi? Non possiamo evitare i gli esiti negativi se non iniziamo a prevedere quelli positivi”.

Ora nel dibattito si è inserita Holly Herndon. Non è solo una musicista dal profilo più alto di Zola Jesus e Grimes, anche se non è popolare quanto quest’ultima. Riflette da anni sul tema, ha conseguito il PhD in Musical Arts a Stanford, ha prodotto il suo ultimo album PROTO usando un’intelligenza artificiale che lei stessa a messo a punto. L’ha chiamata Spawn e l’ha alimentata facendole ascoltare canti e fonemi. Il risultato è un disco che abbina elettronica stordente e armonie vocali che ricordano i canti religiosi che Herndon ascoltava da bambina.

“È molto probabile che l’Intelligenza Artificiale non sostituisca i musicisti”, ha scritto Holly Herndon su Twitter smontando una narrazione molto popolare. “L’Intelligenza Artificiale senziente è una fantasia che distrae (spesso intenzionalmente) dai risvolti politici e economici della tecnologia”. Secondo Herndon, algoritmi sofisticati e i primi casi di Intelligenza Artificiale vengono usati da Google, Apple e Spotify per controllare e manipolare il modo in cui ascoltiamo musica, rendendola blanda e svuotandola di significato.

“Non mi preoccupano i signori dei robot”, scrive. “Mi preoccupano le multinazionali che non devono rendere conto a nessuno e che ci spingono a considerare la cultura come un robot o un’intelligenza artificiale”. E ancora, rivolgendosi a Grimes e Zola Jesus: “Spero che la musica continui a definire le esistenze delle persone che si aggregano grazie ad essa e che si innamorano, proprio come ha definito la nostra vita a tal punto da spingerci a preoccuparci di questo problema”.

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