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La storia della rockstar Johnny Depp

I primi concerti in Florida, i palchi condivisi con Marilyn Manson, le collaborazioni con Flea e Oasis o i tour mondiali con gli Hollywood Vampires: ecco come la musica ha accompagnato la carriera del divo maledetto del cinema

Foto di Adam Bettcher/Getty Images for Starkey Hearing Foundation)

Ciuffo supersonico, t-shirt smanicata, Telecaster a tracolla e via con l’assolo di What I Like About You dei Romantics. Scavando su YouTube, spunta un video d’epoca di Johnny Depp sul palco dell’Agora Ballroom di Hallandale Beach in Florida: era il 1982 e il tizio con la telecamera non poteva certo immaginare di riprendere non solo il concerto di una promettente band locale, tali Kids, ma anche una futura star di Hollywood alle prese con la sua prima grande passione, il rock & roll.

Prima del cinema, infatti, nella storia di Johnny Depp c’è stata la musica, suonata e sudata come insegnano i Rolling Stones, una scuola di vita che Depp ha continuato a seguire raggiungendo livelli invidiabili durante la propria ancora più invidiabile carriera da attore.

Negli anni Ottanta, in Florida, i Kids avevano aperto concerti dei Talking Heads, forse dei Ramones, sicuramente di Iggy Pop. E Johnny Depp e compagni di band avevano anche incrociato le chitarre con un altro astro nascente del music business, Brian Hugh Warner, poi diventato famoso come Marilyn Manson.

Ma per sfondare nel magico mondo del rock & roll bisognava andare in California, a Hollywood, dove Johnny Depp è arrivato proprio come Eddie, il personaggio che lui stesso interpreta nel video di Into the Great Wide Open di Tom Petty and the Heartbreakers. Ribelle senza causa: la sua storia, con un finale molto diverso.

È proprio a Los Angeles che Johnny Depp si unisce come chitarrista a un altro gruppo di immigrati dalla Florida, i Rock City Angels: erano una band pronta a salire sul carrozzone lacca&stivaloni di Guns n’ Roses, Faster Pussycat, Poison e simili. Sono poi diventati un micro-culto (soprattutto il cantante, Bobby Durango) e spesso vengono citati solo per via di Johhny Depp, che ha in effetti lavorato al loro album d’esordio, Young Man’s Blues (un pezzo firmato Depp, Mary), salvo lasciarli prima del debutto ufficiale per interpretare il ruolo dell’agente Tom Hanson nel cast di 21 Jump Street: cercate l’episodio “punk rock” del telefilm, Depp con la A di anarchia sulla maglietta, l’orecchino a ciondolo e i capelli sparati in aria è se stesso al 100%.

All’inizio degli anni Novanta la carriera cinematografica di Johnny Depp decolla. Dopo le comparsate in Nightmare e Platoon, è il protagonista di Cry Baby, film-musical di John Waters: fa il rocker maledetto degli anni Cinquanta, canta (in playback), suona e balla davanti a una sua vecchia conoscenza, Iggy Pop, anche lui nel cast nei panni di zio Belvedere. A questo punto la stella sulla walk of fame è assicurata e nel giro di qualche anno i due registrano insieme Hollywood Affair, una ballata voce e chitarra, b-side di Avenue B, ennesimo disco di Iggy.

Johnny Depp che suona la chitarra in Chocolat, Johnny Depp che si ispira al suo idolo Keith Richards per Jack Sparrow pirata dei Caraibi, Johnny Depp che forma gli Hollywood Vampires con Alice Cooper e Joe Perry degli Aerosmith. Questi i ruggenti anni Duemila, ma è il cuore dei Novanta a essere in fiamme.

Tra il 1992 e il 93 Johnny Depp fonda una super-band chiamata semplicemente P e apre un locale ormai storico, The Viper Room sul Sunset Strip di West Hollywood. È un incrocio di celebrità e disgrazie. Con i P Johnny Depp ha registrato solo un album: il cantante era Gibby Haynes dei Butthole Surfers, per qualche live al basso c’è stato Flea dei Red Hot Chili Peppers e una loro canzone, Michael Stipe, cita diverse star di Hollywood, compreso River Phoenix, co-proprietario del Viper.

Bello e dannato, River Phoenix è morto di eccessi nel parcheggio del suo locale, la notte del 31 ottobre 1993, poche ore dopo un concerto dei P: leggenda vuole che mentre Johnny Depp e Flea stessero suonando proprio Michael Stipe, River Phoenix era fuori sull’asfalto, in preda alle convulsioni provocate da un’overdose. Nei dintorni c’erano anche Al Jourgensen dei Ministry e John Frusciante, quest’ultimo sospettato ai tempi di aver fornito la dose letale. Ma la vita continua e la storia del rock & roll è scritta soprattutto da soldati morti sul campo.

Diventato una star con Edward mani di forbice, Johnny Depp continua a tenere le proprie abili mani sulla chitarra. Suona con un altro suo amico, Shane MacGowan, registrando That Woman’s Got Me Drinking per The Snake, il primo disco solista del cantante dei Pogues. Un pezzo furioso per cui Johnny Depp si presta anche come regista e protagonista del video: si spacca una bottiglia vuota in testa, è paura e delirio a Los Angeles.

Poi si diverte con gli Oasis partecipando come chitarrista a un progetto di beneficenza che sfocia in Fade In-Out, una canzone di Be Here Now, e scrive un pugno di pezzi per Bliss, quarto disco della sua fidanzata di allora, Vanessa Paradis.

Che si tratti di cinema o musica, Johnny Depp fa sempre sul serio, dà tutto se stesso, è un cavallo di razza. Non sorprende la sua partecipazione a The New Basement Tapes, l’operazione di recupero di alcuni vecchi testi di Bob Dylan portata avanti da T Bone Burnett. Non sorprende che Marilyn Manson l’abbia preso seriamente in considerazione come chitarrista per la sua band (sono vecchi amici, hanno registrato almeno un pezzo insieme, You’re So Vain). Non sorprende la solidità di una all star band spesso in tour come gli Hollywood Vampires.

Infine, non sorprende che Keith Richards gli abbia fatto i complimenti per la propria collezione di chitarre. Pirati dei Caraibi a parte, a vederli uno accanto all’altro oggi, Richards e Johnny Depp sembrano davvero padre e figlio. Ovvio che hanno anche schitarrato insieme ed è altrettanto ovvio che, se mai dovesse esserci un film sui Rolling Stones, la parte di Keith Richards potrà essere solo di Johnny Depp, un rocker d’altri tempi.

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