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La gente ascolta gli album interi in streaming?

Su Spotify, Tidal o Deezer si ascoltano solo le singole canzoni? O ci sono fan che sentono i dischi dall'inizio alla fine? C'è un trend? Le risposte, alcune sorprendenti, in un’analisi dei dati
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La gente ascolta gli album interi in streaming?

Foto via Unsplash

Eternal Atake di Lil Uzi Vert è un disco epico, un viaggio di 18 canzoni e 62 minuti nato dopo due anni di gestazione. È in buona sostanza un concept, racconta il rapimento del rapper di Philadelphia da parte degli alieni e il suo viaggio nello spazio profondo. In altre parole, Eternal Atake è stato concepito per essere ascoltato nella sua interezza, il che significa che Uzi è partito da un’ipotesi parecchio azzardata per un musicista del 2020: pensare che la gente ascolti ancora gli album.

Lo streaming è da tempo considerato il simbolo della morte dei vecchi dischi, una figura scura e incappucciata che minaccia di distruggere gli LP con la sua scorta massiccia e in costante aumento di nuova musica disponibile a un prezzo fisso mensile. Se pensiamo all’album in quanto prodotto, queste fosche previsioni si sono in buona parte avverate: le vendite sono crollate con percentuali a doppia cifra già dal 2016, secondo i dati raccolti da Alpha Data. Per molti, poi, anche l’esperienza d’ascolto di un album è in pericolo: nell’era delle playlist e dei video su TikTok, dove la nostra attenzione è concentrata su contenuti di 30 secondi e la strategia delle etichette si basa sulla produzione incessante di contenuti, l’idea di mettersi seduti e sentire un disco dall’inizio alla fine sembra destinata a sparire.

E così, mentre il numero totale di streaming annuali superava i mille miliardi, molti artisti hanno sostituito il disco come esperienza con qualcosa di diverso e cioè un piano per accumulare più stream possibile (si pensi a Culture II dei Migos). Ci sono poi progetti come i sette EP di Lil Las X, che hanno raggiunto la cima delle classifiche nonostante fossero il contorno di un’unica grande hit.

In realtà, gli appassionati di musica hanno ancora voglia dell’album come esperienza. I fan di Lil Uzi Vert sembrano ascoltare Eternal Atake dall’inizio alla fine, da Baby Pluto a P2. E non sono gli unici. Eternal Take è uno dei tanti album i cui brani hanno una distribuzione equa degli stream, un indicatore del fatto che il disco viene ascoltato nel suo complesso. Grazie ai dati raccolti da Alpha Data, la società di analisti che collabora con Rolling Stone US, abbiamo analizzato migliaia di dischi pubblicati negli ultimi 10 anni per capire come gli utenti dei servizi di streaming si confrontano col formato album. Abbiamo assegnato a ogni disco un punteggio basato su quanto equamente sono divisi gli ascolti tra i brani dello stesso disco. Più quel punteggio si avvicina a 100, più gli ascolti complessivi hanno valori simili. Eternal Atake arriva a 91, uno dei valori più alti che abbiamo trovato.

Analizzando i dati nel complesso, ci siamo trovati di fronte a qualche buona notizia: dall’inizio del 2015, il punteggio medio degli album è leggermente aumentato, da 64 a 68. I dischi vecchi hanno un punteggio generalmente più basso – a quanto pare la gente torna indietro nel tempo per ascoltare i brani preferiti ed è più propensa ad ascoltare per intero i dischi nuovi – e così abbiamo preso in considerazione i dischi più popolari di ogni anno, misurando gli stream raccolti nei 12 mesi dell’uscita.

Ora, non c’è modo di paragonare questi dati al periodo pre-streaming, non c’è modo di misurare quanto gli acquirenti delle copie fisiche ascoltassero gli album nel loro complesso. In più, cresce ogni anno il numero di persone che passano allo streaming per ascoltare album che prima sentivano in fomato fisico. In ogni caso, sappiamo che il dato sull’ascolto dei dischi dall’inizio alla fine non è peggiorato, come molti avevano previsto.

Infografica: Valerio Pellegrini per Rolling Stone US. Apri l’immagine in un’altra finestra per vederla a risoluzione maggiore. 

Alcuni generi ottengono punteggi maggiori di altri, e all’interno di ogni genere ci sono album – come Norman Fucking Rockwell di Lana Del Rey e Folklore di Taylor Swift – che vengono ascoltati dall’inizio alla fine. Altri – come Making Mirrors di Gotye e il debutto di Avicii True – sono invece dominati da una singola hit.

In generale, i musical hanno il punteggio medio più alto (75), mentre i dischi country quello più basso. Ma What You See Is What You Get di Luke Combs ha un punteggio più alto della colonna sonora di Funny Girl, per esempio, che è dominata da Don’t Rain on My Parade. E se il pop presenta in media valori più bassi dell’hard rock, il pubblico ascolta più volentieri tutto Melodrama di Lorde rispetto a Hardwired… To Self Destruct dei Metallica. Guardate il grafico qui sopra e giudicate da voi.

I punteggi sono misurati paragonando la deviazione standard relativa degli stream delle canzoni di un disco. I punteggi dei generi, invece, sono elaborati sulla base di quelli dei migliori 100 album di ogni genere pubblicati negli ultimi 10 anni. Sono stati misurati solo i dati raccolti dopo l’uscita del disco, non considerando quindi i singoli pubblicati in anticipo. L’analisi si limita al mercato degli Stati Uniti.

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.