X Factor, Mara Maionchi e la meritocrazia VS quote rosa | Rolling Stone Italia
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X Factor, Mara Maionchi e la meritocrazia VS quote rosa

Abbiamo fatto una chiacchierata con la Lady di Ferro dell’undicesima edizione del talent musicale prima dell’ultima puntata di live senza inediti

X Factor, Mara Maionchi e la meritocrazia VS quote rosa

Mara Maionchi è l’unico giudice che, alle porte del quarto live di X Factor, conserva tutti e tre i suoi concorrenti: Andrea Radice, Enrico Nigiotti e Lorenzo Nicitra. A differenza di Manuel Agnelli (che ha appena dovuto dire arrivederci al duo Sem & Stenn), Fedez (Lorenzo Bonamano) e anche di Levante (Virginia Perbellini).
Vi siete mai chiesti perché i suoi sono tutti di sesso maschile? La Lady di Ferro dell’unicesima edizione del talent musicale si appella alla meritocrazia in barba alle quote rosa.

Perché quest’anno hai portato in gara solo uomini, e le quote rosa?
Mi hanno detto che dovevo portare 5 concorrenti e all’interno del gruppo le donne erano più fragili. Appellarsi al “politicamente corretto” nell’arte fa un po’ ridere, in questo caso credo semplicemente che le ragazze non fossero pronte. Mi appello alla meritocrazia, ho scelto semplicemente i migliori.

La tua battaglia sull’italiano è fuori tempo massimo?
Mi sembra che in classifica negli stati uniti ci siano solo americani e inglesi quindi credo che siano ancora loro i padroni del mondo, credo che però potremmo incominciare a salire. Sono molti gli italiani che hanno avuto successo all’estero ma cominciando dall’Italia, naturalmente anche gli artisti stranieri che tu porti in Italia vengono da un buon risultato in patria. Anche loro approdano nel nostro paese o in Europa quando è il momento di fare successo nel mondo o di consolidarlo, ma partono tutti dal loro paese d’origine cantando nella loro lingua d’origine. Vedi Eros Ramazzati o Tiziano Ferro.

È più difficile cantare in italiano oggi?
Non oggi, sempre! Perché l’italiano è una lingua piana percui per portarla a livello ritmico si incontrano delle difficoltà. Lo sai che è meglio cantare in sardo? Il sardo è ritmico come l’inglese.

Partiamo da quell’episodio dei bootcamp in cui la povera Giulia Militello portò una cover de Il cielo in una stanza di Gino Paoli, perché dici che non si può coverizzare tutto?
Se tu non cambi la melodia e le armonie e fai una versione diciamo di arrangiamento quello è accettabile, ma cambiare la melodia di una canzone non si fa. Non puoi cambiare una canzone, allora fanne una tu. Questa è una forma di presunzione. Qualche tempo fa Gualazzi ha fatto una versione di Imagine di Lennon un po’ jazzata, mi chiedo ancora perché.

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