Tutti i segreti di ‘Machete Mixtape 4’, svelati dai suoi creatori | Rolling Stone Italia
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Tutti i segreti di ‘Machete Mixtape 4’, svelati dai suoi creatori

Hell Raton e Slait, fondatori della crew e curatori del disco assieme a Salmo, raccontano i 45 giorni che hanno dato vita al quarto capitolo della saga di culto. Obiettivo? Affermare che, nonostante tutto, esiste ancora una scena rap

Tutti i segreti di ‘Machete Mixtape 4’, svelati dai suoi creatori

Il logo di Machete

Vi siete costruiti questa specie di sala giochi in studio e avete trovato il tempo per fare un disco di 18 tracce? La domanda sorge da sola, mentre siamo seduti su un sedile Sparco da Gran Turismo con la certezza che pagheremo cara la bora condizionata che ci punta inesorabile la noce del capocollo. Il seminterrato milanese che ci ospita è in realtà l'”impero di Machete”, il quartier generale della più longeva crew hip hop d’Italia. Al centro del locale, tra le decine di dischi d’oro e di platino degli artisti del roster appesi alle pareti, alcuni mesi fa è stata inaugurata Machete Gaming, lo spazio dedicato ai videogiochi dell’etichetta nata 9 anni fa in Sardegna. 

Eppure, a sorpresa e in tempi da record, oggi il collettivo ha lanciato il suo quarto mixtape, forse l’ultimo oggetto di culto degli appassionati di rap italiano. Qua trovate tutto quello che c’è da sapere sul disco – che ha esordito a mezzanotte con il consueto sfacelo di streaming -, mentre Manuelito aka Hell Raton risponde al nostro quesito iniziale. «Anche io temevo che portare i videogiochi in ufficio potesse portarci via tempo e concentrazione. Invece, paradossalmente, ci ha aiutato: con il gaming ci teniamo sempre in contatto e conosciamo gente nuova. Come Young Miles, che ha prodotto una traccia nel disco. Lo abbiamo beccato su Fortnite, la sua generazione vive lì praticamente».

Ci raggiunge Slait, storico dj di Salmo e tra i fondatori di Machete, l’anima musicale dietro al mixtape. Opta per un Friheten dell’Ikea al posto delle sedute da pilota virtuale. In contumacia Salmo, che pare abbia ancora un ginocchio come un cocomero. Mettiamo in Rec. 

Perché un mixtape nel 2019?
Slait
Va detto che, anche se fa parte della nostra saga di mixtape, questo volume 4 – a differenza dei primi due – è pensato e realizzato come un disco. E seppure i pezzi non siano esattamente delle hit estive, ci sono almeno un paio di singoli giganteschi lì dentro.
Hell Raton Del mixtape questo disco ha l’attitudine punk, la spontaneità e la volontà di fare la musica che piace a noi, con il nostro suono. E poi Machete Mixtape è un prodotto di grande valore per la scena: è stata storicamente la prima produzione capace di unire tutto il rap italiano in maniera continuativa, abbiamo consacrato artisti emergenti, siamo stati i primi a fare il disco d’oro fisico (!) con una compilation hip hop. Ecco perché questo disco oggi ha senso eccome

Quanto tempo vi ha richiesto la realizzazione del mixtape?
Hell Raton 45 giorni. Se a gennaio, quando proviamo – senza mai riuscirci davvero – a calendarizzare il lavoro dell’anno, Slait mi avesse detto che in estate saremmo usciti con il mixtape, mi sarei messo a ridere. Impensabile pensare di riunire in così poco tempo gli 8 elementi del nostro roster, più tutti gli amici che abbiamo coinvolto. Quello che è successo è speciale: il disco è nato non per la necessità, ma per la voglia di farlo.  
Slait Di certo il periodo era propizio: gli artisti Machete sono al massimo della loro maturità e Salmo si è ritrovato carico di entusiasmo dopo un disco che è andato benissimo e un tour dai numeri devastanti. Avevamo già tutte le basi stese e Maurizio (Salmo, ndr) ha detto “ho questi venti giorni liberi, venite da me in Sardegna e lo facciamo”. E così abbiamo fatto: uno dopo l’altro siamo andati giù tutti e ci siamo messi al lavoro. Prima Lorenzo (Low Kidd, che assieme a Salmo e Slait ha in capo la direzione artistica del progetto, ndr), che già aveva curato la produzione di Hellvisback, poi gli altri ragazzi del roster. A quel punto abbiamo iniziato a pensare a quali voci ci sarebbe piaciuto sentire su ciascuna traccia: “qua ci vedo bene Tedua”, “questa è perfetta per Fibra”, etc. Ripeto, è venuto tutto spontaneo: un mese e 15 giorni per scrivere, registrare, produrre e stampare un disco. Mica male. 

L’uscita del disco è stato una sorpresa per tutti. Quasi anche per voi, sembrerebbe…
Slait
Solo a fine maggio abbiamo capito che ce l’avremmo fatta e abbiamo deciso che l’inizio di luglio era il momento perfetto per uscire. Nei prossimi mesi usciranno singoli, dischi e progetti vari di tutti gli artisti coinvolti, quindi bisognava fare in fretta. Non so come abbiamo fatto, ma ce l’abbiamo fatta.

Fare dischi oggi non è una forma di accanimento? 
Slait
Il punto è che il mercato si muove con una rapidità disarmante e non c’è un solo modo giusto di fare le cose: a volte è giusto puntare su dei singoli forti, altre volte serve un disco vero e proprio. Di certo un album va fatto quando è il momento giusto e c’è la maturità necessaria da parte dell’artista e del suo pubblico di riferimento, se no va perso. Nel caso di Machete Mixtape il disco è il prodotto di un lavoro di anni e colma un’attesa lunghissima da parte dei fan. Che, sono sicuro, se lo divoreranno dall’inizio alla fine. 
Hell Raton La gente crede che basti applicare due o tre regolette e la musica funziona, che un disco sia fatto di tre singoli forti e il resto di contorno. Vengono da noi, guardano la track list del mixtape e ci chiedono “quali sono le focus track?”. Non so cosa dirvi, raga… Abbiamo messo assieme 18 pezzi perché ci piacciono tutti, vorremmo che uno mettesse play e non fermasse mai l’ascolto. Che ogni volta che sta per skippare, gli parta l’altra traccia. La musica non può seguire strategie. 

Qual è la King’s Supreme (traccia cult di Machete 1, ndr) del disco?
Slait
Non c’è. Abbiamo anche pensato a una post-track, ma non ci è uscita. Vuol dire che non doveva esserci. 
Hell Raton Torniamo al discorso di prima: quel pezzo nasceva spontaneo e solo così poteva funzionare. Ricordo ancora: sono in Sud America e apro la traccia, su cui allora c’eravamo io, Ensi, Rocco Hunt ed En?gma. Man mano cominciano a dirmi “abbiamo aggiunto Bassi”, “abbiamo aggiunto Gemi (Gemitaiz, ndr)”, “Mauri (Salmo, ndr) si è aggiunto al ritornello”. La canzone è uscita così, in maniera naturale. Se ci fossimo impegnati oggi a fare un King’s Supreme 2, non avremmo prodotto nulla di buono. 

Cosa ci dice della scena hip hop oggi Machete Mixtape?
Hell Raton
Che l’unione deve rimanere uno dei valori fondanti dell’hip hop. La scena oggi è più scollata che mai, gli artisti tendono a pensare solo a se stessi e a vincere il campionato. Noi lavoriamo per ritrovare la dimensione collettiva del rap, quella che permette anche ai talenti emergenti di crescere, da sempre una delle nostre priorità. Il pubblico, tra l’altro apprezza, perché ha la possibilità di sentire tutti assieme gli artisti che gli piacciono. 
Slait Il nostro contributo alla scena è stato fare un disco mega rap, il disco più rap degli ultimi anni. Così facendo vogliamo soddisfare sia i nostalgici delle vecchie barre sia chi si è avvicinato all’hip hop più di recente, per motivi anagrafici. Perché il suono è fresco, è super-Machete e in perfetta continuità con l’ultimo disco di Salmo. 

Ghali, Tedua, Izi: come se la sono cavata con suoni che non sono storicamente loro?
Slait
Hanno spaccato e lo hanno fatto in maniera naturale, perché si sono avvicinati al nostro mondo. Anche perché abbiamo scelto gli artisti più versatili che ci sono in giro: gente che sa rappare, cantare, fare musica. Non hanno avuto nessuna difficoltà ad adattarsi al mood. 
Hell Raton Certamente alcuni degli artisti coinvolti non vengono dal nostro mondo, non sono cresciuti con i Public Enemy come noi. Ma hanno ascoltato noi, e quindi in qualche modo quella wave gli è arrivata. Piuttosto, penso ad esempio a Shiva, nei più giovani ho visto l’ansia di dire “ok, sto entrando nel Machete 4 e lo devo spaccare”. Una volta sul beat, si sono tutti esaltati.

Fate un nome, scontentiamo gli altri…
Slait tha Supreme ha fatto cose pazzesche, che non si sentono in giro. Ed è un classe 2001. Sono davvero contento di ‘sta cosa dei ragazzi: Shiva (che rappa con Dani Faiv in Walter Walzer, ndr) è del 2000, Young Miles (produttore di Star Wars, ndr) ha 17 anni. 
Hell Raton Beba, perché è la prima volta di una donna in un Machete Mixtape

I tempi sono davvero maturi per il rap italiano al femminile?
Hell Raton
Per me siamo pronti per un Machete Ladies Mixtape, sarebbe una gran figata (ride). 
Slait Il movimento che sta venendo fuori è enorme e noi lo stiamo seguendo con grande attenzione. Ci sono ragazze che stanno facendo un percorso molto credibile, grazie anche a un sistema che oggi le supporta. Beba, ad esempio, spacca tutto: nel disco è in una traccia con Salmo (Io può, ndr) e risulta più che all’altezza della situazione. Le differenze di genere non esistono: io sono cresciuto con mia sorella, che era dj e mi ha introdotto alla musica. Il 2020 sarà l’anno delle ragazze, ne sono convinto.

Che vita avrà il mixtape nei prossimi mesi?
Slait 
Una vita molto lunga, credo. Ha 18 brani e per capirlo davvero uno deve pomparlo almeno 10 volte, e poi ci saranno i singoli e magari usciranno altre cose. 
Hell Raton Sicuramente continueremo a trollare la gente, visto che ci diverte molto. Per anni ci hanno fatto pressing psicologico per fare un Machete 4 e poi glielo abbiamo buttato fuori da un giorno con l’altro, con una copertina minimale e zero teasing. Ora tutti ci scasseranno le palle per portarlo live e lo faremo sicuramente, perché abbiamo una voglia matta di suonarlo. Non sarà semplice, dato che il roster è grande e incastrare gli impegni di tutti non è mai semplice. Ma troveremo il modo e lo faremo a modo nostro, anche perché a ottobre 2020 Machete compirà 10 anni e ci sarà da divertirsi.

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