Rolling Stone Italia

Ecco “Animals”, il nuovo video dei Travis. Leggi l’intervista

A metà anni ’90 erano famosi con pezzi come “Why Does It Always Rain on Me?”, poi il successo li ha mollati. Ora sono pronti a riconquistarserlo con un nuovo disco

Fran Healy, il frontman dei Travis, canta mentre attraversa la città portato in braccio da un altro uomo dentro a una fascia porta-bebè. Oppure: Healy cade da un’improbabile altalena sospesa su un fiume e viene dato per disperso dal resto della band che finge di partecipare a un talk-show per ritrovarlo. Sono due dei nuovi video che accompagnano Everything at Once, il nuovo album dei Travis, con i quali la band scozzese dimostra che se c’è una cosa che non ha mai perso negli anni è l’ironia. Il resto, invece, è stato messo a dura prova. Il successo, innanzitutto. A metà degli anni ’90 avevano spaccato in radio con pezzi come Sing o Why Does It Always Rain on Me? e poi, album dopo album, sono finiti nel file “non prioritario” della loro casa discografica. Attaccati, anche duramente, da certa stampa inglese. Ora, prima di tornare con il loro nuovo lavoro, sarebbe normale che avessero un po’ di paura.

Invece, quando li incontriamo in un albergo a Londra dopo uno show-case bello carico, sembrano davvero rilassati, in pace con loro stessi. «Se ci mettessimo davvero a pensare a come potrebbero reagire i fan e i critici, non faremmo più niente. Del resto, abbiamo capito che non dobbiamo stare a riflettere troppo neanche sulle nostre canzoni: o una cosa ci viene subito o è meglio lasciar perdere», racconta Fran Healy. Qualche problema in questi anni ammettono di averlo avuto. «Le incomprensioni con i giornalisti inglesi nascono proprio da lì: loro giudicano tutto troppo razionalmente. Nel resto d’Europa non è così, la musica viene giudicata anche per le emozioni che dà e noi vogliamo fare canzoni per la parte più “animale” di ognuno di noi. Tra il 2008 e il 2012 ci siamo fermati: non avevamo una grande ispirazione e siamo stati proprio abbandonati dalla nostra etichetta. Durante un concerto a Glasgow nel 2014, invece, abbiamo riscoperto il bello di stare insieme: facile andare d’accordo quando va tutto bene, provate a farlo quando tutto va a rotoli». In Everything at Once, le musiche sembrano super positive, ma nei testi si può leggere anche una visione del mondo non proprio rose e fiori, tipo in Paralysed. «Come si fa a trovare un equilibrio in una società dove chiunque posta foto con la duck-face stile Kardashian? In quella canzone parliamo proprio del disagio che ci procurano i social network: io cerco di starci lontano il più possibile, su Twitter vado solo due volte a settimana; Facebook lo apro unicamente per andare ad ascoltare la musica su Spotify», prosegue Healy. E nella musica di oggi trova un qualche conforto per questi disagi da Giovane Holden cresciuto e moderno? «La maggior parte di quello che sento adesso alla radio mi fa schifo, non so cosa farci. Alla fine, continuano ad andare sempre le stesse cose di qualità: i Radiohead, i Blur… noi». Voi che però per un bel po’ siete spariti. «Ci piace paragonarci ad altre band che hanno avuto un periodo di assenza e poi son tornate, come i R.E.M. Va bene, ok, adesso si sono proprio ritirati… Noi, invece, adesso siamo tornati per sempre».

Iscriviti