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Tornano le Darkness Falls, pop-noir da Copenaghen

Il duo lanciato da Trentemøller, presenta il 30 marzo il secondo album "Dance and Cry". «Nel nostro sound c’è qualcosa per la mente, per il cuore e per i piedi»
Darkness Falls

Darkness Falls

Due ragazze, una bionda e l’altra bruna, sono state lanciate da Trentemøller e con destrezza hanno cavalcato il filone nordico che mescola dark e malinconia, pop danzereccio e vibrazioni noir.

Girano il mondo, ma guai ad allontanarle per troppo da Copenaghen, la città che le ha cresciute e forgiate tra albe limpidissime e lunghe notti d’estate. La stampa straniera – per dare un’idea delle Darkness Falls – ha parlato di due sorelle misteriose di Cat Power provenienti dalla Danimarca, innamorate di Serge Gainsbourg e Joy Division, ma con un tocco di psichedelica targata sixties.

Il 30 marzo per Hfn Music esce il secondo album, Dance and Cry, le abbiamo raggiunte per scoprire qualcosa di più sul duo elettro-pop su cui tutti scommettono in questo 2015.

Cosa significa Darkness Falls?
Nel teatro era un termine usato per indicare la fine di una scena e l’inizio di un’altra: durante il “buio” puoi riflettere su ciò che hai appena visto e sta a te completare con la tua immaginazione il resto dell’opera. Pensiamo che il nome Darkness Falls si sposi bene con la nostra musica ed è anche molto poetico.

I vostri riferimenti musicali?
Tanti artisti del passato, ma anche cose più attuali: Joy Division, Nancy Sinatra, Jesus & The Mary Chain, Sunn ((o)), the Beach Boys, Dirty Beaches, The Rapture, LCD Soundsystem, David Bowie, Nina Simone, Velvet Underground, The Cure, Depeche Mode.

Una città che amate?
La città che amiamo di più in assoluto è Copenaghen.

Quanto è stata importante la collaborazione con Trentemøller e lavorate ancora insieme?
Abbiamo lavorato insieme al nostro debutto, Alive With Us, ed è stato molto appagante perché musicalmente c’era un’intesa perfetta tra di noi. Per questo nuovo disco abbiamo fatto altre scelte, ma farà un remix per noi. Dance and Cry è stato prodotto da noi insieme ad Adrian Aurelius (Raveonettes) e Lasse Martinussen (Rosemary).

“Nel nostro sound c’è qualcosa per la mente, per il cuore e per i piedi”

Come descrivereste la vostra musica?
Nel nostro sound c’è qualcosa per la mente, qualcosa per il cuore e qualcosa per i piedi.

Di cosa non potete fare a meno?
Dei nostri computer.

Passioni/ossessioni al di là della musica?
Ina è anche una regista televisiva, io doppio cartoni animati e altre cose, e ho anche fatto due show in Tv come burattinaia. Siamo impegnate in vari modi, ma la musica è la cosa che ci riempie sempre il cuore di gioia. Ma Ina è laureata alla National Film School of Denmark e io ho una laurea triennale in Music Management.

Elettronica, pop, malinconia, rock, atmosfere noir: la vostra musica ha più strati di lettura, vi completate a vicenda?
In alcune cose Ina è molto brava, in altre lo sono io, in questo senso ci completiamo a vicenda piuttosto bene. Abbiamo entrambe luci e ombre e questo si riflette nella nostra musica. Non siamo una cosa o l’altra, ma piuttosto un’armonia di opposti che rende il nostro lavoro eccitante.

Dopo la registrazione del disco e un lungo tour, la migliore vacanza possibile è?
Fare questo disco e preparare il nuovo set live è stato un lavoro decisamente intenso, ma per riposarci dobbiamo aspettare un po’. Girare con la band ci ha permesso di vivere esperienze fantastiche, quindi l’unica vacanza veramente rilassante che possiamo immaginare adesso è un chiosco da qualche parte in Danimarca. In estate: vino bianco freddo, pesce fresco e la luce fino a tardi tipica delle giornate estive. Cosa si può desiderare di più?

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