Rolling Stone Italia

Talaboman: «Siamo la coppia più bella del mondo»

Questa sera Axel Boman e John Talabot saranno a Milano per la loro unica data in Italia. Con loro abbiamo parlato di tutto: dalla genesi di Talaboman fino all'etica del lavoro tra Svezia e Spagna, passando dalla passione per il calcio italiano

Dopo il debutto ‘stellare’ con l’EP Sideral, sul progetto Talaboman le aspettative erano alte, soprattutto considerato il silenzio che da allora seguì una delle tracce all’epoca più spinte sui dancefloor europei. Dietro il moniker, infatti, si nascondeva la fusione di Axel Boman e Oriol Riverola a.k.a. John Talabot, due fra i nomi di punta del clubbing, unitisi per creare una traccia che miscelava le melodie ‘siderali’ del producer svedese alle percussioni tribali dello spagnolo, o meglio, del catalano.

A distanza di tre anni, Boman e Talabot sono tornati insieme in studio per The Night Land, primo vero LP firmato dalla coppia. E se la crasi fra i due nomi potrebbe ricordare il supergruppo berlinese formato da Apparat+Modeselektor, al contrario delle ‘mire espansionistiche’ con cui i colleghi tedeschi hanno abbracciato il grande pubblico, i due Talaboman rimangono fedeli alla pista, con un album oscuro e decisamente trippy, mantenendo così la promessa siglata con Sideral.

Questa sera Axel e Oriol passeranno dal Volt Club di Milano, per un’unica data in cui presenteranno The Night Land al pubblico italiano. Noi li avevamo incontrati per parlare di tutto: dal piacere di lavorare insieme alla “cultura del lavoro” tra Stoccolma e Barcellona, fino alla grande passione di Axel per il calcio italiano.

Axel Boman, John Talabot, da dove nasce il progetto Talaboman?
Axel Boman: Parlando a un livello ‘filosofico’ Talaboman esiste dal giorno della nostra nascita (ride). Parlando concretamente il progetto ha iniziato a prender vita con Sideral, traccia che creammo insieme per il mix DJ Kicks realizzato da John nel 2013. Ci accorgemmo subito di quanto riuscissimo a lavorare bene l’uno con l’altro dato che il materiale prodotto in studio era davvero tanto. Così ho iniziato ad andarlo a trovare a Barcellona, con John che passava da Stoccolma per continuare a lavorare sulle bozze che avevamo. Il progetto è nato in maniera molto spontanea, senza pensarci troppo.

Axel vive in Svezia, John in Spagna: come avete organizzato il lavoro The Night Land?
Axel Boman: Abbiamo cercato il più possibile di lavorare insieme, nello stesso studio. L’Europa poi è molto piccola ed è molto facile viaggiare da un paese all’altro. Ci incontravamo in studio e, alla fine delle session, ci dividevamo i compiti rimanendo in continuo contatto l’uno con l’altro.

John Talabot: Ci siamo incontrati sei o sette volte, per tre settimane in totale di lavoro di composizione. Talaboman nasce proprio dal piacere di lavorare insieme e di rompere la routine del ‘producer solitario’. Non avrebbe avuto senso lavorare a distanza.

Quali sono le differenza che avete notato tra la produzione ‘solista’ cui eravate abituati e l’esperienza Talaboman?
Axel Boman: Odio lavorare da solo, anche se è più facile perché non ha nessuno cui rendere conto. Preferisco molto di più essere in studi con qualcuno: prendere decisioni insieme e creare con un’altra persona è anche molto più stimolante.

John Talabot: Quando fai musica da solo conosci i tuoi limiti e spesso capita di rimanerci bloccati. Lavorare con un altro artista inevitabilmente amplia le tue capacità. Lavorare con Axel mi ha portato a migliorare le mie doti compositive mentre io gli ho insegnato alcuni trick di campionamento.

Axel Boman: A volte è capitato che non stessi per scartare parti di cui non ero convinto, ma con John che mi diceva “è troppo figa, fidati di me”, alla fine mi convinceva e quelle parti sono poi finite dentro The Night Land.



Rispetto ai vostri lavori precedenti, rispettivamente Finn per John e Family Vacation per Axel, quali sono le differenze con quest’album?
Axel Boman: I miei lavori solisti sono molto più luminosi e decisamente più bizzarri, mentre con The Night Land il risultato è stato un lavoro molto più cupo e intimo, come un implosione.

John Talabot: Fra di noi ci sono tante differenze ma anche tantissimi punti comuni, e l’idea del disco è nata proprio dalla voglia di esplorare i nostri punti di contatto. Per The Night Land abbiamo messo da parte ciò che siamo come Boman o Talabot, per ripartire da zero e creare l’identità di Talaboman senza porci limiti. Quando lavoriamo singolarmente abbiamo già un idea del sound che vogliamo ottenere, mentre per l’album questo non è mai successo.

Venite da culture molto diverse, com’è stato lavorare fianco a fianco?
Axel Boman: Non parliamo la stessa lingua, ma siamo comunque in grado di fare musica insieme e questo è quello che conta. Poi certo se paragoniamo l’etica del lavoro scandiva con quella catalana…

John Talabot: (ride). Axel è lo svedese più mediterraneo che abbia mai incontrato… l’unica pecca è quella cosa assurda che è la lingua svedese…

Axel Boman: Come puoi dire che lo svedese è strano? Il catalano è una lingua strana!! Nessuno sa da dove viene, lo svedese ha origini germaniche, il catalano nessuno sa da dove derivi, è come una specie incrocio fra il russo e lo spagnolo…. Al di là degli scherzi, amo lavorare in Spagna con John: svegliarsi tardi, pranzi finiti e tornare in studio alle quattro del pomeriggio. Immagina poi lavorare a Barcellona in autunno o in inverno, quando a Stoccolma è sempre buio e la gente si deprime…non c’è paragone.

Parlando della vostra data milanese, qual’è il vostro rapporto con l’Italia?

Axel Boman: Personalmente amo venire in Italia. Ad esempio, l’ultima volta che sono venuto a suonare a Milano, il promoter della serata mi portò a San Siro a vedere il derby, cosa che sognavo da una vita dato che sono tifossissimo del Milan. E non vedo l’ora di tornarci.

Iscriviti