Stone Gossard dei Pearl Jam racconta il nuovo side project Painted Shield | Rolling Stone Italia
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Stone Gossard dei Pearl Jam racconta il nuovo side project Painted Shield

La band di cui fa parte con Mason Jennings, Matt Chamberlain e Brittany Davis ha pubblicato oggi il singolo ‘I Am Your Country’. L'album uscirà il 27 novembre e loro non vedono l’ora di ritrovarsi nella stessa stanza

Stone Gossard dei Pearl Jam racconta il nuovo side project Painted Shield

I Painted Shield in versione... painted

Foto: Josie Jennings

L’idea era passare buona parte del 2020 in tour con i Pearl Jam. E invece, causa pandemia, il chitarrista Stone Gossard s’è ritrovato a rifinire il disco di debutto di Painted Shield, la band che condivide con il cantautore Mason Jennings, il batterista Matt Chamberlain e la tastierista Brittany Davis.

L’album omonimo dei Painted Shield uscirà il 27 novembre su etichetta Loosegroove, ma è già possibile ascoltare il primo singolo I Am Your Country. «Esprime quel che un Paese dovrebbe dire ai propri cittadini», spiega Gossard a Rolling Stone. «È la meno rifinita del disco, è viscerale e immediata».

La storia dei Painted Shield inizia nel 2014 quando Daniel Field ha suggerito agli amici Jennings e Gossard di fare qualcosa assieme. «Non conoscevo la musica di Mason», ricorda Gossard, «ma mi piaceva l’idea di collaborare con lui. Conosco Dan e mi fido dei suoi gusti».

Abituato a fare musica da solo, a Jennings piaceva l’idea di collaborare con un altro musicista. I due hanno iniziato a scambiarsi idee via Soundcloud. «Abbiamo lavorato fuori dagli schemi consueti», racconta Jennings. «E ogni volta andava bene. La cosa s’è fatta sempre più eccitante».

Le prime due canzoni Knife Fight e Caught in a Mess sono uscite nell’ottobre 2014 su un singolo a 7 pollici. C’era l’idea di fare un album, ma le cose non si sono fatte serie fino a un paio d’anni fa. Hanno passato un solo giorno assieme in studio e per la maggior parte del tempo hanno lavorato a distanza, ognuno a casa sua, senza alcuna pressione.

«Di solito quando fai un disco entri in studio con gli altri e hai due settimane di tempo perché la sala ti costa 1000 dollari al giorno», dice Gossard. «Funziona se le canzoni sono rifinite, ma il fatto di non avere delle scadenze migliora il processo creativo, ti dà modo di riascoltare per bene le cose ed eventualmente cambiarle».

Le canzoni sono nate nell’arco di vari mesi. Gossard spediva tracce strumentali a Jennings, che li rimandava al chitarrista con l’aggiunta di melodie, testi e altri idee. «Sono abituato a scrivere con uno strumento per le mani», spiega Jennings. «Di solito imbraccio una chitarra acustica o suono il pianoforte. Questi pezzi li ha ascoltati in auto a un volume assurdo per sentirmi dentro di essi».

Una canzone intitolata Ten Years from Now è nata da una conversazione fra Gossard e Jennings. «Stavo divorziando e non era facile», ricorda Jennings. «La mia prima versione era decisamente negativa, un pezzo urlato e catartico. Stone ha suggerito di cercare di guardare la cosa in prospettiva, di immaginare come l’avrei vista dopo 10 anni, ed è quel che ho fatto».

I Am Your Country nasce da un frammento di testo che Jennings non aveva usato nei suoi dischi in cui un padre parla al figlio. «Non finiva di convincermi. Un giorno mi sono detto: e se al posto di far parlare un padre la rendessi più astratta e parlassi di quel che sta accadendo nel Paese?».

In tre canzoni dell’album c’è Josh Freese, ma negli altri pezzi è Matt Chamberlain a suonare la batteria. Ha avuto un ruolo anche nello sviluppo delle canzoni. «Matt ha pescato dal suo archivio cinque o sei ritmi corredati di armonie», dice Gossard. «Due li abbiamo usati nelle ultime canzoni fatte per l’album, I Am Your Country e Orphaned Ghost. Matt è un musicista incredibilmente creativo».

Il rapporto fra Gossard e Chamberlain risale al 1991, quando il batterista ha suonato con i Pearl Jam per sette settimane – c’è lui nel video di Alive. Ha poi suonato con un sacco di gente, da Fiona Apple a Bruce Springsteen passando per Leonard Cohen, Stevie Nicks, Elton John, David Bowie. L’anno scorso è stato in tour con Bob Dylan e appare nel suo ultimo album Rough and Rowdy Ways. «Ha un magazzino dove tiene gli strumenti e dove registra», dice Gossard. «Gli spedisci delle tracce e lui ci fa quello che desideri».

Il quarto membro del gruppo è Brittany Davis. «Una tastierista killer», dice il chitarrista. «Fa anche i cori e canta in Evil Winds. Quando ci mette la voce senti arrivare un’energia femminile e il suo modo di suonare pieno di soul».

Mentre si occupava di Painted Shield, Gossard lavorava anche a Gigaton dei Pearl Jam. Dividersi fra i due progetti gli è piaciuto. «Ho sempre avuto troppe cose in ballo, sono uno che ha 500 file su Dropbox. Gli ultimi tre mesi di registrazione coi Pearl Jam sono stati quelli in cui Eddie ha messo le mani sul disco cercando di tirare le fila. Ha fatto un gran lavoro e mi ha permesso di staccarmi un po’ e avere del tempo libero».

I Painted Shield non hanno ancora fatto un concerto. Sperano di riuscirci una volta finita la pandemia, anche se l’impegno di Chamberlain con Dylan potrebbe complicare le cose. «Possiamo sempre seguire Bob», scherza Gossard, «ma è uno che suona ogni sera. È pazzesco. L’anno scorso l’ho visto al Beacon Theater ed era in formissima».

Nel frattempo, i quattro non vedono l’ora di riunirsi nella stessa stanza. «Ti immagini cosa succederà, come sarà?», dice Gossard. «Dovremmo filmare il primo abbraccio di gruppo. Sì, dobbiamo documentarlo. Voglio dire, finalmente saremmo in grado di toccarci».

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.