Skin for president, l'intervista di Rolling Stone | Rolling Stone Italia
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Skin for president, l’intervista di Rolling Stone

L'avete vista a X Factor, ma lei è molto di più: i suoi Skunk Anansie stanno tornando, e sarà presente al Coachella 2016 con il suoi side project

"Sono sempre molto passionale". Abito: Elisabetta Franchi. Foto: Luca Bellumore. Style: Edoardo Marchiori

"Sono sempre molto passionale". Abito: Elisabetta Franchi. Foto: Luca Bellumore. Style: Edoardo Marchiori

Skin–X Factor finisce uno a uno, almeno nel primo tempo, quello precedente a questa intervista. Se da un lato la cantante, grazie al talent, ha ricevuto una notorietà e un’esposizione che né lei né i suoi Skunk Anansie (in uscita il 15 gennaio con il nuovo album, Anarchytecture) avrebbero mai raggiunto altrimenti in Italia, dall’altro il ruolo di giurata tutto “Attacca!”, che parla britalian, non ha reso giustizia a una rockstar di 48 anni, con una consapevolezza e una lucidità di analisi che pochi suoi colleghi hanno. Iniziate a preparare la campagna “Skin for President”.

Parliamo del promo di X Factor di quest’anno. Ci sei tu che gridi: “Revolution”. E sembri crederci sul serio.
Tieni presente che si tratta di tv. Non è il mondo reale. Per molto tempo questo tipo di format non è stato credibile. Era fatto da personaggi stupidi. Ora siamo quattro musicisti, che prestano attenzione alla musica e cercano di farlo in modo credibile e cool. Le canzoni che scegliamo sono canzoni belle, non da karaoke. Una come me non l’avrebbero chiamata in tv 10 anni fa. Forse nemmeno 5 anni fa. Eppure sono qui. È questa la rivoluzione di cui si parlava nel promo. Comunque, ricordiamoci di mantenere il tutto in prospettiva: non è una “vera” rivoluzione.

Gil Scott-Heron cantava: “Revolution will not be televised”. Sono cambiati i tempi?
Se ci fosse una vera rivoluzione, sarebbe sicuramente trasmessa dalla tv! Credo però che Scott-Heron intendesse dire che non puoi controllare la rivoluzione, l’anarchia.

Nello stesso promo compare Elio. Ma lui sembra molto meno convinto di te. Non ha proprio la faccia da ribelle. È uno su cui poter contare il giorno della rivoluzione? E Mika?
Mika è troppo principe azzurro per essere un rivoluzionario. Forse i personaggi più provocatori siamo io e Fedez. Credo che sia un’ottima line-up, perché ognuno rappresenta qualcosa di diverso. Elio è la musica italiana. Ha avuto una lunga carriera, conosce il contesto nazionale. Mika è il perfetto pop idol, che scrive canzoni pop perfette ed è perfetto da vedere. Poi c’è Fedez, rapper tatuato e militante. E infine ci sono io, che sono una cantante rock credibile, perché appartengo alla stessa band da sempre, e sono anche una dj, e ho fatto altre esperienze, come attrice per esempio. Siamo quattro profili completamente diversi, che rappresentano più aspetti del fare musica.

Una come me non l’avrebbero chiamata in tv 10 anni fa. Forse nemmeno 5

Sinead O’Connor nel 1992 strappò in tv la foto di Papa Wojtyla. Un gesto sicuramente rivoluzionario: ma secondo te, un gesto stupido o coraggioso?
Ora sappiamo che lo fece per gli abusi che aveva subito. Quel Papa aveva attorno a sé noti pedofili e non faceva nulla per fermarli. Anzi li proteggeva. Sinead O’ Connor aveva vissuto l’inferno. Strappò la foto del Papa come segno di protesta. Aveva ragione, ma poi il gesto in sé divenne più grande del perché lo fece. Penso che, se avesse previsto tutto quello che è successo dopo, non avrebbe commesso quell’azione, che purtroppo le ha rovinato la vita.

Pensi che un gesto del genere oggi, nell’epoca di Facebook, risulterebbe rivoluzionario?
Credo di sì, ma il problema con i social media è che le persone s’indignano troppo quando vedono qualcosa che non gli piace. Oggi non c’è più spazio per la discussione. Negli anni ’90 avevamo tutte quelle canzoni politiche che erano lì per innescare un fuoco di teorie e discussioni, ma se ora dicessi le cose che dicevo allora, verrei subito condannata. Basta una parola, ma il vero perché di una frase si perde, non l’ascolta nessuno. La gente è troppo veloce a giudicare. Dovrebbero prendersi tempo per riflettere. Emis Killa ha detto una cosa e tutti lo hanno accusato di essere omofobo. Ma non era vero, Emis Killa non è antigay. Il fatto che una sola frase possa essere estrapolata, e poi fare il giro del mondo, è un problema.

Papa Francesco, in un’intervista a Paris Match, non ha escluso che gli alieni esistano.
Non ho idea se gli alieni esistano o meno. Forse il Papa è un alieno in un senso diverso della parola. Non saprei. Lui non è così “nuovo”, comunque. Sono rimasta molto delusa quando nel suo viaggio in America ha incontrato Kim Davis (l’impiegata della contea di Rowan, Kentucky, che si è rifiutata di accettare la richiesta di matrimonio di una coppia gay, ndr).

Jeremy Corbyn, il nuovo segretario del Labour, è davvero una catastrofe per il partito laburista, come sostiene Blair?
Dovresti leggere cosa scrive la stampa inglese di lui. Una montagna di bugie e cazzate. Per esempio che, se diventasse Primo Ministro, potrebbe sciogliere l’esercito, e resteremmo senza difesa. Questo ti fa capire com’è diventata la destra inglese, con Tony-fucking-Blair e Cameron, e capisci quanto il governo si sia allontanato dalle persone. Ora invece c’è una vera opposizione. Non avevamo una destra e una sinistra da moltissimo tempo: ora abbiamo due cose diverse per cui votare. Abbiamo una vera sinistra, che vuole occuparsi delle persone, che non è contro i poveri, non è contro l’immigrazione e sta dalla parte del popolo. Credo sia un momento molto interessante per la politica britannica, e non succedeva da tantissimo tempo. Da Margaret Thatcher in poi, è come se avessimo avuto un unico partito.

La gente è troppo veloce a giudicare. Dovrebbero prendersi tempo per riflettere.

Questa l’ho già sentita dire. Fammi un esempio.
I leader di partito vengono tutti dalla stessa scuola: Eton, una scuola intellettuale per l’upper class. E se non vieni da Eton o Harrow, da Oxford o Cambridge, non sarai mai un politico. Il problema è che queste persone non hanno idea di cosa significhi essere poveri e venire dalla classe operaia. E neppure gli interessa. Mentre forse l’esempio di Corbyn, che invece ha quella estrazione sociale, può insegnare a molti ragazzi che si può crescere e magari aderire a un’unione di studenti, poi al partito dei Labour e guadagnarsi una posizione di vertice.

Cos’hai pensato quando Tony Blair ha chiesto scusa per la guerra in Iraq?
Oh, fuck off! È troppo tardi. È un po’ come dire: “Ops, ho ucciso tua madre, mi dispiace”. E ti chiedo scusa 15 anni dopo. Ma lei ormai intanto è morta e io devo convivere con questa cosa e subirne le conseguenze. Blair dovrebbe andare in prigione a vita. Ha mentito al popolo britannico. Hanno usato la paura per far sì che accettassimo la guerra in Afghanistan.

Che cosa è rimasto in tv della Skin di Brixton?
Sono sempre la stessa: dentro e fuori dalla tv. Non ho un personaggio televisivo. Sono sempre molto passionale. Quando credo in qualcosa, combatto. È il mio lato Brixton. E il lato Brixton è decisamente un po’ matto e selvaggio!

Questo articolo è pubblicato su Rolling Stone di dicembre.
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