C’è una rima che sintetizza al meglio il nuovo lavoro del producer “multiplatino” (come da affascinate prosa del comunicato stampa) Sick Luke e a rapparla è proprio lui, solitamente silenzioso dietro alle macchine, nel pezzo che chiude l’album Dopamina, Father’s Day, in cui compare anche un featuring del padre, Duke Montana: “Diglielo Teseo / per te conquisterò il mondo / la famiglia vale più di ogni disco di platino”. Teseo è il figlio di Sick Luke, lo stesso che compare nella cover del disco tra sintetizzatori e campionatori (foto ispirata a Ready to Die di Notorious B.I.G.), lui è la dopamina, la ragione di tutto.
Già, perché l’album è una storia di padri – in controtendenza rispetto alla narrazione trap del “compro casa alla mamma” – e di famiglie di sangue (gruppo hip hop positivo) e allargate, come quella dei numerosi featuring, da Alfa a Tedua passando per Lazza, Tony Effe e Side Baby, anche loro tre novelli papà. Per questo ad accompagnare nell’intervista a Rolling Stone l’ex bambino prodigio – Sick Luke ha iniziato a comporre basi a 13 anni – c’è il padre Duke Montana, ex membro dello storico TruceKlan. E chissà se in occasione del prossimo progetto non ci sarà pure Teseo a completare il quadro.
Sembra quasi che la paternità sia il concept di questa tua nuova produzione.
Sick Luke: Essendo un figlio d’arte per me la famiglia è sempre stata la cosa più importante nella musica: collegare mio figlio, come ha fatto prima mio padre con me, è fondamentale. Dopo X2 ho preso una pausa dalla musica, concentrandomi al 100% su Teseo. Poi mi sono detto che era tempo di fare un secondo album prima di diventare nonno. E mio figlio ha assistito a tutta la produzione.
Lo portavi in studio?
Sick Luke: Sì, sia in studio sia lavorando a casa. Infatti nell’album ci sono varie registrazioni della sua voce.
Come quella in Da quando ci sei tu, il pezzo in cui canta Alfa: un brano molto personale, sembra che l’abbia scritto tu il testo…
Sick Luke: Alfa ha capito subito quanto fosse importante per me Teseo e mi ha chiesto se poeva fare una canzone che parlava di lui.
Hai detto che vivi per la tua famiglia…
Sick Luke: Significa mettere la famiglia al primo posto, perché loro ci saranno sempre, e io ci sarò sempre per loro a prescindere da qualsiasi sbaglio.
Eppure il rap degli esordi, quello di tuo padre Duke per intenderci, nei testi parlava di una famiglia non di sangue, ma allargata – la crew, la posse – in cui ognuno si sceglieva le persone con cui stare. Per te la Dark Polo Gang non è stata una famiglia?
Sick Luke: Sì dai, anche se è una domanda tosta perché quel tipo di famiglia sta insieme solo se tutti lo vogliono. Io faccio molti Vlog sui social in cui sono con la mia compagna Marina e con Teseo e la gente mi scrive cose come «vorrei la tua vita», «vorrei avere un padre come te», perché magari vivono problemi in casa, non hanno soldi né rapporti con i genitori. Spero solo di essere di ispirazione per quelli che decideranno di costruirsi una famiglia. Sono cresciuto solo con mio padre e ora sono felice che mio figlio abbia entrambi i genitori su cui contare.
Molti sognano una reunion della Dark Polo Gang…
Sick Luke: Se ci sono i soldi, tipo uno o due milioni a testa si può fare. Anzi, se magari qualcuno che è interessato e legge questa intervista, noi ci siamo.
Di tuo padre hai seguito le orme, la passione per la musica…
Sick Luke: È stato normale, vivevo circondato da musica. Abbiamo cambiato così tante case – Los Angeles, Londra, Stati Uniti – che non ho mai stretto molte amicizie forti. Ero uno strano, mi interessavano i Pokémon, il Game Boy e la musica. Giocavo a pallone contro il muro, facevo di testa mia, senza farmi influenzare dagli altri.
Duke Montana: Io stavo ore al computer, avevo una serie di programmi craccati per produrre musica, e quando uscivo lui si metteva di nascosto al mio posto e smanettava. Poi un giorno mi ha detto che avrebbe voluto seguire i miei passi, ma da produttore, non da rapper. Gli ho subito comprato una tastiera.

Sick Luke col padre Duke Montana. Foto press
In Dopamina non c’è solo il tema della paternità, declinato nei pezzi con Alfa e Venerus ed Ele A. Ci sono i banger con Lazza e Tony Effe o con Capo Plaza, il pezzo più Dark Polo sempre con Tony e alcuni esperimenti come Ogni sbaglio con Blanco e Simba La Rue.
Sick Luke: Per me ogni pezzo ti dà un mood diverso: c’è una roba per quando puoi stare fomentato, per quando vuoi riflettere, quando sei innamorato, quando pensi alla famiglia, c’è un po’ di tutto.
Hai detto che hai voluto lavorare con molti artisti con cui non avevi mai collaborato. Com’è avvenuta la scelta dei featuring?
Sick Luke: Non volevo ripetermi, al massimo solo con gli amici storici. Devo confessarti che all’inizio l’idea era quello di fare un disco cattivo, trap dura e pura: il mio ego voleva dimostrare a tutti che questa roba l’ho inventata io. Poi i colleghi e amici di sempre, come Tony e Capo Plaza, e anche il dialogo con la mia casa discografica Carosello, mi hanno fatto capire che non devo dimostrare nulla a nessuno. Devo fare solo cose nuove, che mi stimolino, sperimentare. E magari portare su un sound trap artisti che non lo sono affatto, come credo di aver fatto con Alfa.
C’è qualcuno tra quelli con cui hai collaborato che ti ha stupito più di altri?
Sick Luke: Forse Piccolo, già da come entra in studio, come si approccia alla scrittura è fantastico.
E a te Duke, chi ti piace di più in Dopamina?
Duke Montana: Dici a parte mio figlio, il king, che rappa come me nell’ultimo pezzo? Forse Simba, ma anche Tedua.
Sick Luke: A lui piacciono quelli che rappano più duro, si riconosce in loro.
C’è qualcuno con vorresti produrre, oltre ai nomi che ci sono nel disco?
Sick Luke: In Italia?
Ovunque…
Sick Luke: Ecco, voglio bene a tutti, però un po’ mi sono rotto dell’Italia. È arrivato il momento di mostrare anche fuori quello che so fare, adesso che credo di avere le capacità per farlo.
Hai già preso contatti?
Sick Luke: L’altro giorno ho aperto il concerto di Drake, ero nel backstage con Kevin Durant e Sacha Baron Cohen, stavo nella gang.
Credi che fuori il tuo lavoro di producer possa avere più valore che qui?
Sick Luke: Quello che non abbiamo, rispetto all’America, sono le voci. I rapper lì hanno una voce grossa, che spacca, e ci possono giocare molto più di noi che abbiamo voci bianche, skinny, fini. Anche in Francia, grazie a tutti i rapper con radici afro, spaccano più di noi. A livello di produzioni invece credo siamo al loro livello: dischi come Locura di Lazza e Icon di Tony Effe non temono il confronto con nessuno.
Beh, qui abbiamo Artie 5ive…
Sick Luke: Lui spacca, quando nei dj set metto Sogno americano viene giù tutto.
Da navigato produttore, in che direzioni credi stia andando la trap? Qualcuno la dà già per morta…
Sick Luke: Non lo so, dovresti chiederlo a TikTok. Per quanto mi riguarda, cerco solo di fare musica che arrivi al cuore e che possa essere di ispirazione per altri.
Secondo te come mai non c’è stato un nuovo tormentone estivo?
Sick Luke: Beh, c’erano Anna, Alfa… Io ho ascoltato Gino Paoli questa estate.
Eri un mood malinconico?
Sick Luke: Sono sempre malinconico, dark.
Nel disco non trovano spazio canzoni e rime sulla politica o la società. Non hai sentito la necessità di parlare di quello che sta succedendo a Gaza?
Sick Luke: Non parlo mai di queste cose.














