RZA: il Wu-Tang Clan, la fede e la violenza | Rolling Stone Italia
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RZA: il Wu-Tang Clan, la fede e la violenza

I consigli di Quincy Jones, gli occhi della madre e l'importanza della Bibbia e della preghiera. Incontro con il rapper più riflessivo del Clan

RZA: il Wu-Tang Clan, la fede e la violenza

RZA è fondatore del Wu-Tang Clan. Compirà 50 anni a luglio

Foto di Mika Väisänen

Anche per RZA, uno dei membri più riflessivi del Wu-Tang Clan, il 2019 si preannuncia come un anno particolarmente impegnativo. Of Mics and Men, un documentario di quattro ore sul gruppo diretto da una veterana del giornalismo hip hop, poi diventata regista, Sacha Jenkins, è stato presentato in anteprima il 10 maggio su Showtime. Far parlare tutti i membri del Clan insieme a figure cruciali, ma per lo più sconosciute, che lavorano dietro le quinte sembra una fatica di Sisifo. Eppure, il ritratto del gruppo ad opera di Jenkins – fragile ma amabile; contraddittorio ma in qualche modo coeso – mette in evidenza l’influenza e il lascito di un collettivo che non ha mai smesso di concentrarsi sulla sua missione musicale.

«Il Wu-Tang tratta ancora molte persone come se fossero dell’FBI», dice RZA a Rolling Stone. «Siamo sempre stati molto riservati, e ora ci stiamo aprendo. Ci sono delle cose che non conoscevamo nemmeno noi stessi».

Verso la fine dell’anno, Hulu presenterà in anteprima Wu-Tang: An American Saga, una serie in 10 parti scritta da RZA che descrive in dettaglio la storia e la formazione del Clan. «La mia “writer room” è in realtà una stanza per le terapie» dice, scherzando solo a metà. In un’intervista, il 49enne ha parlato delle sue regole di vita, di storie bibliche, dei migliori consigli che ha ricevuto e di quello che ha imparato da un’accusa di tentato omicidio.

Quali sono le regole più importanti della tua vita?
La regola più importante è solo pensare a me stesso al 100%, preparandomi a ciò che dovrò affrontare e assicurandomi che io raggiunga sempre i miei obiettivi. Prima fissi il tuo obiettivo, giusto? Capisci cos’è, lo immagini e poi ti prepari. Se il mio obiettivo è semplicemente quello di scalare un albero, studierò un libro di tree-climbing, capirò quali strumenti e quali attrezzature dovrò procurarmi. Dovrò capire che salire potrebbe essere facile. Ma come sarà la discesa?

Qual è il miglior consiglio che hai mai ricevuto?
Il miglior consiglio che ho ricevuto è stato a 11 anni, da GZA: conoscere me stesso. Solo conoscendo me stesso ho potuto avere un punto di riferimento riguardo la mia cultura, i miei antenati e le mie conoscenze teologiche. La conoscenza, la saggezza e la comprensione sono i primi gioielli, le prime ricchezze, che un uomo dovrebbe cercare di ottenere. Possono spingerlo a ottenere qualsiasi altra ricchezza nella vita.

Anche Quincy Jones disse a ODB: “Quando piove, bagnati”. Nei primi giorni in cui avevo successo pioveva, ma non stavo prestando attenzione a tutto ciò che stava succedendo. Ma in questo momento della mia vita sto cercando di bagnarmi responsabilmente. Mi lascio coinvolgere dai momenti che mi sto godendo invece di guardare dentro me stesso, stare nella mia stanza, andare al lavoro, scrivere, lavorare di più. Non capivo che c’era una certa gioia da assorbire nella situazione che stavo vivendo. Ecco, la pioggia è quella gioia.



A luglio compirai 50 anni. Questo ti spaventa ti incoraggia?
La benedizione (portata dall’invecchiare, ndt) è che sto diventando artisticamente migliore e sto ottenendo maggiori opportunità. Prima scrivevo 16 barre, ora realizzo sceneggiature di 120 pagine e le vedo prendere vita.

Anche quando avevi 24 anni, sembravi sempre la “vecchia anima” del gruppo.
Questa è una buona osservazione perché ero uno che sapeva convivere con la “vecchia anima” che avevo dentro di me, ero in grado di portarla in giro, anche da giovane. Ma il lato negativo è che probabilmente ho circa 200 anni ora.

Intendi che ti senti così?
No, è solo come la vedo io. È una cosa davvero strana, amico. Sto facendo film e ho 400 persone a cui devo spiegare una cosa che io vedo così chiaramente. Potrei metterci due ore per far capire qualcosa che io vedo in due secondi. Ma quando ci arrivano è come se Einstein scoprisse la forumela della relatività. Ci sono voluti anni per arrivare a quell’equazione, ma quella equazione ha cambiato il mondo, giusto?

Che consiglio avresti voluto darti prima del primo album del Clan?
Avrei voluto comprendere il vero valore di ciò che stavo creando e avrei voluto capire il vantaggio del business a lungo termine rispetto al breve termine. Ciò che crei ha un valore, ma non lo riconosci subito. Se muore subito, sarà un bruco che non riuscirà a diventare farfalla. Non volerà mai. Abbiamo fatto milioni di dollari e ottenuto milioni di dollari in anticipi, facendo crescere intere aziende.

Ma il vero obiettivo finale è qualcosa per cui la maggior parte delle persone non è preparata e forse non riescono ad arrivare fino alla fine. Quindi, 25 anni dopo, in molti non pensano di essere più preziosi di quanto non lo fossero nel punto più alto del loro successo. Il picco del Wu-Tang è stato dal 1993 al 1998, giusto? Ma è come per i Rolling Stones: non dobbiamo fare un altro disco.

Sei a tuo agio con la definizione che viene data del Wu-Tang, “legacy rap group”?
Questo è un segno di rispetto. La gente non pensava che l’hip hop non sarebbe arrivato in questa fase. Io e Ghostface abbiamo appena visto Travis Scott che ci ha dato un abbraccio enorme ed è stato onorato di vederci. Siamo stati felici di vederlo e siamo orgogliosi del suo successo. Ma ho detto a Ghost: “Sai cosa c’è di strano, Ghost? Ho detto: “Ti ricordi la prima volta che abbiamo incontrato Quincy Jones, quando facevamo il video di Triumph (nel 1997, ndt)? Ha detto: “Sì”. Ho detto: “Wow. Noi siamo lo stesso per lui”.

In realtà, ho avuto una conversazione con la crew nel 1992, dicendo che avevamo il potenziale per durare 20 anni, e ho detto anche che forse ci saremmo ridimensionati e sarebbe uscito qualcosa di nuovo, di diverso. La gente diceva sempre che il logo del Wu-Tang Clan, la “W”, era un pipistrello o un uccello. Non ricordano, all’inizio, che io dicevo: “No, è una fenice”. In realtà sta continuando la sua traiettoria per essere qualcosa, creato da un gruppo di persone, che ne ispira altre. Il Wu è qualcosa anche per i tredicenni che ora hanno un equilibrio totalmente diverso, in campo artistico, sociale ed economico.

Chi sono i tuoi eroi?
Mia madre è il mio primo eroe per come ha continuato a lottare, nei momenti difficili e nei dolori, e ha sempre avuto amore, equilibrio, dignità, orgoglio e bellezza da dare, e non ha mai smesso di credere e pregare che potesse arrivare un giorno migliore. Penso che i suoi figli siano una risposta alle sue preghiere.

Anche mio padre è un eroe, anche se se ne è andato quando era giovane. La sua colpa più grande è di essere rimasto fermo nella sua convinzione. Non può essere smosso dalla semplice verità che ha imparato nella sua vita, cioè mantenere l’indipendenza e la fiducia in se stesso. La sua fiducia e la sua sicurezza mi ispirano ogni giorno. Mio padre ha 75 anni e la nostra relazione è iniziata appena 15 anni fa. Continuerà per sempre a farsi una canna o a bere uno shot di Jack Daniel’s.



Qual è la parte migliore e peggiore del successo?
La parte migliore del successo è avere successo, raggiungere l’obiettivo che ti sei prefissato e ottenere la libertà artistica e culturale che può portare alla libertà economica. Potrei salire su un aereo e volare in Italia domani, e sapere che potrei atterrare, mangiare, avere un posto dove dormire; se non fossi sposato, sono sicuro che potrei avere anche una ragazza. Il successo è una benedizione per questo motivo. Guarda i grandi artisti come Tom Waits o anche Elton John. Ovunque vanno, stanno bene.

La parte peggiore è la paura di non riuscire a superare l’ultimo scalino. C’è qualcosa nell’avere successo che è sempre in bilico, quando senti che sta per finire. Non so se sia dovuto all’essere nero, alla cultura, o a qualsiasi altra cosa, ma c’è anche questa cattiva comunicazione da parte degli altri che si sentono direttamente autorizzati a far parte del tuo successo, a prenderne una parte, pensando che i tuoi risultati appartengano anche a loro. È molto invadente. Amiamo i nostri fan e io sono il tipo che è sta con loro per il 99% del tempo. Ho cambiato il mio punto di vista su questo aspetto negli ultimi due anni, ora sono sceso a circa il 90%. A volte non sei completamente in vena di dare qualcosa. Non è mai “solo una foto”.

Sei stato dichiarato non colpevole di tentato omicidio nel 1993. Cosa hai imparato da quell’esperienza?
Ho imparato che la positività è il mio modo naturale per vivere la mia vita. Posso davvero guardare al passato ora e contare quante volte prima di quel giorno mi sono messo in così tanti problemi diversi e ho affrontato così tanti casini solo a causa della mia stupidità. Andate a vedere la mia fedina penale. Ma da quel giorno in poi, neanche mezzo passo falso.

C’è stato un momento del processo che è stato un campanello d’allarme per te? Un momento di svolta?
Il momento più schiacciante di tutta quella faccenda sono stati gli occhi pieni di delusione di mia madre. È stato uno shock. Avere il suo sguardo fisso su di me come se fossi inutile. Non aveva mai visto suo figlio come un violento. Ma quando ho vinto, mi ha guardato e mi ha detto: “Questa è la tua seconda possibilità”. Non dimenticherò mai il giorno in cui l’ho portata nella sua nuova casa.

Se tu potessi essere un qualsiasi supereroe, chi saresti?
Oltre alla RZA (ride)? Ho sempre pensato di essere il Silver Surfer – qualcuno che è stato creato attraverso qualcos’altro e sa come sconfiggerlo sulla base delle proprie convinzioni. È venuto per distruggere la Terra, ma ha scelto di salvarla.

Completa la frase: Ogni essere umano dovrebbe fare ____ per 10 minuti al giorno.
Pregate. La preghiera è una forma di meditazione. Penso che non abbiamo abbastanza gratitudine. Perché hai così tanto a disposizione per te stesso, che non ti rendi conto che non è tutto a tua disposizione. Non cerco mai di convertire nessuno alla religione e alla fede perché ogni uomo deve trovare il proprio percorso e rendersi conto che, quando si tratta della sua vita, è lui stesso il Dio della propria vita. La preghiera è contemplazione, riflessione e ringraziamento, e tu dovresti farlo. Solo 10 minuti al giorno? Non è niente.

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