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“Rock-the-casah”, la quarantena di Warren Haynes

Il cantante e chitarrista racconta l'isolamento, la musica che sente per purificare l’anima e l’ultimo concerto prima del lockdown. «Jackson Browne mi ha salutato con il gomito, come per dire: “D’ora in poi sarà così”»

Artwork: Stefania Magli

Warren Haynes ha preso parte a uno degli ultimi grandi concerti nelle arene prima del lockdown – il tributo alla Allman Brothers Band del 10 marzo – e alla serata di beneficenza Love Rocks al Beacon Theatre di New York. Quattro musicisti saliti su quel palco, tra cui Jackson Browne e il chitarrista Larry Campbell, sono risultati positivi al coronavirus, ma sembra che Haynes ne sia uscito indenne. «Sto bene, credo. Ho incontrato Jackson quella sera, ci siamo salutati con il gomito e abbiamo sorriso insieme, come a dire: “D’ora in poi sarà così”. Era l’inizio di un nuovo modo di vedere le cose».

Haynes, che questa settimana ha festeggiato il 60esimo compleanno, tornerà in tour con la sua band – i Gov’t Mule – non appena tutto sarà finito. Il gruppo vorrebbe suonare anche in Europa.

Come passi le giornate a casa? 

Fortunatamente abito in campagna (Westchester County, New York), abbiamo qualche ettaro di terra. Facciamo delle passeggiate e andiamo in giro sul nostro Kawasaki Mule. Sto scrivendo molto, ho iniziato qualche mese fa e continuo ancora, ovviamente molto dipende dal fatto che passo molto più tempo del previsto a casa. È qui che ho sempre scritto la maggior parte delle cose, quindi voglio approfittare della situazione. È strano, ma essere costretto a rallentare un po’ mi fa sentire bene.

Che musica ascolti per trovare conforto nella quarantena? 

Di solito, quando ho bisogno che la musica mi tiri fuori da qualche problema sento canzoni senza tempo, le cose di qualità. Prima che Bill Withers morisse avrei incluso il suo Live at Carnegie Hall tra questi dischi e ora ne sono ancora più sicuro. Quando sento il bisogno di purificare l’anima ascolto anche Astral Weeks di Van Morrison e True to Life di Ray Charles. Ne potrei dire altri venti: qualsiasi cosa di Otis Redding, il primo disco di John Prine, una dozzina di album di Dylan – la maggior parte dei vecchi e in più Oh Mercy. Gli artisti meno vintage che aggiungerei al gruppo sono solo Chris Whitley, Jeff Buckley e Ray LaMontagne.

C’è qualcos’altro che vorresti dire ai tuoi fan? 

Sembra di essere tornati negli anni ’60, nel senso che dipende da noi, siamo tutti sulla stessa barca. Le situazioni post-crisi e post-conflitto tendono a ispirare cambiamenti positivi e, storicamente, queste cose vanno poi a finire nella musica. Spero che ne usciremo migliori: come persone, come Paese, come pianeta.

Le puntate precedenti: Mike Scott, Buzz Osborne, Margo Price, Kesha, Henry Rollins, Ian Anderson, Young Signorino, Cristina Scabbia, Ketama126, Frah Quintale, Max Pezzali, Cristiano Godano, Gazzelle, Tutti Fenomeni, Generic Animal, Anastasio, Calibro 35, Coma_Cose, Dente, Boosta, Bugo, Ghemon, Kiss

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