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“Rock-the-casah”, la quarantena di Francesco Bianconi


Il cantante dei Baustelle, che ha appena rimandato la pubblicazione del debutto solista, racconta il suo isolamento, la canzone di Guccini che non riesce a smettere di cantare e che cosa farebbe con Conte e Battiato

Artwork: Stefania Magli

«In questo momento storico di sofferenza non c’è molto altro da fare se non navigare a vista. Bisogna avere pazienza, resistere, e aver fiducia in tempi migliori», dice Francesco Bianconi. Dopo aver pubblicato il singolo Il bene, il cantante ha rimandato al prossimo autunno l’uscita del suo album solista Forever e le date del tour. «È un annuncio che faccio con grande dolore, data la cura, la passione e la forza che ho messo dentro il progetto», continua Bianconi. Il disco conterrà 10 nuove canzoni – tra cui il nuovo singolo L’abisso, in arrivo l’8 maggio – ed è prodotto Amedeo Pace dei Blonde Redhead.

Il frontman dei Baustelle è in isolamento a Milano, a metà tra quelle che definisce due celle: lo studio di registrazione e la casa, divisi solo da un pianerottolo di scale. L’abbiamo contattato e gli abbiamo chiesto di raccontarci come sta vivendo questo periodo.

Dove e come passi queste giornate in isolamento?
In casa, a Milano, con la mia compagna, e con mia figlia nei giorni in cui non è a casa della madre. Ho la fortuna di avere lo studio con tutti gli strumenti collegati distante da casa mia un solo pianerottolo di scale. È allo stesso tempo vicino e separato. Ho quindi la possibilità di agire su due piani, su due mondi, cambiare ambiente. Il lavoro sotto, la vita sopra, o viceversa. In un momento come questo non è poco, aiuta. È come avere due celle invece di una sola. In più, posso suonare, registrare, cantare (anche se non ne ho molta voglia, in questo periodo), o comunque soltanto isolarmi, pensare.

Quali dischi stai ascoltando, quali libri stai leggendo, quali film o serie stai guardando? 

Dunque, per quanto riguarda la musica, ascolto molta musica classica, soprattutto al mattino. Riesco a usarla anche come sottofondo alla lettura. Con la mia compagna ascoltiamo BBC6, specialmente il sabato mattina. C’è sempre una bella programmazione di pop, rock, funk & soul. Cerco di tenermi aggiornato, di ascoltare tutte le novità, ma devo confessare che il mio piacere più grande in questo periodo è riascoltare cose vecchie, di qualsiasi genere. Ho riascoltato qualche giorno fa Fisiognomica di Battiato, Dialoghi del presente di Luciano Cilio, e alcune colonne sonore di Stelvio Cipriani e François de Roubaix, tutte cose già “possedute”, ascoltate, digerite. Eppure ci ho trovato dentro elementi nuovi e sorprendenti.

Sto leggendo molto, con voracità ed eccitazione, come non mi succedeva da tempo. Saggi, zibaldoni, storie d’Italia, dizionari, bestiari, articoli di Lester Bangs sulla furia degli Stooges. Ma soprattutto, in questo momento, L’idiota di Dostoevskij, che non avevo mai letto. E che mi sta facendo venire voglia di leggere o rileggere tutti i russi, andare a San Pietroburgo appena possibile e scrivere un nuovo romanzo.

Quanto alle visioni, diciamo che ci sto dando dentro. Vedo almeno un film al giorno. Avrei voglia di scriverne l’elenco su un taccuino, magari coi voti. Così, a mente e alla rinfusa, mi ricordo di aver visto o rivisto: The Wickerman, La strada e Le notti di Cabiria, Lo specchio, Her Smell, La favorita, Ascensore per il patibolo, L’armata degli eroi, I senza nome, Ritratto della giovane in fiamme, Lazzaro felice, Martin Eden, Il grande racket, Il poliziotto è marcio, La grande fuga, L’uomo dal braccio d’oro, La terra dell’abbastanza

C’è una canzone in particolare che ami ascoltare quando sei solo? 

No, non ce n’è una in particolare. Ma in questi giorni mi ritrovo spesso a canticchiare, più che ascoltare, Per fare un uomo di Francesco Guccini. Chissà perché.

Quale artista del presente o del passato, italiano o straniero, vorresti avere lì con te per fare musica? E perché? 

Franco Battiato e Paolo Conte. Perché sono entrambi due musicisti non convenzionali che ammiro molto. So che con loro potremmo permetterci persino il silenzio.

Là fuori l’atmosfera è pesante. Quando scrivi musica l’umore collettivo ti influenza? 

Non direi l’umore collettivo. Mi influenza, credo, la realtà, la Storia, quello che leggo su ciò che sta succedendo fuori, quello che vedo dalla finestra. Queste cose influenzano il mio umore. Ed è il mio umore che a volte, come in questi giorni, influenza e disattiva completamente la voglia di giocare al gioco della creatività; altre volte, che spero tornino a succedere presto, innesca la voglia di costruire, comporre, fare.

Le puntate precedenti: Warren Haynes, Mike Scott, Buzz Osborne, Margo Price, Kesha, Henry Rollins, Ian Anderson, Young Signorino, Cristina Scabbia, Ketama126, Frah Quintale, Max Pezzali, Cristiano Godano, Gazzelle, Tutti Fenomeni, Generic Animal, Anastasio, Calibro 35, Coma_Cose, Dente, Boosta, Bugo, Ghemon, Kiss

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