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Rock, amore, e grandi emozioni: com’è stato MI AMI 2023 insieme a Dr. Martens

Tanti gli artisti che si sono alternati sul palco Dr. Martens a MI AMI 2023, la festa dell’estate milanese e una celebrazione della grande musica che crea comunità. Ne abbiamo parlato con Coma_Cose e Ginevra.

Al termine della tre giorni di MI AMI 2023, di una cosa si può stare certi: è già stata la festa dell’estate. Con più di cento artisti in programma, sei palchi simultanei, e un sold out da manuale per la giornata di sabato (che non è stata smorzata nemmeno dalla pioggia), la celebrazione dell’amore, dei baci e dello stare insieme targata Better Days (e guidata da Stefano Bottura e Carlo Pastore, direttore e direttore artistico del festival rispettivamente) ha staccato un lancio da manuale per la stagione della grande musica dal vivo. E questo grazie anche agli sponsor del festival, tra cui Dr. Martens, che ha contribuito concretamente a MI AMI attraverso la realizzazione di uno dei due palchi main stage e, con le sue calzature iconiche, ha reso l’evento ancora più rock.

Foto: Marco Previdi

Ed è stato proprio sul palco Dr. Martens che hanno preso vita alcuni dei momenti più iconici ed emozionanti dello scorso weekend: venerdì, le performance di L’officina della camomilla, Naska, e Verdena, che hanno conquistato il pubblico con il loro sound punk-rock. Lineup da manuale anche per sabato, con le esibizioni di Dente, Fulminacci (nella sua unica data estiva, che ha rubato i cuori di tutti i presenti), Coma_Cose e Rondodasosa. Oltre, naturalmente, a due delle sorprese più attese: Miles Kane insieme ad Angelica e il duo Coez-Frah Quintale. Ma la festa è continuata anche domenica, insieme a Colombre, Jockstrap, Deki Alem; e poi Tommaso Paradiso insieme ai Baustelle, in una sessione acustica congiunta per celebrare la gioia di stare insieme sul palco e condividere i brani più iconici, l’uno degli altri. E la temperatura non ha fatto che salire in chiusura di serata, con un set libero e scatenato di Cosmo nella sua unica data estiva, che ha fatto ballare i fan non solo davanti al palco, ma anche di fianco a lui, invitandoli a raggiungerlo per gli ultimi momenti della performance.

In questi giorni di grande energia positiva e comunità, il messaggio di Dr. Martens è risuonato forte e chiaro: la musica, e i legami che crea, causa dipendenze virtuose, che ci portano più vicini agli altri, ogni giorno, e ci rendono più forti, insieme. Perché nulla come la musica “makes us stronger”. Messaggio lanciato anche dai tanti artisti che si sono alternati sui palchi del MI AMI, molti dei quali, ça va sans dire, calzavano Dr. Martens. Come Montag, Rares, Lurayana, Studio Murena, Coma_Cose, Emma Nolde, Evissimax, Ginevra, Delicatoni, Arssalendo, e Deki Alem. Ed è proprio a Coma_Cose e Ginevra che abbiamo posto qualche domanda, sul MI AMI ma anche sul loro percorso artistico. Perché, quando si crea, è importante avere un proprio punto di forza, e di gravità permanente. Qualcosa che “makes us stronger”, e che dia voce alle emozioni.

«Il nostro progetto è cresciuto fisiologicamente, piano piano. E oggi siamo al punto in cui riusciamo a portare nella nostra musica anche parte del nostro privato». Così Coma_Cose, duo formato da Fausto Zanardelli (in arte Fausto Lama) e Francesca Mesiano (California), al loro secondo MI AMI dopo quattro anni. Una coppia, artistica e di vita, che, per molti versi, nell’ultimo periodo ha attraversato gli sconvolgimenti di una tempesta: separarsi e ricongiungersi, il secondo Sanremo, un matrimonio annunciato e in arrivo. «Sono cambiamenti, certo, e anche grossi. Però, dal punto di vista artistico, troviamo forza nell’avere sempre lo stesso modo di lavorare. Questo ci aiuta anche a mantenerci saldi attraverso diversi generi e tematiche. E poi, certo: il nostro team è la nostra forza, una squadra affiatata su cui sappiamo di poter fare affidamento al 100%, sempre». Fausto continua: «all’inizio, lo dico sempre, se c’era un progetto su cui non scommettere, era il nostro. Credo però che, se non fossero stati i Coma_Cose musicali, avremmo comunque fatto qualcosa insieme». Francesca concorda: «per noi, l’importante è esprimerci. Scavare, riuscire a comunicare quello che sentiamo. Soprattutto perché, più vai avanti, più sei contaminato da vari stimoli. Ripartire sempre da dentro, sempre da noi, è fondamentale. Con la musica sentiamo di riuscire a farlo».

Partire da ciò che dà forza, dunque. Un valore su cui concorda anche Ginevra, al MI AMI con live da manuale e fresca di club tour. Per l’artista torinese, ma adottata da Milano, i piccoli rituali sono fondamentali: «da torinese, ho un rapporto molto stretto con il fiume, con tutto ciò che scorre nella natura. Mi aiuta a trovare pace, a raccogliermi, a ripartire da me quando il resto può essere confusione. È una dimensione che ricerco anche a Milano: vado al parco, faccio yoga, … voglio creare uno spazio sano, che mi faccia bene». Si profila la necessità di uno luogo parallelo, dunque, e personale. «Questo bisogno lo ritrovo anche quando scrivo, nei miei testi e nel modo in cui nascono. Spesso, per me, scrivere è ragionare ad alta voce su quello che incontro nella vita di tutti i giorni. C’è un aspetto introspettivo fortissimo in quello che scrivo, che genera poi un dialogo incredibile quando sono sul palco, con la sua dimensione fisica. Lì, ora, sento il bisogno di esplodere, di trasmettere libertà ed energia. Lassù non ci sono vincoli, né aspettative. È solo libertà». Libertà che, nel caso di Ginevra, significa anche darsi lo spazio per parlare di fragilità, delle cose che non vanno e che tendiamo a tacere nella quotidianità. Riuscire a far arrivare questo messaggio a chi ascolta è un po’ un superpotere. «Mi piacerebbe che fosse un superpotere, sì. Magari lo è davvero. Soprattutto, quello che sento io è bisogno di verità, di racconto e di confronto. Non credo sia scontato sentirsi leggeri, o compresi, oggi. Se con la musica, se con la mia musica riesco a farlo, ho già tutto quello che voglio».

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